Capitolo 7

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Erano le nove di lunedì mattina e io stavo preparando la colazione per me e per mia madre. Papà, come ogni mattina, si era svegliato alle cinque per andare a lavoro e, con tutta la sua delicatezza, aveva svegliato sia me che mia madre, d'altro canto non è certo colpa di mio padre se le pareti si spostano per colpirlo.
Ridacchiai tra me e me scuotendo la testa, ecco da chi avevo preso la mia goffaggine.
Iniziai a spalmare il burro di arachidi sul pane per poi adagiarvi sopra le fette coperte di marmellata alle arance.
Sentendomi estremamente soddisfatta per ciò che avevo appena finito di preparare, mi voltai per raggiungere i fornelli e togliere dal fuoco il bollitore; riempii due tazze di acqua calda e vi lasciai due bustine di tè verde in infusione.
Dal nulla e senza nessun input esterno, iniziai a canticchiare una canzone mentre lavavo gli utensili di cui mi ero servita per preparare la colazione.
"Don't complicate it, cause I know you and you know everything about me" chiusi il rubinetto dell'acqua e iniziai a cercare uno straccio per poter asciugare i piatti.
"I can't remember. All of the nights I don't remember, when you're 'round me" mi muovevo tra un mobile e un altro creando degli stupidi ed imbarazzanti passi di danza, se qualcuno avesse immortalato questo momento, di certo si sarebbe fatto una bella risata e poi chi lo sa, magari anche un bel po' di visualizzazioni su YouTube.

"I've been dancing on top of cars and stumbling out of bars, I follow you through the dark, can't get enough.
You're the medicine and the pain, the tattoo inside my brain
And, baby, you know it's obvious" continuavo a sussurrare per impedire di disturbare il sonno di mia madre e, appena trovai ciò che stavo cercando, iniziai ad asciugare i piatti.
"I'm a sucker for you, say the word and I'll go anywhere blindly.
I'm a sucker for you, yeah, any road you take, you know that you'll find me.
I'm a sucker for all the subliminal things no one knows about you" la canzone dei Jonas Brothers continuava a risuonare nella mia testa ancora e ancora, fino a che, finito di asciugare l'ultimo piatto, misi le fette di pane con la marmellata e il butto di arachidi sul vassoio in legno, proprio accanto alle tazze di tè e, smettendo di canticchiare, mi incamminai lungo il corridoio fino a che non mi ritrovai difronte la camera dei miei genitori.
Rimanendo in punta di piedi abbassai la maniglia e accendendo la bajour, poggiai il cibo sul comodino.
Mia madre iniziò a muoversi e io, sorridendo, mi avvicinai al suo corpo poggiando le mani sul suo braccio.
"Mamma, svegliati" sussurrai cercando di non importunarla troppo con il mio tono di voce squillante.
"Mamma, guarda cosa ti ha preparato la tua figlia preferita?" Dissi ridacchiando appena.
Mia madre aprì gli occhi lentamente e corrugando le sopracciglia, mi rivolse un sorriso.
"Grazie tesoro mio" mi rispose baciandomi amorevolmente la guancia, così mentre lei si metteva comoda per mangiare, io salii sul letto con lei per poter godere della colazione in sua compagnia.
"Una volta ero io a farlo per te"
"Beh, direi che è arrivato il mio turno" risposi io rivolgendole un lieve sorriso.
"Mi mancherai tantissimo vita mia" singhiozzò mia madre rivolgendomi un abbraccio. Io rimasi senza fiato e le parole rimasero intrappolate nel mio corpo. Non mi sarei mai aspettata una reazione del genere in questo momento; ancora era mattina e sarebbero passate molte ore prima del nostro effettivo saluto.

"Mamma calmati, ti prego. Ci sentiremo ogni giorno, promesso."
La informai liberandomi dal suo abbraccio.
Lei annuì asciugandosi le guance e ricomponendosi,iniziammo a fare colazione tra ricordi e risate gioiose.

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"Per che ora vuoi che ti accompagnamo?" Mi domandò mia madre mentre sistemavamo il letto matrimoniale.
"Con Bonnie ci siamo accordate verso le quattro direttamente all'appartamento" la informai piegando il pigiama di mio padre.
Finimmo di sistemare casa e io mi chiusi all'interno della mia stanza per guardare qualche serie TV, o almeno questo era il mio intento.

