Su in collina

1.4K 74 8
                                    

Inizio Maggio 2021

«sono tornato» Federico esordi chiudendosi la porta dietro, con ancora il borsone in spalla si piegò a farsi fare le feste da Wendy e Spike e dopo averli coccolati per bene si rimise in piedi per poi posare le chiavi dell'auto nella solita ciotola di vetro che Zaira gli aveva fatto comprare molti anni addietro.
«Zey» esclamò ancora una volta non avendo ricevuto risposta dalla sua ragazza, camminò piano mettendo la testa prima nella cucina e trovandola vuota ma già apparecchiata per due, così decise di salire le scale e dare un'occhiata nelle camere dove avrebbe potuto trovarla.
«amore ehi, scusa ma ero presa dai vestiti e non ti ho sentito» Zaira spuntò dall'armadio e accanto all'entrata di esso giaceva uno scatolone probabilmente aperto da poco, Federico le si avvicinò per baciarla come era solito fare quando rientrava a casa e poi le accarezzò la testa guardandola dall'alto.
«è passato il corriere pomeriggio?» fece cenno con la testa a quella scatola e Zaira annuì accoccolandosi a lui e inspirando quel profumo che non era mai cambiato da tre anni a quella parte.
«si, avevo ordinato delle grucce e alcuni accessori per l'armadio che poi ti faccio vedere» si scostò dal corpo del suo uomo solamente per guardarlo e poi gli prese dalla spalla il borsone iniziando ad aprirlo e a togliere da lì gli scarpini, li porse a lui che li avrebbe messi a posto nella sua scarpiera mentre Zaira scese le scale dirigendosi nella lavanderia a smistare tutto ciò che aveva tolto dal borsone.
«amore...» Zaira richiamò l'attenzione di Federico e quando questo le rispose continuò con la sua richiesta «ti rimetti le scarpe? Così scendiamo Wendy e Spike»
Le piaceva portare a spasso i due accoccolata a Federico dopo una giornata nella quale non lo aveva visto, rientrava nelle cose preferite che amava in assoluto fare perché le dava la sensazione che quella fosse una vera e propria famiglia fatta e finita.
Federico scese dal piano superiore con i piedi coperti da un paio di calzini bianchi mentre le scarpe le teneva tra le mani odiando anche lui che il parquet del piano superiore potesse rovinarsi con la gomma delle suole, quando arrivò all'ultimo scalino Zaira aveva appena tirato fuori dallo sgabuzzino le pettorine con il guinzaglio per i due bulldog e questi avvertendone il rumore scesero immediatamente e goffamente dalla loro cuccia, messa nel salotto, per correrle incontro e abbaiare festosi.
«forza bimbi, andiamo a fare una passeggiata» Federico prese dalle mani della sua compagna la pettorina di Wendy e facendosi seguire accanto al divano la invitò a saltarci sopra, facendo chiaramente attenzione affinché non si facesse male, per poi coricarla su di essa solleticandole la pancia e alla fine mettendole la pettorina.
Zaira rimase lì qualche secondo a guardarli totalmente innamorata di quella scena, poi, abbassò il suo sguardo su Spike e se ne innamorò come la prima volta che l'aveva visto ormai tre anni fa quando Federico le aveva detto che avrebbe dovuto conoscere una delle sue persone più care.
Quando tutti e quattro furono pronti chiusero la porta per poi uscire dal cancello e percorrere la solita strada che costeggiava la loro villa e quella di altri vicini che più o meno, per ovvie ragioni, si conoscevano tutti.
«Spike fa il bravo, non mandar giù nulla di quello che trovi a terra» Zaira, quanto Federico, era terrorizzata dal fatto che uno dei due cuccioli potesse mandar giù qualcosa trovata su strada.
Il terribile scherzo che Francesca, due anni prima, aveva tirato a Federico proprio durante la serata di Supercoppa giocata e vinta contro il Milan in Arabia Saudita, poteva ancora definirlo di cattivo gusto perché Federico non aveva trovato nulla di divertente nel sapere che Wendy, la coccolata e viziata di casa, avesse mandato giù un paio di chiavi elettroniche.
