Parlami d'amore Mariù

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Luglio 2022

Zaira si sistemò gli occhiali da sole sul ponte del naso, mentre il suo vestitino blu di cotone leggero svolazzava leggermente sulle sue cosce, e teneva in mano una nappa di paglia e dentro vi portava la solita bottiglietta d'acqua a temperatura ambiente, un cruciverba comprato senza un reale ed apparente motivo con la solita penna bic nera annessa e poi una serie di prodotti per proteggere la pelle dal sole ancora stava evitando ,come poteva, inconvenienti scottature alla pelle che l'avrebbero inevitabilmente costretta a rinunciare a certe cose che aveva in mente di fare.
«fa già un caldo che si muore» stavano percorrendo l'ultimo tratto fino alla barca, che avevano affittato, a piedi e Federico accusava il caldo afoso di Napoli.
Il calciatore portava una camicia di lino bianca arrotolata sugli avambracci e non del tutto chiusa per via del fatto che in pieno Luglio in Campania sembrava di essere polli sulla brace e si era rifiutato di mettere altro sopra il suo costume a pantaloncino blue.
«siamo a Luglio Federico, cosa ti aspettavi la neve?» la verità è che lui si sarebbe buttato in acqua immediatamente pur di non avvertire più i raggi solari sulla sua pelle.
A momenti gli sembrava che avrebbe preso fuoco.
La gente poi, si accalcava sul molo per svariati motivi; il lunedi mattina, sapeva per voci di strada, che sbarcassero i pescherecci con il pesce appena pescato e dalla città la gente accorreva ad accaparrarsi il migliore pesce fresco poi, in qualche modo, era un modo assai piacevole di colorare l'asfalto del porto che si apprestava ad ospitare cassette piene di gamberi, pesci che Federico aveva sempre amato fin da bambino, oppure le orate o quegli enormi pesce spada che a Federico davano ancora l'impressione di essere vivi per come sguazzassero dentro le vasche bianche tipiche dei pescivendoli.
«certo che ci si potrebbe scrivere un libro su quanto è bello questo momento della settimana» Zaira annui totalmente concorde.
Lei, in Puglia, quando abitava nella sua casa a mare a Gallipoli era usuale, con la sua macchina fotografica istantanea, svegliarsi presto la mattina di qualche lunedì del mese di Agosto e scendere al porto per aspettare l'arrivo delle barche.
Tutti quei rumori, quelle barche che attraccavano al molo, i pescatori che scendevano a terra e il pesce che veniva scaricato mentre già qualche furgoncino dei noti ristoranti quadi sulla spiaggia, andavano a rifornirsi e il tutto si completava con il solito abbraccio e il clacson del furgoncino che andava via; c'erano poi le mogli ed i figli dei pescatori che accorrevano contento che il marito ed il padre fossero temporaneamente tornati a casa, qualche carezza fugace sulla nuca a scompigliare i capelli, un cestino vuoto che veniva riconsegnato ed uno pieno che saliva in barca per la prossima settimana e poi il tutto si concludeva con un sonoro bacio prima che il oescatore tornasse sulla sua barca alla volta del mare aperto.
Ogni tanto, quando aveva per se un po' di tempo a disposizione, si concedeva di scrivere una didascalia dietro le foto, doveva andare a recuperarle tutte a casa sua e portarle su a Torino per avere un modo alternativo per sentirsi più a casa di quanto già non lo fosse.
«che non si dica che il sud Italia non sia di per se una meraviglia del mondo» lei era cosi fiera ed orgogliosa delle terre del sud, cosi calde, cosi colorate e vivaci nei movimenti delle onde del mare e nel tono di voce sempre una spanna più alto del normale.
Cosi li sentivano meglio,si giustificavano.
Era arte, arte in qualsiasi parte si riuscisse a scorgere anche un semplice pezzetto di muro fatto a secco o con la malta impastata con argilla ed acqua.
Federico le baciò la testa facendo attenzione a non scobinarle quelle trecce che si era fatta, appena sveglia di prima mattina, davanti lo specchio dell'hotel in cui avevano pernottato per riuscire a prendere la barca almeno entro le dodici della mattina ma Zaira non era poi così tanto sicura, alla fine avevano fatto tardi e si stavano beccando uno spettacolo di folla quasi in festa.
Raggiunsero la loro barca, poco più tardi, e Federico lasció le indicazioni della rotta che avrebbero voluto percorrere nella settimana che si erano concessi.
