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John

Le sorrido da lontano e anche da questa distanza riesco a vedere una scintilla di fastidio balenare nei suoi occhi.

Poggia il capo sul banco, per frustazione, suppongo.

Decido di irritarla ulteriormente sedendomi accanto a lei. Lancio lo zaino alla rinfusa sul banco, cercando di attirare la sua
attenzione.

Niente, continua ad ignorarmi o perlomeno ha la decenza di non dirmi chiaramente in faccia che le sto sul cazzo.

La guardo e non posso fare a meno di notare che i suoi capelli sono di un colore bellissimo.
Ho appena detto che la chioma di questa ragazza è bellissima? Ma che cazzo mi prende?!

«La smetti di osservarmi? Il tuo sguardo mi sta bucando le ossa», risponde senza guardarmi.
«Dovresti essere onorata per il fatto che ti stia dedicando una parte del mio tempo prezioso.»

Le sue spalle vengono scosse da una risata beffarda. Dovrei essere io quello che si prende gioco della gente, non viceversa.

Non capisco perchè questa ragazza mi abbia attratto. È come tutte le altre, giusto?
Sposto leggermente lo sguardo e incontro quello di James, incazzato e indispettito dal
mio atteggiamento menefreghista.

«Sparisci, bello. Quel posto è riservato al sottoscritto», serro la mascella, facendogli
capire che non ammetto repliche.

«E chi saresti tu per dirmi quello che devo o non devo fare? Mio padre?» Inarca un sopracciglio, sapendo di esercitare un certo potere su di me scagliandomi quelle parole
contro.
«Lurido figlio di puttana, io ti ammazzo!» Gli urlo lanciandomi nella sua direzione.

Cade dalla sedia finendo sul pavimento ed io non posso frenarmi dal non prenderlo a botte.

Lo picchio a sangue e non mi rendo neanche conto che intorno a noi si è creata una capannella di persone che guardano stupite la scena, facendo il tifo per l'uno o per l'altro.

James sa bene chi è il più forte tra noi, visti i nostri precedenti, ma questo non basta a frenargli quella stupida bocca del cazzo.
Piccole mani ma salde, mi tirano per la felpa cercando invano di farmi smettere.

«Non ti diverti più, lurido bastardo?!» Gli sbraito contro.
In questo preciso momento interviene il professore che avendo una statura grossa,
riesce a separarci definitivamente.

«Non accetto un tale comportamento e per giunta il primo giorno di scuola!» Urla furioso. «Walker, vada immediatamente in presidenza!» Fa una pausa per riprendere fiato, poi indica James e gli urla: «E lei vada in infermeria per assicurarsi che non abbia nulla di rotto!»
«Che vadano tutti al diavolo», borbotto prendendo lo zaino e catapultandomi fuori
dall'aula.

Mi dirigo verso la Presidenza, sapendo già cosa mi aspetta una volta oltrepassata quella soglia.

Entro senza bussare e le uniche parole che osa pronunciare il Preside Smith appena mi vede sono: «Cosa ha combinato stavolta, Walker?»

Entro senza bussare e le uniche parole che osa pronunciare il Preside Smith appena mi vede sono: «Cosa ha combinato stavolta, Walker?»

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Mi ritrovo sempre nei guai. Colpa di quello str... AH! Non posso neanche addossargli l'intera colpa, perchè ovviamente il colpevole non è chi sa usare bene la bocca, ma chi perde le staffe e tira cazzotti alla ceca.

Dopo una lunga chiaccherata con il Preside, il quale mi ripete in cotinuazione che per le mie 'bagianate' potrei perdere l'anno, sono seduto sul muretto di questa orribile scuola a fumarmi una sigaretta.

Credevo che stavolta l'avrei passata liscia, raccontando realmente com'erano andati i fatti, ma per mia sfortuna non è andata così.

Sono costretto a rimanere oltre le cinque del pomeriggio per ripulire da cima a fondo questa vecchia baracca.

Mi guardo la mano destra e come immaginavo trovo dei tagli profondi sulle nocche. Si rimargineranno, penso. Adesso non è questo il problema principale; la ragazza dal caratterino scorbutico e dalla personalità stramba è la mia priorità.

È stato un incontro casuale, eppure non riesco a togliermela dalla testa.

Stamattina, dopo averle urlato dietro che era stato un vero piacere conoscerla, ho continuato dritto per la mia strada senza mai smettere di pensare che ha gli occhi della tonalità più particolare che io abbia mai incrociato. Di solito il mio sguardo percorre le curve di una ragazza, non i lineamenti del viso; tendo ad attrarle con il mio fascino e non sono abituato a sentirmi rispondere a tono. Se desidero una cosa, la ottengo e basta. Vinco sempre io, non importa il mezzo con cui arrivo alla vittoria, se sono leale o meno. L'ho sempre vinta io, e non vedo perchè questa volta debba andare diversamente.

Lascio cadere la sigaretta sull'asfalto, pestandola col piede e rientrando a scuola.

Lascio cadere la sigaretta sull'asfalto, pestandola col piede e rientrando a scuola

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