Zaira ricordava perfettamente i messaggi pieni di panico che Federico le aveva mandato, dimenticando qualsiasi cosa che non fosse inerente alla sua piccola cagnolina; la sua compagna per altro si trovava a Galatone e l'idea di non poter far nulla ne per Federico ne tantomeno per Wendy la faceva stare anche peggio.
Federico allungò il filo del guinzaglio lasciando che Wendy potesse camminare molto più avanti rispetto ai suoi passi, e la stessa cosa fece anche Zaira infatti, il veterinario di fiducia che si occupava da anni dei due bulldog, aveva loro consigliato di fargli fare parecchia attività evitando così che la troppa vita sedentaria potesse farli aumentare di peso, una questione assai terribile per le loro gambette corte.
«che hai fatto oggi?» Federico le si avvicinò ancora lasciando che la sua mano sinistra andasse ad intrecciarsi con la destra di Zaira che strinse le sue dita a quelle del suo compagno più che volentieri.
«quando sei uscito ho portato loro due fuori e poi ho pranzato, ho studiato tanto ma così tanto che ero totalmente immersa figurati che quando è arrivato il corriere ci ho impiegato un po' a ricordare che l'ordine fosse nostro davvero» lo fece ridere e Zaira lo seguì a ruota e per quell'attimo piccolo pensò che mai aveva trovato in qualcuno la stessa intesa che aveva con Federico, ridevano, parlavano, giocavano e allo stesso tempo piangevano, stavano in silenzio però insieme.
«poi ho preparato la cena che va solo riscaldata, ho apparecchiato e mi è venuta l'idea di aprire quello scatolone anche se ad essere sincera aspettavo te, di fatti avrò sistemato due cosette insignificanti» alzò le spalle guardandolo e come sempre si alzò brevemente sulle punte per baciargli le labbra.
Proseguirono per un altro breve tratto totalmente assorti in una delle loro tante quotidiane discussioni, parlavano della spesa che avrebbero dovuto fare, delle bollette da pagare e del fatto che Zaira ancora dopo un anno che viveva a Torino e guidava la macchina non aveva ancora imparato a fare Diesel dal distributore automatico e negli ultimi due mesi Federico aveva accumulato circa una decina di scontrini da farsi rimborsare dal benzinaio, non è che non avesse avuto tempo per andarci, il vero problema era che il toscano pensava che una volta arrivato davanti a quest'ultimo e gli avrebbe dato tutti quegli scontrini questo l'avrebbe preso per un idiota e lui si amava troppo per fare una figura del genere.
«amore, eddai lo sai che sono loro che non vogliono collaborare con me» Federico la guardò sorridendo e gli vennero in mente una serie di ricordi a cui era inevitabilmente affezionato perché facevano parte del loro storia e dei cambiamenti che insieme avevano fatto.
Ricordava quel pomeriggio in cui Zaira lo aveva chiamato allarmata quando era alle prime armi con la patente e si era offerta volontaria di andare a prendere Federico agli allenamenti, una volta giunta in corso Regina Margherita quando si era trovata davanti una moltitudine di macchine che occupavano tre corsie per ogni senso di marcia e il dannato navigatore le suggeriva di andare a sinistra ma di sinistre ce n'erano tre, lei a momenti avrebbe parcheggiato nel bel mezzo del tragico bloccando un'intera città.
Federico non gliel'aveva mai detto ma lui e Paulo si erano fatti delle forze risate quella volta.
Oppure ancora ricordava, seppur amaramente, il fanalino dello stop della sua Land Rover andato in frantumi contro il pilastro del cancello.
«dai amore, fammi guidare la macchina, con papà a Galatone lo facciamo sempre» Zaira era ormai da ore che provava a convincere Federico a lasciarle guidare la Land Rover.
