Ferite che sbiadiscono

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12 anni dopo.

A volte il tempo rimargina ferite che non ti saresti mai aspettata, e scopre vulnerabilità che non sapevi neanche di possedere.
A volte.

Con me era accaduto esattamente il contrario. Convivevo giorno dopo giorno con dolori evidenti e sbiaditi allo stesso tempo, persi in ciò che ricordavo dei miei 5 anni.

Eppure nonostante questo mi ero lasciata indietro le mie vulnerabilità e le avevo sostituite pian piano, sforzo dopo sforzo, lacrima dopo lacrima, con degli importanti punti di forza, che diventarono parte di ciò che ero, o meglio, parte di ciò che dovevo essere.

Avevo cominciato a convivere pacificamente con l'idea di morire per gli altri, dove prima c'era solo una repulsione istantanea anche per la sola idea di mettere a rischio la mia vita per quella di persone che non conoscevo.

Purtroppo il desiderio dei miei genitori di proteggermi mi aveva tenuta nascosta non solo dalla Magia Nera, ma anche da tutto ciò di buono che c'era nel Mondo, come l'amicizia, o l'amore, se così posso chiamarlo. Non mi aveva reso cosciente di quanto le altre persone fossero preziose, al di fuori del legame familiare. Aaron era stato dal primo giorno attratto da me o da ciò che ero, ed io ero stata profondamente stregata da lui, forse perché il sentimento che provavo per lui fosse sincero, o forse perché fu solo il primo ragazzo che conobbi, ma questo lo avrei scoperto solo mesi dopo.

Sebbene fossi ancora profondamente segnata dalla perdita, ciò non mi impedì di diventare più matura e più potente. Anno dopo anno avevo scoperto i miei poteri, e avevo imparato cose che non avrei mai creduto possibili. Fin dal primo giorno, quando misi piede in quel luogo, in quel luogo di apprendimento, o meglio, nel luogo dove ogni ragazzo o ragazza poteva scoprire sé stesso, misi tutta me stessa per la causa per cui ero stata designata.

I motivi del mio cambiamento radicale furono tanti. Oserei dire che forse le mie ragioni coincidessero più con la vendetta personale che con la pace. Ma a questo non faceva caso nessuno. Non importava a nessuno. Io ero solo il mezzo da venerare che avrebbe salvato tutti.

Il Maestro Scott con il passare degli anni era diventato freddo, più che invecchiato. Continuava a professare quello stesso atteggiamento di superiorità che da piccola mi aveva tanto disturbata, ma nonostante questo seppe proteggermi sotto la sua ala e condurmi verso la scoperta di me stessa. Tutto quello che so e che sapevo allora proveniva solo dagli anni della sua esperienza, e mi tramandava ogni piccolo pezzo del suo sapere perché riuscissi a diventare la guerriera che si aspettava.

Lui non mi diede mai affetto, e io non ne diedi mai a lui.

Continuava a ritornarmi in mente, nonostante fossero passati anni, il giorno in cui non mi permise di salvare mia madre. Con la crescita dei miei poteri si accresceva anche il rancore che serbavo nei suoi confronti. Non mi passò neanche per la mente l'idea lui potesse aver ragione, e che mia madre potesse essere veramente morta.

La speranza che lei potesse venire a prendermi da quel posto da un momento all'altro non si spense mai completamente, tanto che ogni sera, da quando arrivai in quel posto, non smisi di affacciarmi dalla finestra della mia camera per constatare il suo ritorno.

Magari mi avrebbe abbracciata forte. Magari mi avrebbe riempita di baci. Magari mi avrebbe cullata come faceva prima che succedesse tutto questo.
Magari era scappata, e stava cercando il modo di tornare da me.

Dimenticando il futuroDove le storie prendono vita. Scoprilo ora