Paulo y Zey

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Aprile 2019

«buscar la quinta pata al gato» ripeté Zaira mentre Paulo annuiva in videochiamata.
«in italiano è cercare il pelo nell'uovo, c'è anche la traduzione se vogliamo chiamarla così ma io preferisco questa» spiegò come se fosse un professore, aveva annuito alla richiesta della sua migliore amica di insegnarle qualcosa nella sua lingua e come evitare di farle imparare i modi di dire?
«sto guardando Narcos per questo motivo» Zaira si buttò sul letto e si mordicchiò il labbro inferiore per poi guardarlo, Paulo aveva qualcosa da dirle e lei stava solo aspettando che lui esternasse il suo malumore.
«con Federico?» solito di Paulo prendere prima tempo con i problemi altrui e poi sfogarsi dei suoi.
«fra di noi credo bene come coppia però so che c'è qualcosa che non va al cento per cento, ieri mi ha chiamata e l'ho sentito troppo male e poi mi ha chiesto se potessi salire per la partita contro la Fiorentina» storse il muso al nominare quella squadra non tanto per i giocatori in se, anche se con uno di loro ce l'aveva eccome, ma per i suoi tifosi che non avevano di certo speso buone parole per il suo uomo.
«si era nervoso stamattina in allenamento» commentò l'argentino dandole corda.
«lo so che soffre di questa lontananza Pau, ma non posso farci nulla ora come ora, tutte le volte che ci siamo visti sono state causate da una mia partenza, ho anche la scuola» il numero dieci non poté che darle ragione, lo sapeva anche lui che Zaira faceva tutto il possibile, l'aveva vista salire alla laurea di Azzurra per poi venir su al suo compleanno, ancora a Natale seguendolo a Courmayeur e poi a febbraio per il compleanno di Federico e addirittura aveva prolungato la sua permanenza fuori da Galatone dopo la gita scolastica.
«non dico che lui non fa nulla per me però certe volte ho come la sensazione che lui non abbia bisogno di toccarmi così come ce l'ho io» ammise Zaira sussurrando con le gote rosse e Paulo l'avrebbe voluta abbracciare.
Ricordava perfettamente come avevano iniziato ad essere amici dalla sera in cui Zaira aveva fatto la conoscenza di Federico, era bastata una conversazione minima per sapere che sarebbero diventati buoni amici e ottimi confidenti, Paulo si fidava di lei così come Zaira lo faceva di lui e si volevano un bene dell'anima.
«yo se» l'avrebbe lasciata parlare perché era ben consapevole che la sua migliore amica aveva bisogno di questo.
«è brutto quello che sto per dirti ma l'altra volta ho pensato di essere giunta ad un limite, non prendiamoci in giro Paulo, Federico ha venticinque anni io a momenti diciotto e questi sette anni per quanto possiamo prenderli sotto gamba pesano a tutti quanti» Zaira strinse gli occhi e sbuffò un po' poi guardò il soffitto, sentiva gli occhi pizzicare e avrebbe voluto scoppiare a piangere senza sosta.
«Porque tú non lo dices a él?» la ragazza scosse la testa sorridendo, come poteva dire queste cose al suo ragazzo in un periodo così difficile?
«come glielo dico? Mi sento una bambina capricciosa Pau, una che vuole avere tutto e subito, invece a me manca il mio ragazzo, lo vorrei qui con me tutti i giorni e poterne parlare con i miei genitori, vorrei poterlo seguire in televisione e sorridere orgogliosa invece di dovermi nascondere, vorrei che lui fosse più sereno invece di sentirlo così giù. Ma allo stesso tempo penso a me stessa e inevitabilmente che...che anche lui...io lo so che non può scendere qui a Galatone perché è difficile ma cazzo Paulo» si mise una mano sul viso a frenare quel fiume di parole incontrollabile e doloroso.
«Federico te ama neña» gli si strinse il cuore a sentirla così eppure più che rassicurarla non si sarebbe permesso di far nulla.
«lo so, certe volte però non mi basta, sembra che di questa situazione ci soffra solo lui invece non è così, mi logoro anche io perché so che potrebbe lasciarmi e mettersi con una donna che non gli da tutti questi problemi che invece il mio essere così piccola comporta, ma lo amo e una vita senza di lui non riesco più ad immaginarla» non era arrossita solo perché le lacrime avevano avuto la meglio e se quella sarebbe dovuta essere una conversazione per Paulo era diventata una delle ennesime in cui Zaira non poteva che mostrarsi debole agli occhi del suo migliore amico.