Aveva il foglio rosa con se a Settembre dello stesso anno avrebbe dato le guide e avrebbe preso la patente; Riccardo le lasciava guidare la macchina in sua compagnia per abituarla a camminare in mezzo al traffico ma Federico non era Riccardo ne tantomeno pensava di avere la stessa pazienza del padre della sua compagna ma Zaira, quando ci si metteva, sapeva essere una vera propria piattola ai piedi.
«ho detto di no, non la faccio guidare nemmeno a mio padre» glielo ripeté per l'ennesima volta.
«con tuo padre mica ci fai sesso» Federico la guardò boccheggiando.
«non puoi ricattarmi con il sesso! Quella è la mia macchina» e Zaira lo sapeva bene perché sulla macchina di Federico altro non si poteva fare se non rimanere seduti e composti: niente cibo, niente lattine, ne altro che potesse rovinare la tappezzeria di pelle degli interni dell'auto.
«e questo è il mio corpo, digli ciao» Federico sospirò portandosi una mano tra i capelli e più davanti la faccia.
L'ultima volta che suo padre Alberto aveva lasciato a sua sorella Gaia la possibilità di guidare la sua Mercedes era finito poi per pagare l'assicurazione ai due vicini di casa certo era però che Gaia si era dovuta cimentare come prima volta ad uscire ad un parcheggio ad 'U' quindi di certo non poteva biasimarla.
«la mia macchina è la mia donna, non posso farle questo» Zaira si tolse le infradito dai piedi per lanciargliele addosso con la chiara intenzione di fargli del male, la sua macchina era la sua donna?! Bene, allora Federico avrebbe dormito con la sua macchina e sempre con essa avrebbe fatto del sesso.
La storia era andata avanti per circa due giorni in cui, seppur con fatica, Zaira aveva mantenuto il suo punto di vista e con tono offeso e altrettanti comportamenti degni di nota aveva chiaramente fatto capire a Federico che niente a parte guidare la Land Rover, con tutta una serie di scuse dietro, avrebbe potuto sistemare la situazione.
Per cui, alla fine, il calciatore si era ritrovato costretto con le spalle al muro a doverle consegnare le chiavi elettroniche della sua macchina mentre aveva un cuore d'asino e uno di leone.
Quando gliele mise in mano Zaira schizzò fuori nel parcheggio privato pigiando immediatamente sul tasto per l'apertura automatica delle portiere, salì sul lato guida e Federico si sbrigò a seguirla.
Una volta dentro l'abitacolo Federico quai trattenne il respiro.
«metti la cintura, mani sul volante, metti la prima, schiaccia la frizione, piede sull'acceleratore -Zaira iniziava già a spazientirsi- oddio Zey, quello è l'acceleratore e quello è il freno, te lo ricordi?» Zaira lo guardò inarcando prima in sopracciglio poi anche l'altro.
«Federico, guarda che so guidare meglio di te» Federico le sorrise non essendo del tutto sicuro.
Zaira mise in moto la macchina, abbassò il freno a mano e spostò il cambio dalla prima alla retromarcia per poter uscire dal cancello della loro villa, c'era il sensore posteriore per cui Federico non pensava che almeno fin lì non ci sarebbero potuti essere problemi.
Il ragazzo pigiando su dei tasti elettronici della macchina sistemò gli specchietti in modo tale che Zaira potesse avere una visuale migliore ma nemmeno il tempo di togliere le dita dai tasti che aveva avvertito il rumore assordante dell'allarme della macchina e poi il botto di quest'ultima che si era palesemente schiantata nel pilastro del cancello.
Zaira di riflesso aveva tolto le mani dal volante mentre Federico aveva tirato su il freno a mano; si erano guardati, Zaira con uno sguardo da 'scusa amore non l'ho fatto apposta' mentre Federico non sapeva cosa dire.
Passarono dei secondi che alla ragazza apparvero come interminabili anni in cui Federico mantenne il religioso silenzio prima di scoppiare a ridere di una risata quasi isterica.
