#7

2 0 0
                                    

Hoseok

Qualche giorno prima.

Oggi mi ha telefonato mio fratello da Gyeongju. Mi ha detto che a nostro padre non rimane molto da vivere. Ha passato gli ultimi sei mesi ad entrare ed uscire dall'ospedale.

<<Se vuoi vederlo – mi disse Jiwon dall'altro lato della cornetta – sarà meglio che ti sbrighi a venire >>.

Ho ascoltato Jiwon. Gli ho dato retta. Ma tutto ciò a cui penso è che mio padre sta per tirare le cuoia.

<<Che non vi venga in mente di piangere a causa mia – ci disse l'anno scorso a me e ai miei fratelli, quando i medici gli diagnosticarono un caso di tumore cerebrale poco comune – o vi cancello dal testamento ragazzi >>.

Lo odiai per quelle parole, per avermi detto in faccia che se avessi pianto per l'unico uomo al quale darei la mia vita, sarebbe stato un atto infantile. Non mi importa un cavolo del testamento. Non ho intenzione di utilizzare quello che mi spetta. Potrei anche darlo a mia madre.

Sin da piccoli, mio padre è sempre stato un osso troppo duro da spezzare. Era severo nei confronti dei miei fratelli e nei miei, ma mi piace pensare che in fondo non siamo cresciuti male (che poi era il suo scopo ). Jiwon, il più grande, ha un bar-ristorante a Ulsan che lavora bene e si è sposato con una pediatra. Janger, il più piccolo, frequenta l'università e vorrebbe lavorare con Google.

E io?

Mi vergogno nel dire che, qualche volta, ho fatto il modello di nascosto per agenzie di un certo livello, visto che l'anno scorso non è stato dei migliori. Tutto successe dopo aver ricevuto la notizia di mio padre. Non potevo piangere, così mi sfogai sulla mia Chevrolet Camaro del 1969: la distrussi con una mazza da baseball. Io e mio padre avevamo messo a punto questa automobile da zero. Fu il nostro progetto padre-figlio , iniziato prima che io finissi il liceo. Pensai che, se non avessi più avuto lui, anche la macchina avrebbe dovuto sparire. E quindi sì, lavorai come modello. E no, non volevo farlo veramente. Non mi importano questo genere di cose. Mi ritrovavo nel bar di Jiwon, ubriaco, quando mi trovarono due a caccia di talenti. Deduco che non gli fregava di vedermi in quelle condizioni... così mal ridotto, in quanto mi allungarono il loro biglietto da visita, mi offrirono un'ingente somma di denaro solo per presentarmi in un edificio a Busan e, dopo aver passato tre settimane chiuso in camerino pentendomi di aver accettato, dissi "Perché no?".

Già solo quei soldi bastarono per rimettere in sesto la carrozzeria. Quindi mi ripresentai. E, benché con il denaro ricavato da qualche lavoretto riuscii a sistemare la macchina, rifiutai il contratto di 50 mila dollari, offertomi da LL Elite, dal momento che guadagnarmi da vivere facendomi vedere in intimo non faceva per me. Per favore, già non mi sentivo a mio agio con gli impieghi precedenti. Così che feci come qualsiasi altro ragazzo che mangia carne rossa e beve birra, mi resi più uomo e meno ragazzino facendomi qualche tatuaggio e lavorando come meccanico.

Di certo non è il futuro che il mio vecchio voleva per me, ma compresi che a differenza dei miei fratelli, non posso vivere come gli altri vorrebbero che io facessi. Lasciai l'università quando capii che non mi importava per niente quello che stavo studiando.

Perché la gente ha la mania di fare tutto quello che fanno anche gli altri?

Io non sono così.

Io voglio solo una cosa nella vita. Non sono i soldi, non è la fama, non è una mia foto ritoccata con Photoshop su un cartellone pubblicitario a Times Square né una carriera universitaria che mi serva a qualcosa nella vita. Non so di per certo cosa voglio, ma è qualcosa che sento dentro. È lì, forte. Quando me lo troverò di fronte, lo riconoscerò.

N.L.Y JUNG HOSEOK _translated in Italian_Where stories live. Discover now