27. Come capire che cos'è l'amore.

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Mi schiarisco la voce e le porgo le rose, che lei accetta con un sorriso imbarazzato. "Entriamo?" Domando, mostrando un po' più di sicurezza. Da quando conosco Emma sembro un rammollito, non mi riconosco nemmeno più. Lei annuisce e mi prende la mano, sorprendendomi. Le sorrido dolcemente e mi sporgo per darle un bacio sulle labbra.
È tutto così perfetto.
Entriamo nella braceria con tanta enfasi ma allo stesso tempo ansia per quello che succederà. Voglio che stasera sia speciale, Emma merita ogni minima attenzione da parte mia. Così, una volta al tavolo, sposto la sedia per farla accomodare, scaturendo una sua risata. So che il mio gesto l'ha fatta divertire ma allo stesso tempo le ha fatto piacere... è un libro aperto per me, ormai.
Mi siedo di fronte a lei e la osservo mentre si guarda intorno. Il locale, ribadisco, non è niente di paragonabile ai ristoranti lussuosi ma è sicuramente un posto molto carino e intimo e fornisce tutta la tranquillità di cui abbiamo bisogno. "Sai...non avrei mai immaginato che avresti indossato un vestito del colore delle rose..." Ammetto, accarezzandole il dorso della mano. Lei riporta l'attenzione su di me e mi sorride dolcemente, per poi intrecciare le nostre dita. "Magari era destino. A proposito, le rose sono bellissime!" Esclama contenta. Le abbiamo fatte mettere in un vaso ed adesso sono posizionate al centro del nostro tavolo. "Tu sei bellissima." Rispondo senza filtri. È la pura verità: è bella sempre, anche senza trucco, spettinata, appena sveglia. Ma soprattutto è bella dentro, è una persona eccezionale e non solo ai miei occhi, ma a quelli di tutti coloro che le stanno accanto. La biondina mi ringrazia con un bacio a stampo sulle labbra che avrei voluto durasse di più, ma il cameriere interrompe il nostro momento romantico. "Allora, volete ordinare?" Domanda, osservandoci. "Mh...in realtà ancora non abbiamo visto il menù." Risponde Emma imbarazzata. "Potresti consigliarci qualcosa?"
Alla fine, sotto consiglio del cameriere - che ci ha sopportato più di dieci minuti - prendiamo due primi piatti (spaghetti con pomodorini e pepe) e due tagliate di carne, io con insalata ed Emma con patatine fritte. "Come è andato il pomeriggio di studio matto e disperatissimo?" Mi domanda la biondina, quando il ragazzo si allontana. Tanto mi sono concentrato per recuperare gli argomenti che avevo lasciato indietro, che non ho avuto nemmeno il tempo di prendere il telefono. Frequentare Emma è positivo anche dal punto di vista scolastico perché lei mi sprona a fare meglio e sforzarmi in occasione dell'esame imminente. "Strano ma vero sono riuscito a capirci qualcosa di matematica. Ho visto un paio di video su youtube ed è stato tutto molto più semplice." Le spiego, siccome l'idea di guardare i video per comprendere meglio gli argomenti è stata sua. "Io ho aiutato Kurt a fare una ricerca ma la sua attenzione è durata sì e no venti minuti. Non vuole proprio impegnarsi, se continua così rischia la bocciatura." Sospira, facendomi capire la sua preoccupazione. Se con me è riuscita a farai valere, purtroppo suo fratello quindicenne preferisce fare festa con i suoi amici e parlare con le ragazze su whatsapp. Un po' lo capisco perché anche io sono sempre stato così, non ho mai dato troppo peso allo studio, nonostante non abbia perso nemmeno un anno perché sono riuscito a recuperare in calcio d'angolo. "Se ne renderà conto da solo, tranquilla. Sicuramente i prof gli faranno un discorsetto e lui si rimetterà in sesto. Ha ancora tempo per recuperare." La rassicuro, accarezzandole la guancia. "Grazie Simo, sai sempre cosa dire per farmi stare meglio."
I nostri piatti arrivano dopo poco e consumiamo la nostra cena tra chiacchiere e risate. Dopo aver litigato per letteralmente dieci minuti, pago il conto e ci avviamo mano nella mano verso il corso. La osservo mentre sorride guardandosi intorno e la luce dei lampioni illumina il suo bellissimo viso. Sembra una bambina indifesa in questo momento e non posso fare a meno di fermarmi e prenderla per i fianchi solo per rubarle un bacio. "Non resistevo più." Mi giustifico, facendole l'occhiolino. Emma ridacchia e ricambia il mio gesto con un delicato bacio sulla guancia. "Sei così tanto dolce Simo, sono fortunata..." Mi confessa, facendo sfiorare i nostri nasi. Continuo a guardarla intensamente, riflettendo sulle sue parole. Dopo tanto tempo non mi sento più tanto sbagliato, colpevole della fine della mia scorsa relazione, ma semplicemente allietato dalle sue parole. "Sei tu che fai uscire questo lato di me." Dico diretto, prendendole il mento tra le dita. "Mi hai fatto perdere la testa e hai rubato il mio cuore. Con te sono tornato ad essere il Simone che mia mamma rimpiangeva, quello che era stato distrutto. Con te sono tornato a credere nell'amore." Emma spalanca immediatamente gli occhi ed io mi rendo conto della parola che ho usato: amore. Dio, mi sono innamorato della mia migliore amica.
"Simone..." La interrompo, posandole un bacio sulle labbra. "Emmì, ascoltami...magari è troppo presto ma probabilmente mi sono innamorato di te a quella festa, quando ti ho guardata negli occhi per la prima volta. Sei così pura Emma e tutti si innamorerebbero di te. Sei perfetta ed io sono estremamente fortunato." Ancora una volta le parole mi escono a raffica ed io mi sento liberato di un enorme peso: è così bello essere sinceri, senza filtri. Emma mi prende la mano senza dire nulla e mi trascina in un vicolo, inchiodandomi poi al muro. "Qui staremo più tranquilli, lì c'era troppa confusione." Giustifica il suo gesto, facendomi annuire. "Ascolta Simo, non so cosa provo per te, forse mi piaci e basta, forse sono innamorata. La mia scorsa relazione mi ha destabilizzata. Non so se sono mai stata veramente innamorata oppure era abitudine, ma vorrei capire il significato dell'amore con te. Siamo due persone un po' rotte. Entrambi abbiamo pensato che l'amore facesse soffrire e basta, ma adesso insieme stiamo riscoprendo nuove emozioni. Io non so cosa succederà ma so per certo che in questo momento sto bene, sono serena ed è solo grazie a te che hai saputo rimettere in sesto il mio cuore. Ci siamo aiutati a vicenda e i nostri sentimenti sono nati in modo spontaneo e naturale. Sei la persona che mi rende felice." Dopo il suo discorso ho gli occhi lucidi. Non pensavo che avrei potuto piangere di nuovo per una ragazza, ma questa volta in modo positivo. "Anche tu mi rendi felice Emmì, veramente tanto." L'attiro a me e do vita ad un bacio passionale. Non mi stancherò mai di sentire le sue labbra sulle mie, è come se le nostre bocche fossero state fatte per essere legate. Le accarezzo i fianchi mentre lei ha le mani poggiate sulle mie guance e continuiamo a baciarci per una manciata di minuti. Quando ci stacchiamo il suo sorriso illuminato dai lampioni è ancora più grande e mi si scalda il cuore a pensare che sia merito mio. "Vieni, torniamo a passeggiare." Suggerisco, intrecciando nuovamente le nostre mani. "Ti seguirò ovunque andrai." Risponde, stringendo più forte le nostre dita.