«amore scusa ti prego -si sporse in avanti per baciarlo poi guardandolo ad un palmo dalle sue labbra continuò dicendo- ma è colpa tua hai iniziato a muovere tutti quei tasti e mi hai fatta confondere» Federico a quel punto non poté che spalancare la bocca allibito ma poi scoppiò in una fragorosa risata.
Fanculo al fanalino dello stop che gli sarebbe costato quasi quanto uno stipendio di un umile operaio, quello che era appena accaduto sarebbe rimasto come uno dei momenti più esilaranti di tutta la loro storia, e poi con questo Zaira da lì fino ad un tempo che quasi pareva indeterminato avrebbe dovuto riempire Federico di favori.
«voglio iscrivermi in palestra, Azzurra pensa di fare l'abbonamento per il fine settimana e volevo seguirla» Federico annui concorde, di certo lui era il primo ad approvare tutto ciò che comportasse esercizi fisici e il suo corpo ne era la dimostrazione.
Zaira, convivendo ormai insieme a lui, a volte faceva davvero fatica a capire da dove la tirasse via tutta quella forza di volontà e tutta quell'energia per continuare ad allenarsi a casa anche dopo essere tornato da quasi un'intera giornata di allenamenti alla Continassa.
Spesso se ne stava li sul tapis roulant a guardarlo mentre Federico continuava a fare esercizi con la panca a trazioni all'asse; era instancabile e super concentrato, una volta le aveva confessato che in qualche modo lui parlasse con il suo corpo e gli facesse capire cosa e come fare per farlo stare bene, lei ci aveva provato ma si era ben presto resa conto che la palestra era un impegno più che serio e Federico risultava un trainer abbastanza pignolo così per evitare liti nella coppia avevano smesso di allenarsi insieme.
Certo, lei di certo non poteva dirsi che fosse una che non stava attenta all'alimentazione, in questo si erano ritrovati più che in perfetta sinergia e ciò aveva contribuito al benessere di entrambi, seguire una dieta alimentare non era risultato per niente difficile e in qualche modo era anche un po' il prezzo da pagare.
«Azzurra che fa palestra? Ha forse sbattuto la testa?» il toscano conosceva bene la sua migliore amica e il fatto che avesse scelto di sua spontanea volontà di frequentare ambienti di fitness lo faceva sorridere.
«sicura che non gli piaccia qualche tipo del centro sportivo?» anche Zaira rise, effettivamente agli inizi anche lei era subito corsa a quella conclusione; ad Azzurra noiava persino adare a gettare la spazzatura, figurarsi una versione di lei tutta sudata in palestra, quasi ci sembrava un evento straordinario da appuntare sul calendario.
Quando Zaira se la trascinava al Valentino, quasi costringendola a dover correre per starle dietro e mantenere il passo, doveva altresì sorbirsi una serie di lamentele infinite a meno che non le davi l'argomento giusto di gossip a cui lei molto più che volentieri avrebbe preso parte.
Paulo Dybala ad esempio era una di questi, con ormai Oriana lontana da Torino per sempre i due non erano ancora riusciti a dare un nome a quella strana situazione, ma se stava bene ad entrambi stava bene a tutti.
«no, sai bene come la pensa» e Federico rise ancora di più.
L'ultima volta che aveva avuto del tempo libero, e Zaira era fuori casa per degli impegni universitari, Federico era riuscito a ritargliarsi del tempo per poter passare nello studio privato della sua migliore amica con il solo scopo di infastidirla e tirarla via dai continui progetti di lavoro che la risucchiavano via dalla vita sociale.
Sapeva che Paulo Dybala fosse ben più che una cottarella leggera e passegera ma Azzura aveva fatto fatica ad ammetterlo persino con se stessa per cui non pretendeva chissà cosa lui potesse carvarne fuori.
