La prima volta che seppi della Magia avevo poco più di cinque anni. Ricordo con chiarezza che fuori dalla finestra imperversava una notte piovosa.Ero accoccolata sulle gambe di mia madre Jane, avvolta dal delicato profumo che si respirava tra le sue braccia e dal gradevole tepore che emanava il suo petto.
Penso che, in realtà, prima che il mio destino prendesse una svolta drammatica, avessi sempre saputo della vera natura di mia madre Jane.
Certo, non sapevo che fosse una Maestra di Magia Bianca, e nemmeno sapevo dell'esistenza di una qualsiasi forma di potere sovrannaturale che permettesse di cambiare la realtà nel bene o nel male.
Sapevo però che nel suo modo di accudirmi, di parlarmi dolcemente e di far passare ogni mio timore, c'era un po' della magia di cui una donna si serve per diventare una madre.
Ero cosciente della magia dei suoi sorrisi, capaci di contagiare chiunque posasse lo sguardo su di lei, e in seguito sarei stata cosciente anche della magia della tenacia che utilizzava per affrontare i mille pericoli che comportava il desiderio di proteggere me, che ero la cosa più importante della sua vita.
Quella sera, mentre ero accoccolata su di lei, mia madre intonò una canzone per farmi addormentare.
Come ogni sera, era consuetudine aspettare il ritorno di mio padre Harry da lavoro. Ero convinta che fosse un impiegato in un'azienda automobilistica.
Ovviamente erano i finti racconti che mi sentivo ripetere ogni giorno, gli stessi racconti che erano necessari per garantire la mia sicurezza.
Sono fiera di mio padre, e sono orgogliosa di come facesse sacrifici giorno dopo giorno per allontanare da me le Forze Oscure della Magia Nera.
Ogni sera, sebbene tornasse quasi sempre tardi, attendevo speranzosa con mia madre che tornasse in tempo per cena. Prima di qualche anno non avrei saputo che in realtà restava immobile tutto il giorno, poco lontano da casa, formulando incantesimi di protezione dalla Magia Nera.
Era tanto vicino alla nostra abitazione che forse sarebbe bastato affacciarsi dalla finestra per scorgerlo. Peccato che la mia altezza e la mia età non mi permettessero né di raggiungerla né di pensare di vederlo tanto vicino.
Aspettavo la sera specialmente per sentirmi raccontare false esperienze di mio padre vissute sul posto di lavoro e dei diverbi con il capo, inventati perché mostrassi quei sorrisi che a loro piacevano tanto.
Quella sera, il cibo sulla tavola ben preparata si freddò, e il buon odore che emanava si dissolse lentamente nell'aria.
Io ero molto stanca dopo aver trascorso il pomeriggio a giocare e ad ascoltare compiaciuta le belle storie che mia madre aveva il dono di saper raccontare; nonostante avessi il desiderio di riabbracciare mio padre, stavo cominciando ad assopirmi tra le braccia di mia madre.
L'unica cosa a non affievolirsi con il passare dei mituti era il desiderio di mia madre di dare un bacio a suo marito, e ovviamente quello di trascorrere una bella serata in famiglia, come ogni giorno.
Ricordo chiaramente che trascorse un'ora. Poi due. Sebbene fossi trascinata lentamente nei miei sogni cercavo di restare in dormiveglia, perché bramavo con tutto il cuore di sentire le chiavi girare nella porta e i passi di mio padre farsi più vicini a noi.
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Dimenticando il futuro
Romance"Guardare con amore gli occhi di un uomo che sai di dover eliminare può esserti fatale. Specialmente se quest'uomo è stata la causa dei dolori di tutta una vita. Specialmente se quest'uomo minaccia tutto ciò per cui sei nata. Specialmente se quest'...