«capo, eccovi» Federico si guardò intorno capendo se effettivamente quell'uomo robusto e decisamente abbronzato, si stesse rivolgendo a lui o a qualcun'altro.
«capo qui» Zaira lo strattonò e Federico a quel punto si ritrovò a rispondere.
«mi dica» Zaira se la rideva di nascosto mentre provava a vedere e più che altro ad immaginarsi un Federico meno cittadino di quello a cui era abituata.
«salite, vi aspetto» li salutò sparendo per brevi secondi prima di apparire dall'altro lato del ponte di corde e legno che avrebbero dovuto percorrere per salire sulla barca.
«prego» Federico lasciò che Zaira salisse per prima e a discapito di quanto pensava, lei si mosse con disinvoltura a conferma del fatto che quella non fosse la sua prima vacanza in barca nel bel mezzo del mare che fin da piccola aveva amato.
«dai Fede» lei, giunta già dall'altro lato, rideva di buon gusto a vedere Federico non proprio sicuro di voler mettere i suoi piedi in quel ponte che all'apparenza sembrava non propriamente stabile.
«Andrea, perdonami» certo, perché se si fosse fatto qualcosa Agnelli l'avrebbe picchiato anche fortemente.
«Fede, si fa notte» la sua donna gli metteva fretta mentre lui aveva la sensazione che sarebbe finito malamente in acqua ma poi, si dovette rassicurare quando arrivò dall'altro lato sulla barca.
«buongiorno» Franco, era questo il nome del simpatico uomo, gli porse la mano e lui la strinse ricambiando il sorriso.
«vi accompagno io, sarà come se non ci fossi» beh, questo Federico se lo augurava perché lui e Zaira avevano rimandato gli impegni con amici e famiglia per poter stare una settimana da soli, completamente da soli.
Il suo manager però gli aveva assicurato il massimo della riservatezza e lui come sempre si era fidato.
Tanto erano presi dal guardare il paesaggio che non si accorsero nemmeno di essere appena partiti, se non per il fatto che le tende da sole colorate dei negozi e dei ristoranti, piano piano sembravano allontanarsi dal loro sguardo.
«buone vacanze amore» Zaira in punta di piedi lo baciò mentre Federico le sorrise sulla bocca.
«buone vacanze baby» camminarono sul ponte dello yacht e si guardarono intorno cercando le stanze nelle quali erano state portate le loro valigie.
Effettivamente, per sole due persone, quello era uno spazio enorme ma non si poteva di certo dire che non fosse bello ed estremamente confortante.
C'era legno ovunque e tutti i mobili erano nello stile moderno, Zaira guardò i suoi piedi scalzi sul parquet della barca e il colore rosso delle sue unghia smaltate spezzava con il marrone intenso del legno.
«è bellissimo» non poteva non essere stupita e Federico annui; gliel'avevano proposto negli anni di fare una vacanza simile ma aveva declinato pensando che non gli sarebbe piaciuto e che si sarebbe annoiato ma adesso, con Zaira, sapeva che non poteva sicuramente essere cosi.
L'acqua del mare si lasciava tagliare e la schiuma delle onde si abbatteva sul legno della barca.
C'era una giornata talmente bella che quasi somigliava ad uno di quei meravigliosi quadri esposti nei musei.
«mi è mancato stare da sola con te» poggiò la sua testa sul petto quasi cullandosi al ritmo dell'acqua del mare.
Dedicarsi reciprocamente del tempo, fuori dalla quotidianità in cui si erano incastrati perfettamente, serviva a coltivare il loro amore. Zaira si sfilò il vestino volendo esporre la sua pelle al sole cocente, il sorriso sulla bocca si specchiava sull'acqua al pensiero di poterne venire a contatto.
In questo anno che si era trasferita a Torino da Federico, per quanto amasse poterlo avere intorno ed accanto, alla fine aveva però sentito la mancanza dei suoi posti e della sua gente.
Si guardò tutta intorno mentre quei paesaggi quasi familiari le riscaldavano il cuore e inspirò a pieni polmoni l'odore salino del mare che evaporava sotto lo sguardo cocente del sole che vi si infrangeva contro.
«sei bellissima quando sorridi così» Federico si meravigliò persino di quanto potesse innamorarsene ancora e ancora e poi ancora sempre di più.
La baciò prima che Franco li interrompesse quasi mortificato e dispiaciuto.