Quando era arrivato dentro quel suo studio, che aveva innaugurato ormai quasi sei mesi prima, l'aveva trovata dietro la scrivania dietro una pila infinita di catagoli per arredi e stava sapientemente sfogliando le pagine di uno di essi mentre scrivacchiava qualcosa di assolutamente incomprensibile sulla sua inseparabile agenda di lavoro.
L' aveva salutata, si erano messi a parlare del più e del meno e poi era balzata fuori la notizia di un lavoro che Azzurra aveva accettato e che le stava facendo venire i capelli bianchi alla giovane età di venticinque anni.
Non si era osato a domandarle nient'altro che non fosse lavoro perché aveva quasi timore della risposta che avrebbe ricevuto indietro e poi se ne era tornato a casa con la testa affollata di pensieri e ben lieto che la sua compagna fosse dicemente una matassa meno ingarbugliata di quello che era Azzurra.
«per il compleanno possiamo sempre regalarle il primo della lunga serie di gatti che le faranno compagnia da qui lungo tutta la sua vecchiaia» entrambi sapevano che quello fosse solo un periodo un po' così e che prima o poi o Paulo Dybala sarebbe sparito dai pensieri di Azzurra o finalmente si sarebbero messi insieme, ma Zaira era convinta che fintanto che la sua amica non avrebbe ammesso a se stessa di essersene innamorata, non ne sarebbe uscita fuori.
«ed io che volevo regalarle il biglietto per la gita parrocchiale a Fatima; sole io e lei e tutti quei nonnetti» Zaira fece sorridere Federico le le rubò un bacio giusto in tempo prima che Spike si intrufolasse tra i loro piedi a disturbarli.
Era tipico ormai avere situazioni simili e se non era il turbo di Spike, erano certi che ci avrebbe pensato Wendy ma era la loro famiglia e a loro piaceva infinitamente tanto così.
Quando ritornarnono indietro a casa, Zaira e Federico ultimarono il tavolo per la cena e misero il cibo a riscaldare; lo schermo del salotto era acceso e trasmetteva uno dei soliti programmi televisivi che mai realmente seguivano ma serviva solamente a riempire di rumore lo spazio del salotto.
«mi ha chiamato tua madre questa mattina quando stavo entrando in università» prima che se ne dimenticasse completamente si ricordò di dovergli dire ciò che Paola le aveva detto.
«che voleva?» Federico le domandò di rimando mentre prendeva una bottiglia d'acqua dal frigorifero.
«ha detto di dirmi che l'istruttore di yoga pensa di avere una cotta per te» Federico la guardò provando a capire dove fosse il tranello.
Ci aveva sperato che Zaira si fosse dimenticata di quelle foto ma a quanto pare aveva sperato male.
Aveva provato a convincere, discretamente, Gennaro a saltare per quella volta la foto di rito ma non c'era stato verso e lui non sapeva il perché ma essendo a petto nudo aveva creduto che il suo parrucchiere di fiducia per quella volta evitasse di pubblicare lo scatto ma così non era stato e di certo, molto prima che tutte le sue fans che gli avevano intasato i profili social, erano arrivati i messaggi sarcastici della sua donna.
"Niente pelle scoperta" glielo aveva detto lui che mal sopportava tutti quei commenti parecchio spinti che si sparpagliavano tra le foto del profilo di Zaira ma alla fine a questo punto lui non aveva fatto altro che darsi da solo la zappata sui piedi.
Poi, Gennaro era stato così carino da pubblicare quasi una sedie di scatti, alcuni dei quali Zaira era dovuta essere onesta con se stessa e sapeva che sarebbe stato un vero spreco non condividere una tale bellezza ma, peccato però che quella stessa bellezza fosse il suo fidanzato e lei non era per nulla una tipa propensa a condividere,neppure con il pensiero.
Certo, non era ne stupida ne mitomane da impedire che Federico, con il mestiere che facesse e la fama che gli appartenesse, poteva poi allo stesso tempo essere immune agli sguardi e agli apprezzamenti femminili, lei a parti invertite avrebbe fatto lo stesso ma il vero problema sorgeva quando la situazione da simpatica e piacevole passava ad assurda e sgradevole.