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Entro in casa seguito da Sara e mi chiudo la porta alle mie spalle. Mia sorella ha avuto la geniale idea di passarmi a prendere al corso dopo l'appuntamento con Emma e mi ha torturato di domande durante tutto il viaggio di ritorno a casa. "E dai Simo, perché non vuoi dirmi nulla?" Continua a supplicarmi ma io non la sto ad ascoltare e mi dirigo al frigo per prendermi un bel bicchiere di acqua fresca. Sara però non è contenta quindi mi segue anche in cucina per tormentarmi con i suoi interrogatori. "Dove sono mamma e papà?" Chiedo, cercando di cambiare discorso. "Stanno dormendo, erano parecchio stanchi. E non cercare di cambiare argomento con me, ti conosco troppo bene fratellino!" Esclama, puntandomi un dito contro. "Sara se non ti dico nulla è perché, evidentemente, non c'è nulla da dire." Ribatto secco.
"Ma dai, almeno se è andato bene o male." Continua ad insistere, facendomi sospirare. "È andato tutto bene, è stata una bella serata... adesso posso andare a dormire? Sai è quasi l'una e domani c'è scuola." Poso il bicchiere ormai vuoto sull'isola della cucina e faccio per dirigermi verso la mia camera, ma mia sorella mi blocca la strada, ancora. "Quindi adesso state insieme? Emma è ufficialmente mia cognata?" Domanda con gli occhi speranzosi. "No Sara, quando succederà te lo dirò. Adesso, sul serio, sono parecchio stanco quindi ti auguro una buonanotte e vado a dormire. Ciao sorellona." Le lascio un bacio sulla fronte e me ne scappo a gambe levate, senza ascoltare la sua risposta.
Quando arrivo in camera mia mi butto sul letto ancora vestito e mi tornano in mente frammenti della serata passata in compagnia della ragazza più bella del mondo. Abbiamo continuato a passeggiare e ci siamo fatto scattare delle foto che Emma dovrebbe mandarmi a breve. In effetti, questa potrebbe essere un'ottima scusa per scriverle e non sembrare troppo appiccicoso.

A Emmina 🌻:
Hei baby, dovevi mandarmi delle foto o sbaglio?

Da Emmina 🌻:
Sei impaziente Baldasseroni, eh. Aspetta che le cerco.

Mi mordo il labbro immaginandola mentre mi dice quello che ha scritto e mi chiama con il cognome, che puntualmente sbaglia a pronunciare. È così sexy il suo accento maltese ma quando non dice le parole in italiano in modo corretto è la mia debolezza.
Le foto mi arrivano in un batter d'occhio e non posso che concordare con mia sorella quando mi dice che sono diventato un sottone.
Guardo Emma come se fosse l'ottava meraviglia nel mondo e ho un sorriso da ebete in tutte le foto. Lei è sempre incredibilmente bella e, proprio come mi ha detto, accanto a me è estremamente felice.
Le mando un ultimo messaggio, dicendole di sognarmi e, constatando che sono davvero molto stanco, indosso il pigiama e mi metto a dormire, con la consapevolezza che ho al mio fianco la ragazza che amo.

Ciao raga,
eccomi finalmente con un nuovo capitolo.
Emma e Simone si sono detti ti amo per la prima volta, spero vi piaccia il modo in cui si trattano a vicenda perché io li trovo estremamente carini.
Vedremo se sarà tutto rose e fiori...
ci sentiamo sabato, grazie ancora a chi mi ha aspettato!
Lara 🕊

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