Erano le undici e mezza di mattina quando il mio telefono iniziò a squillare, sullo screen comparve un numero a me sconosciuto, dai primi numeri capii che si trattava di un numero fisso, così in tutta tranquillità risposi al telefono pensando che potesse essere una mia amica.
"Pronto?" Dissi io appena accettai la chiamata, dall'altra parte della cornetta non rispose nessuno.
Aggrottai le sopracciglia e assicurandomi di aver risposto veramente al telefono, provai a parlare nuovamente.
"Chi è?" Domandai sempre più confusa. Completamente irritata decisi di riattaccare e, poggiando il telefono sul mio letto, afferrai il mio computer pronta per vedere un altro episodio di Game of Thrones. Mentre la sigla della trasmissione fuoriusciva dalle casse, il mio telefono suonò un'altra volta e io, concentrata sullo schermo del mio portatile decisi di riattaccare. Mentre battevo le dita sulle coperte a ritmo di musica il mio cellulare suonò nuovamente costringendomi a bloccare l'episodio per rispondere al telefono più arrabbiata che mai.
"Si può sapere chi parla?" Il mio tono di voce non era più soave ed educato ma aggressivo. Dall'altra parte del telefono continuai a non sentire assolutamente niente così, in preda alla rabbia, esplosi.
"Ascoltami bene, chiunque tu sia, hai scelto la persona sbagliata per i tuoi stupidi scherzi telefonici e non sprecare il tuo tempo a richiamarmi perché spegnerò il telefono!" Non penso di aver mai parlato a qualcuno in un modo simile, sicuramente non era da me ma oggi era un giorno particolare,avevo i nervi a fior di pelle e persino uno scherzo tanto idiota come questo era bastato a farmi sclerare contro uno sconosciuto.
Prima che io potessi riattaccare, potei udire una risata mascolina. Rimasi completamente pietrificata a una reazione del genere e senza che il mio 'interlocutore' dicesse una sola parola,  la canzone sucker dei Jonas Brothers iniziò a risuonare dal mio telefono, aggrottando le sopracciglia mi assicurai che la musica non provenisse dal mio lettore musicale istallato sul display del mio apparecchio elettronico, poi mi resi conto che in realtà il suono non proveniva direttamente dal mio telefono ma dal cellulare della persona che mi aveva contattata.
Quante possibilità avevo che in realtà la canzone non era stata scelta dall'uomo che adesso rideva di me per la seconda volta ma dalla radio posta vicino al mio molestatore?
Probabilmente la risposta sarebbe stata 'molto alta dato che ora sulla radio mandano solo questa canzone.'
Ma quante probabilità avevo io di cavarmela in questo modo? Il 6%.
Praticamente nulle.
Prima di poggiare il telefono sul letto riattaccai e,chiudendo il mio portatile mi scaraventai verso la mia finestra per chiudere le tende in modo che nessuno potesse vedere la mia stanza dal fuori.
Iniziando a respirare a fatica mi diressi verso il bagno dove bagnai il mio viso con l'acqua ghiacciata.
Dovevo riprendermi alla svelta, mia madre non poteva vedermi con l'espressione sconvolta che attualmente stavo sfoggiando.
Probabilmente tutto questo si sarebbe interrotto una volta che mi sarei trasferita nel mio nuovo appartamento: come faceva uno psicopatico a guardarmi al di fuori dell'edificio se mi trovato al quarto piano di un condominio? Come si sarebbe intrufolato in camera mia con tutti i vicini che avrei avuto?
Più ci pensavo e più mi convincevo che l'appartamento scelto da me e da Bonnie sarebbe stato perfetto per noi.
Feci un respiro profondo e osservai il mio riflesso.

"Dopo oggi cambierà tutto, cambierò il mio numero di telefono e quel maledetto stalker si stancherà di provare a torturarmi se non ne sarà in grado. Devo solo aspettare qualche ora" dissi a me stessa cercando di tranquillizzarmi da sola.
Mentre osservavo lo specchio per l'ultima volta, mia madre bussò alla porta del bagno attirando la mia attenzione.
"Tara va tutto bene? È da un po' che sei in bagno" corrugando le sopracciglia osservai l'ora al mio orologio avevo passato in bagno più di venti minuti a fissarmi allo specchio.
Rilassando i muscoli del mio viso mi diressi verso la porta e trovandomi difronte il volto preoccupato di mia madre, le risposi:
"Sto bene mamma"

-"I've been dancing on top of cars and stumbling out of bars
I follow you through the dark, can't get enough
You're the medicine and the pain, the tattoo inside my brain"-
[Sucker:Jonas Brothers]

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Eccomi con un nuovo capitolo per YleniaMcCann che con i suoi commenti mi ha riempito la giornata di gioia, a sua richiesta ecco il capitolo 7 di "Il Possessore"

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Hai finito le parti pubblicate.

⏰ Ultimo aggiornamento: Oct 13, 2019 ⏰

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