Quante volte si erano visti fermare nei ristoranti durante i pasti o addirittura in autogril mentre Federico le teneva la borsa e la porta chiusa facendo attenzione che nessuno la aprisse senza bussare; agli insulti ci aveva fatto il callo e poco le importava, non era mai stata una persona facile da scalfire ma la gelosia era il suo punto debole.
Proprio quella stessa giornata aveva visto quella foto di Federico insieme ad una tifosa, agli inizi aveva pensato fosse una delle solite mamme che incontrano l'idolo del loro bambino e si fanno la foto e chiedono il video per il figlio poi, incuriosita come sempre, aveva cliccato sul profilo che le varie fanpage sempre super meticolose le avevano mandato e aveva scoperto la famosa signora in realtà aveva venticinque anni e che quella di Federico a momenti la si poteva define quasi una sorta di ossessione.
C'erano circa una serie di volte in cui la stessa ragazza aveva aspettato Federico fuori dai cancelli della Continassa e addirittura a Coverciano con la Nazionale; le tremò la palpebra destra per il fastidio.
«guarda che Sara, mi ha detto che sul profilo pubblico che ti gestiscono...ogni giorno non fanno che arrivare messaggi pieni di dichiarazione d'amore e numeri di telefono» lo guardò trattenendo un sorriso per il fatto che Federico continuava ad imbarazzarsi di fronte le eclatanti manifestazioni d'affetto.
«sono solo delle tifose affezionate» si, e qualcuna era anche molto affezionata, eccessivamente affezionata e anche spudorata.
«guarda che so anche quello» lo incalzò cogliendolo in fallo e lo fece arrossire come poche volte.
«Bernardeschi forse si è sparsa la voce che ti piace l'anguria e loro ti mandano i meloni, quelli sbagliati però» Zaira stentava a crederci che ci fossero ragazze che sulserio si spogliavano per Federico e lei si era imbarazzata e vergognata cosi tanto che era rimasta in silenzio per alcuni minuti prima di chiudere tutto, anche un po' inorridita se doveva essere onesta.
Federico non era solito starsene sui social, meno che mai su quelli pubblici con la quale era facile incappare tra insulti e robe varie che non facevano per lui; ogni tanto quando ne aveva voglia pubblicava qualche foto giusto per non sparire del tutto, qualcuna Zaira non l'aveva approvata per nulla ma poi se ne era dovuta fare una ragione.
Federico era oggettivamente bello e nudo o vestito che fosse non era poi così difficile immaginare cosa ci stesse sotto alle camicie o alle maglie che indossava.
«ma io sono impegnato, impegnatissimo» la baciò stringendosela addosso.
«ma su questo non ci sono dubbi perché caro il mio Bernardeschi, e sottolineo MIO, io ti spezzo le gambe» gli sorrise mantenendo lo sguardo per poi farlo scoppiare a ridere.
«Xina la  guerriera» la prese in giro ma gli faceva piacere sapere che la sua donna fosse gelosa, in qualche modo gli sembrava che gli dimostrasse quanto realmente fosse innamorata e presa da lui.
Si sedettero al tavolo, l'uno di fronte all'altro  e dopo essersi dati un bacio a stampo, avevano iniziato a cenare con tranquillità.


*spazio autrici*
È o non è una bomba? Di risate ovviamente; peccato però che a una delle due è seriamente accaduto 🙈🙈🙈.
Va beh,sono cose che capitano mica si può avere gli occhi anche dietro la testa figuriamoci dietro la macchina.
E voi, come andate con la macchina?
Se vi va raccontateci qualche aneddoto, anche dei vostri parenti e dei vostri amici.
Buon Natale cari, speriamo che stiate passando una bella giornate e mi raccomando, sticcazzi la bilancia, a Gennaio se vedemo.
Baci 💋

HoplítesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora