33. Scontri e scelte.

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Vengo svegliato trambusto che stanno facendo i miei coinquilini momentanei. Apro solo un occhio, ancora stordito dal frastuono, solo per capire che cosa sta succedendo. Filippo e Luca in piedi, l'uno di fronte all'altro, stanno discutendo animatamente di qualcosa. Sospiro e sbadiglio, un po' perché sto morendo di sonno e un po' per far capire loro che sono sveglio.
"Buongiorno..." Mugugno ancora intontito. Mi metto a sedere e mi guardo intorno, constatando con sollievo che non sono l'unico ancora a letto, poiché Daniele è stretto nelle sue coperte. "Che ci fate già svegli? Anzi riformulo la domanda...che ci fai tu già sveglio?" Domando confuso, indicando il mio migliore amico. "Luca ha avuto la brillantissima idea di farmi uno scherzo idiota, ma sono riuscito a fermarlo in tempo." Mi spiega lui e Luca non può fare a meno di ribattere. Ecco che ricomincia la discussione.
Approfitto del loro momento di distrazione per raggiungere in fretta e furia il bagno e chiudere la porta alle mie spalle. Mi faccio una doccia veloce, lasciando che l'acqua calda mi rilassi e svuoti la mia testa dai mille pensieri.
Oggi torniamo a casa e in questi giorni io ed Emma ci siamo accuratamente evitati. Questa distanza da un lato mi ha fatto bene perché mi ha aiutato a riflettere bene sulla mia decisione, ma dall'altra sono stato malissimo perché la biondina è ormai parte della mia vita e sentirla così lontana, pur avendola vicina, mi ha distrutto. So che voglio stare con lei ma ho paura di soffrire ancora e se questi sono i presupposti, non sono tanto convinto.
Ed io che pensavo di aver superato la mia ansia per le relazioni, stupido illuso.
Sospiro e mi tampono i capelli con l'asciugamano, per poi uscire dal bagno con ancora l'accappatoio addosso.
Quello che non mi aspettavo, però, era di trovare Emma e Lauren sedute sul mio letto. La mia fidanzata - o ex - sembra stralunata, smossa dalla mia presenza. Mi squadra senza dire nulla da capo a piedi per qualche secondo, per poi fare finta di niente e voltarsi verso Luca. Mi avvicino alla mia valigia e prendo un jeans e una maglietta a caso, troppo impegnato a guardare la ragazza meravigliosa davanti ai miei occhi. Mi ripeto di tornare in bagno per evitare di fare pazzie, ma una frase di Filippo attira la mia attenzione.
"Allora com'è finita col ragazzo di ieri?" Domanda alle due ragazze e, più precisamente, ad Emma. "Voleva il suo numero, continuava a farle complimenti e non voleva sapere di lasciarla andare. Non puoi essere reale, sei una divinità! Ed Emma era stra imbarazzata, ma in fondo credo che le abbiano fatto piacere quelle parole." Racconta Lauren, dando una spallata all'amica. Quale ragazzo? E, soprattutto, Filippo sapeva di un corteggiatore e non mi ha detto nulla? Sono per caso finito su scherzi a parte?
"Non dire stronzate Lauren..." La riprende Emma, arrossendo leggermente. Adesso arrossisce pure?
"Beh ad essere bello è veramente bello." Insiste l'americana, facendomi ribollire il sangue nelle vene. "Ti sei consolata bene allora." Non riesco a frenare la lingua e le parole mi escono di getto. Emma mi guarda sconvolta, per poi alzarsi di scatto e venirmi in contro.
"Adesso parli Simone? Hai davvero il coraggio di rivolgermi la parola dopo giorni in cui sei stato in silenzio?" Sbraita, dandomi uno schiaffo sul petto. "Non iniziare ad urlare, per favore. Parliamo da persone civili."
"Non farmi ridere, ti prego. Non ho niente da dirti, non sto ai tuoi comodi. E ci tengo a precisare che non mi lascio consolare da nessuno, io sono innamorata di te." Dice gelida, guardandomi fisso negli occhi. "Lauren io torno in camera, ci vediamo dopo." Comunica alla sua amica ed esce frettolosamente dalla stanza. "Filippo sei un grandissimo coglione." Sbotto, lanciandogli l'asciugamano addosso.
"Ma che ho fatto adesso?" Si lamenta con gli altri due mentre torno nel bagno. La giornata è iniziata alla grande.

Roma, ore 17:30.

"Fratellino!" Appena scendo dal pullman la prima cosa che vedo è mia sorella Sara che cammina velocemente nella mia direzione. "Ciao Sarè, non pensavo di esserti mancato così tanto." Scherzo, stringendola forte.
"C'era troppo silenzio a casa...ciao Filo, vuoi un passaggio?"
"No grazie, sta arrivando mia sorella. Allora ci vediamo domani Simò." Annuisco e ci battiamo il pugno per salutarci. Da lontano vedo che Emma sta prendendo la sua valigia, aiutata da un ragazzo della nostra classe. Anche con i capelli raccolti in una crocchia disordinata, senza trucco e con le occhiaie è più bella delle altre che attorno a me si stanno specchiando e sistemando il trucco. "Oi che c'hai? Non la vai a salutare?" Chiede Sara, notando il mio sguardo insistente sulla biondina. "Abbiamo litigato."
"Che hai combinato adesso?" Domanda, appoggiando le mani sui fianchi.
"Te lo racconto a casa..."
E una volta a casa davvero le racconto tutto, seduti sul divano con due tazze di tè fumanti tra le mani.
"So che non serve che te lo dica io ma sei proprio scemo. Stai facendo passare le pene dell'inferno a quella povera ragazza."
"Non so che fare Sarè, mi scoppia la testa." Mi lamento, sdraiandomi a pancia in su.
"Sì che sai cosa fare. Ma ti rendi conto di come parli di lei? Sei cotto e se vuoi lasciarla andare per una paura insensata devi tener conto che lei non ti aspetterà a vita. Potresti perderla per sempre." Chiudo gli occhi, troppo stanco per reggere tutta questa pressione.
"Ascoltami, dormici su. Finisci il tuo tè e fila in camera, dirò a mamma e papà che non ti senti bene così non ti chiameranno per la cena. Domani mattina, con le idee più chiare e possibilmente con una faccia più rilassata, vai a casa di Emma. Qualsiasi decisione prenderai è giusto che lei lo sappia. Ok?" Mi accarezza dolcemente i capelli, incutendomi tranquillità. In queste ultime notti sono riuscito a dormire a stento e una buona dormita senza pensare a niente mi farebbe bene. Bevo gli ultimi sorsi di tè e lascio un bacio sulla testa a mia sorella prima di rintanarmi in camera.
Adesso tocca a te scegliere, Simò.

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