Veronica Cooper:
Testarda, impulsiva e sicura di sè. La figlia prodigio che ogni genitore vorrebbe e la studentessa modello che ogni ragazza della scuola invidia.
Cosa vuole fare nella vita non le è ancora chiaro, avendo appena diciotto anni, ma su...
Tre lezioni dopo sono davanti al mio armadietto per riporre il mio zaino e prepararmi - sia fisicamente che mentalmente - a interpretare il ruolo di Cenerentola in un college grande quanto il castello del Conte Dracula.
Come se i miei problemi non fossero già abbastanza, mi tocca condividere la mia pena con il ragazzo più strafottente che io abbia mai conosciuto. Crede di poter manipolare chiunque, penso sbattendo con rabbia l'armadietto.
Quello che è accaduto a pranzo è solo un assaggio di ciò che gli farò patire; lo spedirò negli inferi senza neanche che abbia varcato il portale.
Ho bisogno di silenzio, il caos che ho in testa non mi aiuta di certo. Chiedo a un paio di ragazze che si sta dirigendo verso l'uscita informazioni su dove si trovi la biblioteca, che successivamente raggiungo.
È vuota: c'era da aspettarselo. Cerco con lo sguardo la segretaria dietro al bancone, ma anche lei non c'è; ciò significa che non dovrò avvisarla della mia improvvisa presenza.
Cammino tra le alte librerie con innumerevoli scaffali impolverati. Da quanto questo posto non viene ripulito? Solo dopo mi rendo conto che a distanza di poco sarò io, a far scintillare questa enorme sala.
Mi accomodo nella sezione dei romanzi rosa, sebbene mi piaccia di gran lunga il fantasy. Se fossi costretta a scegliere tra questi due generi, non saprei proprio quale sarebbe la mia risposta; il fantasy è qualcosa che...non so di preciso, a parole sarebbe complicato da spiegare. Molte delle volte questo genere di libri non è solo tale, coinvolge anche il genere rosa. Forse è per questo che non potrò mai fare a meno di entrambi.
Sfioro con l'indice il dorso dei libri, per potermi immedesimare in una nuova e liete storia d'amore; una storia che credo io non potrò mai vivere.
Mi colpisce una copertina di velluto, dal colore rosso acceso con disegni antichi dorati. Lo prendo e con l'altra mano lo libero da quella polvere opprimente che gli si trovava appiccicata. Sulla copertina vi è il nome La rosa d'Inverno di Kathleen E. Woodiwiss: un classico.
La prima volta che lo lessi fu a l'età di quattordici anni: mi fu regalato da mia nonna che me lo affidò prima che morisse di vecchiaia. Sono passati quattro anni da allora ma il suo ricordo è ancora vivido nella mia mente. Come tutti i ricordi che ci ha lasciato prima di abbandonarci. Prima di abbandonare me.
Il nostro legame era qualcosa di indissolubile e di speciale. È stata lei a insegnarmi tutto ciò che c'era da sapere sul mondo, sui libri e sulle persone. Mi ha fatto conoscere un Universo parallelo: quello della letteratura e dei romanzi. Prima d'allora non pensavo che la lettura potesse essere così essenziale per me. Ora è diventato tutto. Lei era tutto per me. Ma come al solito il destino ha voluto togliermi anche quella poca felicità che possedevo, ritrovandomi sola, con un fardello sulle spalle più grande di quanto io possa sostenere.
Scuoto il capo affinchè quei pensieri malinconici abbandonino la mia mente, che desidera solo essere lasciata in pace. Tiro fuori dalla tasca della felpa le mie adorate cuffiette, che indosso all'istante: adoro ascoltare una canzone di sottofondo mentre leggo un buon romanzo.
Mi siedo sul pavimento con le spalle al muro, incrociando le gambe e perdendomi tra le pagine di una storia che non è la mia.
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