Capitolo 3

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Nobody pov

Seokjin era un ragazzo apparentemente normale, il suo aspetto era sempre e comunque impeccabile, in qualsiasi situazione.
Le persone, all'apparenza, avrebbero potuto giudicarlo come un essere perfetto.

Fin da piccolo fu abituato ad indossare una maschera che non lasciasse trasparire emozioni, che lo rendesse un foglio di carta lucido e immacolato, perfetto.

Gli fu sempre insegnato come sfuggire alle situazioni ambigue magnificamente, gli fu mostrato come manipolare le perone, come comandare e incutere timore.
Gli fu insegnato di tutto e di più, per renderlo perfetto per qualsiasi situazione.

Ma lui lo sapeva.
Sapeva di non essere quella perfezione assoluta che tutti cercavano di creare in lui, perció cercò solo di mascherare anche i suoi piccoli difetti, creando un involucro per proteggerlo dal mondo e dalla sua cattiveria, da tutte le sventure e i malanni che gli altri cercarono di recargli.

Lui doveva apparire perfetto, oppure non sarebbe andato bene, per nessuno, lui voleva solo rendere chi lo circondava fiero, fiero di lui e del modo in cui otteneva le cose.

Avrebbe dovuto intraprendere la strada di suo padre, diventare ciò che non era pur di continuare a vivere secondo i principi dettati dalla sua famiglia, avrebbe dovuto vivere nell'ombra, procurarsi denaro in modo illegale e intraprendere una vita famigliare solo per procreare e insegnare ai propri figli come mentire e disonorare la brava gente, quella che guadagnava soldi in modo lecito e faticando.

Lui non voleva essere come queste persone, anche se la maschera che indossava impediva agli altri di vedere cosa lui in realtà nascondesse, lui avrebbe tanto voluto gridare i suoi pensieri, raccontarli a tutti, tutti quanti.
Avrebbe voluto essere libero di fare ciò che voleva, senza limiti né costrizioni.

Voleva vivere come qualsiasi suo coetaneo, come la maggior parte della gente.
Voleva andare in una scuola pubblica, avere amici, incontrarsi e giocare, combinare cazzate, trovare l'amore.

Una di quelle cose di cui Seokjin ignorava bellamente l'esistenza era proprio l'amore.
Aveva sentito molte opinioni a riguardo, c'era chi diceva essere la fine di qualsiasi problema, se tu amavi vivevi felice.
Poi, invece, c'era che affermava l'esatto opposto, che l'amore era distruzione, che dove passasse lasciasse cuori spezzati, vite rotte a metà, anime che si stavano via via sgretolando sotto il peso di quei sentimenti troppo potenti, che nessuno era in grado di sostenere.

Lui voleva scoprire cosa fosse questo sentimento chiamato amore, così ricercato dall'uomo, ognuno passava la vita a cercare la sua anima gemella, quella che lo avrebbe completato una volta per tutte, colmato di ogni sentimento positivo.
Quella cosa che poi lo avrebbe semplicemente distrutto solo con un soffio, come un castello di carte.

Seokjin era arrivato a una conclusione, entrambe le parti avevano ragione.

Si era stampato in testa una frase, una specie di motto a cui faceva appello quando il suo cervello si inoltrava nell'argomento amore: l'amore può regalare, ma allo stesso tempo, distruggere tutto, ogni certezza, ogni altro sentimento, ogni vita, qualsiasi cosa.

Durante tutto il periodo dell'adolescenza cercò di sembrare un ragazzo normale, ma il fatto di frequentare lezioni private non lo aiutava nemmeno dal punto di vista sociale.

Quando il padre gli disse che era arrivato il suo momento, quello di prendere il suo posto e sostituirlo, lui prese tutto il coraggio che possedeva e disse un chiaro e secco no.

La risposta sorprese molto la sua famiglia, si chiedevano dove avessero sbagliato ad educare quel ragazzo che non aveva mai recato loro alcuna delusione, si chiedevano perchè avesse improvvisamente deciso di ribellarsi, risultando patetico ai loro occhi.

Lo cacciarono di casa senza pensarci troppo e aspettarono che suo fratello minore raggiunse la maggiore età per affidargli il suo incarico.

Però, i suoi speravano comunque che un giorno tornasse in ginocchio, pregando di essere riammesso in famiglia, non spezzarono i contatti con lui.

Egli ogni mese riceveva del denaro, denaro che sapeva essere sporco, sapeva che persone avevano versato sangue per permettergli di avere tra le mani quei freddi pezzi di carta colorati che comandavano la vita di qualsiasi essere vivente.

Decise di trovare un lavoro, e così fece.
Comprò una casa con i soldi che gli spedivano all'inizio per poi donarli a varie associazioni, dal primo all'ultimo centesimo.

La sua vita continuò come quella di qualsiasi altra persona, il suo lavoro lo occupava il giusto, lasciando spazio anche alle sue passioni, le cose che amava fare e a cui mai avrebbe rinunciato.

A destabilizzare il moto perpetuo della sua vita arrivò quella ragazza, Y/n, la sua nuova collega.
Era gentile, educata, cercava sempre di trattarlo nel migliore dei modi, aveva quasi un certo terrore a parlare con lui, ma a Seokjin questo fatto non diede alcun fastidio.

La trovò dannatamente carina.

Più i giorni passavano più scopriva cose nuove su suo conto, sui suoi modi di fare, sulle sue opinioni.
Semplicemente, era stato cresciuto per capire queste cose, e lui, da bravo studente, le aveva imparate alla perfezione, riusciva quasi a leggere i pensieri del suo prossimo.

Quella ragazza aveva qualcosa di particolare che Seokjin notò subito.
Nemmeno lui sapeva di cosa si trattasse, era certo solo di una cosa, non era una coincidenza.

Vedeva una sorta di filo invisibile teso tra loro due, che cercava di legarli assieme, ma il loro legame troppo vacuo impediva alle due estremità di combaciare.

L'avrebbe volentieri conosciuta meglio, avrebbe voluto parlarle e scoprire cose nuove sulla sua personalità, avrebbe voluto raccontarle pezzi della sua storia.

A lui serviva stare in contatto con qualcuno che non fosse marcio dentro, qualcuno come Y/n.
Decise di invitarla a fare due passi, sapeva già di cosa Jungkook gli avesse voluto parlare, era così scontato: era l'ennesima richiesta della sua famiglia di tronare da loro.

Approfittò di questo incontro per portare la ragazza a fare due passi, per socializzare, come si suol dire.

Voleva davvero scoprire perchè pensasse già di avere un legame così forte con quella ragazzina che continuava ad osservarlo durante tutto il suo turno, che arrossiva alle sue parole e lo faceva sorridere.
Seokjin voleva diventare almeno amico di Y/n

Angolo autrice

Ilyyyyy
Boh, vi piace?

Jin lo amo...
E... volevo... Dire che aggiornerò spesso, yuppie

Amatemi (scherzo,ma se volete farlo fatelo pure eh, nessuno ve lo vieta uwu)

Comunque mi sta piacendo fess a me questa storiaskisajjd
I purple you 🧡

My precious sweet ••• SeokjinxreaderDove le storie prendono vita. Scoprilo ora