«scusate, io non pensavo» Federico gli sorrise facendogli capire che ormai non aveva importanza.
«qui dalle parti nostre, appena si parte si fa un brindisi per la buona riuscita della vacanza» tirò fuori dei flûte e dello champagne fresco di ghiacciera che, evidentemente, si era portato dietro.
Zaira e Federico lo raggiunsero andandogli incontro mentre lui stappò la bottiglia e versò le bollicine offrendoglielo.
«alla vostra vacanza, signori» brindò con loro ed insieme a loro che fecero lo stesso.
«ah, a proposito stasera cenate a bordo o attracchiamo a Capri?» Federico per quella sera aveva voglia di starsene tranquillo con Zaira, magari si sarebbero fatti un bagno sotto le stelle e la luna e poi magari avrebbero aspettato l'alba stretti sui divani che vi erano sul ponte della barca.
«tesoro, ceniamo a bordo?» Zaira annui d'accordo mentre già si era spostata sulla ringhiera a prendere il sole.
«allora avviso qualcuno cosi vi porta la cena»
Si vedevano già i Faraglioni e qualche altra barca in mezzo al mare.
«vi lascio, ci vediamo stasera» e così se ne ritornò sopra lasciandoli nuovamente da soli.
Federico si spogliò della camicia rimanendo a dorso nudo, si passò le mani tra i capelli sistemandosi i suoi occhiali da sole e la guardò.
«facciamo un bagno?» la abbracciò da dietro mentre godeva del suo odore che ormai gli aveva invaso le narici.
«si» si rigirò tra le sue braccia e gli baciò le labbra mentre le sue mani gli accarezzarono il petto.
«mi auguro che in valigia non hai solo costumi così sennò non ti porto al mare in giro» la guardò mentre camminava davanti a lui e certamente non si lamentava della vista che la sua ragazza gli stava regalando, si immerse nell'acqua e poi gli rispose.
«a me piace quando le altre ti guardano ed io sono attaccata a te» alzò le spalle e con lo sguardo lo invitò accanto a lei, quando Federico la affiancò Zaira non perse tempo a far aderire la sua schiena con il petto di lui.
«ho sempre voluto fare una vacanza così ma non mi ci sono mai messa davvero ad organizzarla» gli nuotò accanto raggiungendolo mentre Federico si immergeva nell'acqua.
Il riflesso del cielo che si specchiava nell'acqua era in contrasto con l'inchiostro delle braccia di Federico e Zaira pensò di non aver mai visto qualcosa di più attraente di questo, certo non era la prima volta che vedeva Federico nel contesto di una piscina ma, a Marina di Carrara, spesso era capitato che Olivia e Mami li seguissero per poter stare in acqua più tempo senza che Gaia le rimproverasse.
«io non pensavo di poter accettare, ma tu Zaira mi hai fatto sempre fare cose che non mi passavano minimamente per l'anticamera del mio cervello» come quella volta in cui l'aveva convinto a fare una passeggiata a cavallo, senza istruttore fidandosi solamente di quelle poche lezioni che Zaira aveva preso da ragazzina quando alle medie lei e la sua migliore amica Alessandra avevano preso ad andare come appuntamento fisso in un maneggio poco distante da Galatone.
«grazie, è bellissimo qui con te» lo abbracciò e se lo strinse addosso attorcigliando le sue gambe al busto di lui e gli baciò delicatamente le labbra mentre sentiva l'odore del sale di mare, inspiegabilmente percepiva che Federico si stesse rilassando concendosi a lei totalmente senza il pensiero di altre preoccupazioni.
Forse Wendy e Spike sarebbero stati l'unico vero apostrofo che li avrebbe riportati a Torino per brevi istanti.
«ti amo baby, tantissimo» si lasciarono andare all'ennesimo bacio lento che finì con uno schiocco dei loro.
«voglio un gioiello con le conchiglie, potremmo prenderci una collana o un bracciale no?» Zaira aveva già il cuore super leggero, pensava all'abbronzatura che le avrebbe colorato la pelle e all'invidia che avrebbe fatto alle sue colleghe di università.
Avrebbe loro raccontanto di quanto perfetto fosse il suo compagno perché Federico era questo, nonostante battibeccassero come tutte le coppie del pianeta.
«quello che vuoi, a me quelle bianche piacciono potrei prenderlo a bracciale non credi?» o a cavigliera, Zaira doveva smettere di pensarci sopra perché Franco era in agguato e semmai li avesse ricercati, non trovarli non sarebbe stata la migliore delle idee che si sarebbe fatto nel giro di poche ore che aveva fatto la loro conoscenza.
«ti giuro voglio staccare proprio il cellulare e stare solo con te, mi manchi Fede»
«shh...staremo soli e tu stai tranquilla, ti amo da morire» la guardò per poi lasciarla parlare e farle mantenere quella luce meravigliosa che il volto di Zaira aveva, ma non era colpa del sole.
«poi magari domani potremmo andare in uno di quei mercati stupendi...ci sei mai stato? Potremmo prendere del pesce e pranzare a bordo e cucinerei io»
«sarebbe un'idea bellissima, poi ti lascio prendere il sole che ti piace e dopo un po' ti porto a fare il bagno a mare»
«la sera usciamo, posso cercare su internet qualche locale e prenotare, mi sono portata dietro tante di quelle gonne e vestitini che li voglio mettere tutti, forse qualcosa l'ho infilata anche nella tua di valigia»
«si ho visto e mi hai messo così tante camice...» lo interruppe con una risata cristallina e poi un bacio sulle labbra, era come una calamita la pelle di Federico, aveva il costante bisogno di assaporarla con le sue labbra ora bagnate.
«così qualcuna la metto io» poi si staccò da lui, strizzò i capelli e si avvicinò al lettino da mare posizionato poco lontano dalla piscina dove Federico si era poggiato con i gomiti sul bordo.
«prima di metterti lì, prendi da bere?» con la testa fece cenno ai due flûte che avevano lasciato sul tavolino, Zaira li riempì entrambi e uno lo diede al suo uomo dopo averlo baciato ,ancora, sulle labbra.
«ho preso questo coso...mai messo olio in vita mia ma la mia pelle sembra quella di un fantasma» Zaira non aveva mica tutti i torti, da quando aveva preso residenza a Torino la sua pelle aveva avuto una notevole carenza della solita luce solare che invece in Puglia aveva tutti i giorni.
«metti la crema solare e non l'olio perche ti scotti» disse Federico guardandola mentre già premeva sullo spray e l'olio aderiva alla sua pelle per poi essere spalmato dalle sue mani.
«conosco la mia pelle e poi qui c'è scritto che è anche protezione, non starò esposta mica tanto» sviò il discorso sdraiandosi a pancia in giù, prese il libro dalla borsa, uno di quelli che aveva letto e riletto e mise il grande cappello di corda sottile che le copriva quasi le spalle seppure il sole comunque riuscisse ad attraversarlo.
Federico si immerse nell'acqua bagnandosi ancora una volta il volto ed il collo, poi anche lui si tirò su e usci fuori afferrando l'asciugamano e tamponandosi il volto e leggermente la testa; si sedette accanto la sua compagna e il sole gli sbatteva in faccia, una gamba era totalmente rilassata mentre l'altra aveva il ginocchio in tensione e il suo braccio sinistro si piegava confortevole sotto la sua testa a reggerla mentre si rilassava.
Poi, girò di poco il suo volto guardando il profilo di Zaira assorta nella lettura dell'ennesimo romanzo che si era portata dietro; le guardò le gote che già si imporporavano di un colore cosi riscaldante, le lunghe ciglia scure volteggiavano dai suoi occhi, le labbra rosse come il corallo e proprio in quell'attimo lei se le inumidi con la lingua, le guardò il collo inclinato leggermente in avanti per facilitarsi la lettura, poi ancora i gomiti piegati sul telo mare che le reggevano il busto mentre quel costume che indossava quasi si fondeva con la sua pelle.
«che guardi?» Zaira lo beccò ad osservarla, non era la prima volta che Federico si prendesse del tempo per guardarla, scrutare tutta quella miriade di dettagli che per questo la rendevano diversa, mai come le altre.
«guardo te, non é cosi che fa un uomo perdutamente innamorato della sua donna?» Zaira a quelle parole arrossi mentre Federico si avvicinò a rubarle l'ennesimo bacio.
«ti amo»
Zaira si alzò dopo aver piegato l'angolo di una pagina del libro che stava leggendo per ricordarsi del punto in cui era arrivata, e si sdraiò tra le gambe del suo uomo facendo aderire il suo corpo a quello di Federico che l'accolse più che volentieri.
La ragazza portò le sue labbra lungo tutta la mandibola di Federico fino a quando non giunse al suo orecchio e gli sussurrò: «ho voglia di te»
Era da tutta una mattinata che sentiva il bisogno di assaporarlo, di sentirsi sua e di amarlo come più le piaceva e poi, perché no, l'idea di dover fare estremamente attenzione per via del fatto che non fossero soli aveva scatenato in lei qualcosa che attualmente le ribolliva nello stomaco.
Con le sue mani le accarezzò la schiena ed ebbe la tentazione di scogliere quel nodo ma li non poteva, quindi si alzò dalla sdraio tenendo Zaira in braccio con le gambe attorcigliate al suo busto mentre spostava se stesso e la sua compagna all'interno dove avrebbero avuto la privacy che si meritavano.
La adagiò sul letto ancora intatto e prima che la schiena di Zaira potesse atterrare comoda sul materasso, le slacciò il costume superiore godendo di quella visione che lo faceva impazzire.
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Le accarezzò i capelli che le cadevano sulle spalle mentre dal vetro si vedeva l'orizzonte piatto che si fondeva in una linea sottile con il mare.
«mi sposeresti?» gli scivolò dalle labbra cosi velocemente e semplicemente che persino lui dovette prendersi un attimo per rendersene conto.
Zaira si giró a guardarlo in volto mentre le mancavano le parole; l'aveva sempre pensato e qualche volta le era capitato di sognarlo mentre vestiva uno di quei meravigliosi abiti bianchi vaporosi oppure con la silhouette a sirena.
«si» glielo disse decisa mentre le batteva il cuore fortissimo quasi schizzandole in gola.
Forse in cuor suo aveva segretamente aspettato questo momento e adesso che le si era presentato così del tutto inaspettatamente, quasi faticava a crederci.
«mio dio...si amore mio,si!» talmente era felice che non si rese conto di come delle lacrime di gioia le stessero rigando il volto e le orecchie le fischiavano facendole credere di esserselo immaginato, gli baciò le labbra ridendo contenta.
«amore» Federico le asciugò, con i pollici delle mani, le lacrime che incontrollatamente stavano scovolando dai suoi occhi marroni divenuti lucidi e le brillavano di una luce nuova.
Il rumore delle onde leggere nel mare era come la nota di sfondo ad una melodia più forte fatta di baci sonori che somigliavano all'acqua quando si infrange sugli scogli.
Zaira pensò a ste stessa e a Federico in uno dei loro giorni più belli e l'immagine le fece sfarfallare il cuore.
Avrebbe voluto dirgli tante di quelle cose, avrebbe voluto chiamare sua nonna Lina per dirle di preparare quel paio di orecchini con i lapislazzuli che Zaira aveva sempre voluto e per questo quando era piccola li indossava e si guardava allo specchio e si dondolava sui suoi talloni, portando ai piedi un paio dei tacchi che aveva rubato dalla scarpiera di sua madre ; da allora sua nonna glieli aveva promessi per il matrimonio quando quella piccola bambina sarebbe divenuta ormai donna.
«avrei voluto dirtelo a cena, mi ero preparato tutto un dicorso ma mia mamma aveva ragione, il momento sarebbe arrivato all'improvviso» quante paranoie che si era fatto, era passato davanti la gioielleria almeno quattro volte, costringendo sua madre a seguirlo prima che poi si decidesse ad entrare dentro e a confondere il gioielliere con tutte quelle richieste, fortuna che Paola lo aveva rassicurato per non parlare poi del gruppo sbrigativo che aveva creato su Instagram con le migliori amiche della sua donna, in quei momenti benedì il suo profilo privato...almeno non avrebbe confuso nessun messaggio in arrivo.
«tua madre lo sa già?» e pensare che la donna non si era lasciata sfuggire proprio nulla eppure lei era sempre stata brava a scovare le cose.
«non sapeva quando te lo avrei chiesto. Questo è solo nostro» già, questo momento era solo loro, fatto di felicità dal sapore di frutta che Zaira aveva appena preso dal frigo bar prima di ritornare a sedersi sulle gambe di Federico, sapeva dei continui baci che non riusciva a non dare a Federico, era calamitata da lui e poi sapeva dell'amore che avrebbero fatto per tutta la notte mentre il silenzio del mare custodiva quel momento che era rimasto eterno.
«e tu mi sposeresti?» disse Zaira mentre guardava il loro riflesso nella grande televisione posta davanti il letto.
«si»

HoplítesDove le storie prendono vita. Scoprilo ora