«lo so che è difficile, chi meglio di me può parlarti delle difficoltà di una relazione a distanza? Eppure Federico non ha commesso uno dei tanti errori che io ho fatto con Antonella di sicuro e non so se lo sto ripetendo con Gabriela» Zaira sapeva perfettamente di cosa Paulo stesse parlando, Antonella aveva abbandonato la sua intera vita per seguirlo e il seguito si può trovare in ogni intervista che la stessa ha rilasciato.
«senti Dybala a proposito di Gabriela...per quanto tempo ancora vuoi stare con lei ma essere ossessionato da Zury?» lo incalzò prendendo proprio spunto da una sua parola.
«non lo so...non voglio lasciarla, mi da l'unica cosa che Azzurra non riesce a darmi» e Zaira sapeva bene di cosa Paulo stesse parlando: sicurezza e Azzurra non gliela dava.
«allora basta con lo scoparti qualcuno che non è la tua ragazza» non lo stava rimproverando, stava scavando dentro di lui senza alcun tono di polemica o che altro di simile.
«non posso lasciar perdere con Azzurra, non c'è una singola parte di me che non la vuole e sai che non parlo solo di fisico. Se solo lei potesse darmi questa minima sicurezza lascerei Oriana, lo sa anche lei» certo che la sua migliore amica ne era a conoscenza.
Perché così come Azzurra era sempre divisa fra il suo migliore amico e quella che era una delle persone più importanti della sua vita, così Zaira aveva da una parte Paulo e dall'altra Azzurra, per entrambe non era mica facile.
«penso solo che ne dobbiate parlare, ma seriamente Paulo, trova un momento perché di sentirti così a me non va mica» certo non menzionò le condizioni con le quali Zury le parlava di lui perché se non lo faceva lei Zaira non aveva adito di poter svelare certe cose che sarebbero dovute rimanere ancora ignote all'argentino.
«ogni volta che la chiamo o che lei mi chiama per vederci mi sento bene, oltre al fatto che fare sesso con lei è...-si interruppe lasciando intendere- grandioso, ma proprio perché con lei ci sono i momenti successivi in cui ci ritroviamo a sussurrare la nostra vita, mi capisce neña senza bisogno di parlare, con Oriana invece ci sono alcuni argomenti che non posso toccare e molte cose che devo evidenziare» confessò senza paura e vergogna, parlare di ciò che provava per Azzurra lo faceva sentire un traditore della peggior categoria nei confronti della sua ragazza, sapeva che avrebbe dovuto lasciar perdere prima o poi e sperava solamente Azzurra potesse dargli quell'opportunità di cui Paulo aveva bisogno, e più che l'opportunità la sicurezza che necessitava come l'acqua.
«di Emre che mi dici?» Zaira lo stuzzicò consapevole di toccare un tasto che lo avrebbe fatto saltare, e così fu.
«mi sta sul cazzo, ma che ha più di me quello?» scattò Paulo come previsto facendo ridere di gusto Zaira che scosse la testa rassegnata.
«con Emre non si deve nascondere ma sopratutto Emre è libero, te stai con Oriana» forse sotto sotto però Zaira non lo biasimava, un po' era capace di comprendere perché Paulo non riuscisse a lasciare la sua attuale ragazza, ma d'altra parte aveva ben capito che l'argentino non voleva solo una sicurezza, Paulo Dybala aveva paura di stare da solo perché non ne era capace.
«preferivo quando parlavamo di te e Bernardeschi»
«perché a te brucia che Azzurra esca con Emre e perché a te da fastidio che io ti stai dicendo la verità» spiegò Zaira con tono ovvio e si dispiacque per la situazione in qui quei due si erano cacciati ma il suo dovere era dare il consiglio giusto e al momento sembrava averne a disposizione solo uno valevole per entrambi.
«che devo fare?» Paulo le chiese per la millesima volta, la sua migliore amica sperava solamente che per questa volta gli desse ascolto davvero.
«parlarle, al momento mi sembra l'unica soluzione, ne avete bisogno Pau»
Paulo lo sapeva perfettamente eppure lui nonostante volesse una fine a tutta quella situazione contemporaneamente voleva viverci dentro, si sentiva in colpa per Oriana anche se sapeva che stare con lei era la cosa giusta perché la stabilità che gli dava era quel gradino in più che lo tratteneva dal dichiararsi completamente perso per qualcuno che invece gli faceva bruciare l'anima.
Oriana e Azzurra erano gli opposti perché l'Argentina era accondiscendente e sempre al suo fianco mentre la torinese era testarda, dura come un muro di marmo e...il vuoto assoluto, Paulo aveva solo paura di buttarcisi dentro a capofitto senza sapere se mai sarebbe atterrato.
«perché mi caccio sempre in queste situazioni di merda?» Zaira sorrise, ancora una volta.
«perché Azzurra è il fuoco e a te piacerebbe da impazzire imparare a domarlo mentre Oriana è acqua e tu sai nuotare piuttosto bene»
«la finisci con queste metafore,non ci capisco mai niente...tu sei troppo intelligente,perche frequento sempre gente troppo intelligente?» ridacchiò il calciatore con la chiara intenzione di voler cambiare argomento anche perché si sarebbero ripetute le stesse cose e stare in una situazione scomoda a Paulo non piaceva.
«quindi mi fanno intellettuale? Su dai ammettilo Dybala dov'è la trovi un'altra amica come me?» e lui rispose silenziosamente: da nessuna parte.
Aveva capito di potersi fidare di Zaira fin dal primo momento in cui aveva posato gli occhi nei suoi limpidi e le conversazioni nei giorni successivi furono solo una conferma.
«ma lo festeggiamo l'anniversario della nostra amicizia?» disse lui riferendosi chiaramente alla festa scudetto dell'anno precedente.
«se dovessi riuscire a salire si, ma non ci conto, forse per vedermi a Torino devi aspettare Giugno» si sentiva male a dirlo ma non poteva più fare assenze importanti a scuola e non si poteva permettere di abbandonare lo studio perché nonostante portasse con se i libri a Torino il tempo per studiare non lo trovava mai.
«e Federico lo sa?» in qualche modo la risposta gli era apparsa fin da subito chiara e questo sapeva avrebbe solamente aumentato il malumore di Federico che,nonostante gli riconoscesse una forza di volontà che lui non aveva, era però uno di quelli a cui non si poteva dire senza finire nelle sue grinfie.
«ancora no...» Zaira si fece sfuggire un sospiro e ripensò alla conversazione conclusasi venti minuti prima, come avrebbe trovato le parole per un altro no?
«dovreste parlarne» gli diede lo stesso consiglio che lei utilizzò per lui.
«sono brava ad aiutare gli altri ma non ad attuare i consigli che do nella mia vita» sorrise amaramente e annuì come a convincersi.
Paulo si chiese se Federico ne fosse al corrente, se ogni volta che la sentisse parlare al telefono ascoltasse le note tristi della voce di Zaira o se fosse solamente o concentrato a capire se la sua ragazza potesse raggiungerlo a Torino o meno.
Gliene avrebbe potuto parlare ma quando era arrivato in Italia, a Palermo, la prima cosa che aveva imparato erano i modi di dire e più di tutti uno era entrato nel suo modo di vivere e pensare.
Tra moglie e marito non mettere il dito.
Federico era cosi tanto riservato che non dava a nessuno l'opportunità di impicciarsi delle sue questioni e molte volte l'aveva invidiato per questo, proprio perché nonostante la fama e il suo lavoro sembrava ritagliare fuori la sua vita privata e voleva tanto saperlo fare come lui.
«forse Federico ha solo paura di fallire» non poteva dire di conoscerlo benissimo perché si volevano bene, giocavano insieme e cercavano sempre di intendersi dentro al campo ma, fuori da esso, ognuno dei due conduceva la propria vita e solo da un paio di anni queste si erano intrecciate.
«fallire?» Paulo annuì con i versi della bocca e cercò nel suo vocabolario italiano le parole esatte per spiegarle cosa intendesse dire.
Il fallimento nella loro vita era qualcosa da dover mettere sempre in conto, come se fosse una di quelle sorprese che si trovano appena volti l'angolo e non pensava che Federico fosse capace a sfuggire ad una sensazione del genere.
Ora, non sapeva dire con certezza quale fallimento preoccupasse maggiormente Federico: se quello in campo o quello nella sua vita privata ma certamente qualcosa lo stava logorando dentro.
Forse avrebbe dovuto domandare ad Azzurra, magari lei avrebbe saputo qualcosa in più dato che lei e Federico anche nel silenzio parlavano ma, poteva giurare che difficilmente la torinese si sarebbe lasciata scappare qualcosa.
Ma forse per Zaira faceva eccezione.
«ha paura che io possa cambiare giudizio su di lui?» nel tono della voce di Zaira c'era una piccola sfumatura di terrore.
Lei, non avrebbe mai cambiato opinione sull'uomo che amava e l'avrebbe amato ugualmente, anzi ancora di più, se Federico fosse tornato a casa con una sconfitta piuttosto che una vittoria.
Essere fragili per lei era sempre stata una virtù, un'arte.
«ha paura che cambi il suo giudizio su di lui» perché il problema per certi versi risiedeva proprio in Federico.
Non era una macchia nera da trovare al di fuori di se stesso; se aveva imparato anche solo un po' a capirne i movimenti e gli atteggiamenti, durante tutti quei mesi di allenamenti e ritiri che avevamo passato assieme, poteva dire che Federico fosse decisamente introspettivo, eclettico, quasi un cubo di rubik con qualche tassello impossibile da far combaciare.
«ho conosciuto Federico ancora prima di conoscere Bernardeschi e sai un po'? Amo entrambi con la stessa intensità matta e pazza» alcune volte, forse la maggior parte, sentiva che fosse lei quella 'più avanti' fra i due, quella che amava di più, che pensava di più, che assillava di più, che ci teneva di più, che si preoccupava di più e tanti altri di più che non riusciva mai ad esternare davvero.
«dovreste parlarne» ripeté Paulo ancora non trovando altro da dirle.
Chiusero la chiamata poco dopo, Paulo stava facendo delle sessioni di fisioterapia a casa con quelle cose che la società gli aveva fatto recapitare in modo tale che non perdesse neppure un attimo della giornata e che potesse far stare al meglio il suo corpo da calciatore professionista.
Zaira invece, si tuffò indietro sul suo letto provando a venire a capo di quella matassa super ingarbugliata; non c'era una vera e propria soluzione perché anche quella più terribile ed infausta non sarebbe stata una soluzione.
«Zey, posso entrare?» Nicolò,uno dei due suoi fratelli gemelli si affacciò alla porta della sua camera guardandola e inarcando un sopracciglio non appena vide che in lei c'era qualcosa che non andasse proprio bene.
«hai litigato con Alessandra?» generalmente era abituato a vederla stare cosi male e cosi giù quando aveva una discussione con la sua migliore amica.
«no, va tutto bene» provò a dissimulare ma chiaramente suo fratello non volle assolutamente crederle e si dimenticò persino di chiederle cosa gli serviva ed il motivo per cui dalla sua camera era venuto in quella di Zaira.
«dimmelo» le disse mentre si faceva spazio sul materasso e la schiacciava al muro, dopo aver chiuso la porta sotto lo sguardo truce della sorella.
Con il fatto che facessero pallanuoto a livello agonistico, sebbene avessero solo quindici anni, erano comunque molto alti e molto fisicati.
«la scuola» provò a mentire ancora
«si, ed io sono Lionel Messi» la fece ridere e questa volta fu lui spontaneamente a coccolare  Zaira.
«è per quello stronzo di Francesco? Io te l'ho detto di metterti con Dimitri» Zaira roteò gli occhi.
Ancora con questa storia di Dimitri?? I suoi fratelli e il loro migliore amico a quanto pare non volevano arrendersi.
«nessun Francesco e nessun Dimitri; Nicolò lo sai che sei proprio una zitella impicciona!!» gli pizzicò i fianchi facendogli del solletico e per un breve lasso di tempo pensò di doverglielo dire, pensò di dover condividere questa cosa con lui che era sempre stato un po' come la sua ombra.
«se ti dico una cosa prometti di non dirla a mamma e papà?» divenne subito seria e Nicolò annuì.
«neanche a Roberto fino a quando non glielo dirai tu» ed era la verità, Nicolò si era dimostrato molte volte leggermente più maturo del gemello e se a Zaira capitava di doversi confessare con uno dei due sceglieva Nicolò e poi con la presenza di questo svelava anche a Roberto cosa le occupava i pensieri.
«avvicinati, non gridare e non fare troppe domande» riattaccò il jack delle cuffie al cellulare e ritornò sull'icona di FaceTime e così cliccò sul nome del suo migliore amico.
«non riesci a stare senza di me?» Paulo apparve sullo schermo e quando non si vide apparire il viso di Zaira ma quello di uno dei due gemelli, che conosceva a causa delle miriadi di foto che lei gli aveva inviato, sorrise.
«hola» gli piaceva tantissimo l'idea che potesse circondarsi di gente che lo considerasse solo Paulo e nessun numero dieci sulle palle bianco nere che si era dipinto ormai più di quattro anni fa.
Nicolò le tirò via il cellulare dalle mani e cliccò più volte sullo schermo; staccò la chiamata e la rifece e quando per la terza volta gli apparve Paulo che man facendo rideva divertito, capì che sua sorella aveva moooolte cose da raccontargli.
«con la Fiorentina giochi in porta al posto di Szczesny?» fu la prima cosa che gli disse e questo fece ridere Paulo cosi tanto che gli vennero fuori le lacrime.
«gioco in tribuna» con l'infortunio che si era procurato probabilmente avrebbe potuto giocare solo dalla Roma in poi.
«quindi tu conosci mia sorella» Paulo annui e guardò Zaira dallo schermo che se la rideva.
«tu devi essere Nicolò» il diretto interessato guardò sua sorella e si stupì di come lui avesse capito come distinguerli, quando Maria faceva ancora difficoltà.
«se fossi una ragazza penso che ti chiederei di sposarmi» la semplicità e la spontaneità con cui glielo disse lo fecero sorridere.
«mi sposo tua sorella» gli disse in battuta ma quando vide che le rotelle del cervello di Nicolò stessero correndo troppo velocemente gli venne subito di dire che stesse scherzando.
Ci mancava solo che Federico sfondasse la porta di casa sua per pestarlo.
«puoi sposarti pure mia madre, qui a casa nessuno avrebbe da obiettare» risero tutti e tre e Paulo apprezzò quella strana forma di affetto che indirettamente gli aveva appena dimostrato.
«anche dopo quest'anno? Niente da dire sul fantacalcio?» Nicolò storse il naso ma poi lo guardò annuendo.
«è Allegri il testa di cazzo!» Paulo rimase fermo due secondi prima di scoppiare a ridere.
Era il suo allenatore e lo rispettava come tale ma gli aveva, paradossalmente, reso un anno completamente strano e seppure avesse imparato un sacco di cose non era sicuro che snaturare il suo ruolo portasse poi a chissà quali gran risultati.
«sento l'influenza di Azzurra qui» disse Paulo ben sapendo che lei e Zaira parlavano molto di calcio e conosceva i pareri delle due quasi perfettamente.
«i miei fratelli non ne fanno fantacalcio quindi ti sei graziato» ridacchiò Zaira.
«grazie a Dio, ma l'altro dove sta? Sento sempre parlare di voi due e ora me ne presenti uno solo?» decise di rispondere Nicolò per conto del fratello spiegando al calciatore che per quel giorno lui era rimasto a casa saltando l'allenamento, aveva troppo da studiare.
«come lo conosci?» disse Nicolò poi alla sorella quasi ignorando che il diretto interessato si trovava difronte a lui.
«Azzurra è la migliore amica di Federico» fu li che guardando Paulo gli fece capire che al momento non avrebbe detto nulla sulla sua relazione che sembrava trovarsi sul filo di un rasoio.
«conosci anche Bernardeschi?» Nicolò non poteva crederci e quindi le scosse le spalle per ottenere una risposta veloce.
«di vista» ridacchiò e poi fece cenno allo schermo per far sì che suo fratello potesse rispondere a Paulo.
«Nicolò, raccontami un po' di te, anche se forse so già tutto perché tua sorella non fa che parlarmi di voi»






Aggiornamento per voi con ben quattro giorni di anticipo, ci mancavate e quindi ci siamo dette che potevamo farvi un regalo anticipato.
Questo qui è il capitolo più corto in assoluto della storia ed è per questo super concentrato di confessionintra i due migliori amici.
Voi, che ne pensate?
Fatecelo sapere qui nei commenti dove vi aspettiamo in tante, non abbiate paura a dire la vostra a noi piace tantissimo leggere il vostro pensiero e la vostra opinione sulla storia e sui capitoli.
Ps: ma da voi va un caldo che si muore?
Perché da noi si sta patendo il caldo e come si dice a Torino... Fa un caldo che si squaglia.
Se avete altro da domandare o semplicemente volete rimanere informati su quando aggiorneremo o se ci saranno dei cambiamenti in corso d'opera, allora non vi rimane altro che seguirci,se vi va, su Instagram ai profili: @6comeungirasole e sognavaleggendo
Buona domenica pomeriggio a tutti 🥰
Ci sentiamo presto 😘

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