Capitolo 5

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Pov Arion

Apro gli occhi con una strana sensazione di freddo addosso. La stanza è illuminata dalla luce del mattino, che mi costringe a socchiudere gli occhi.
Sono sdraiato al centro del letto, il lenzuolo e stropicciato ai miei piedi e ho l'impressione che mi manchi qualcosa.
-Victor..?- mormoro.
Improvvisamente i ricordi del giorno prima mi riempiono la mente, facendomi spalancare gli occhi.
"H-Ho dormito con Victor... In queste condizioni..!" realizzo tappandomi la bocca con entrambe le mani e il viso bollente.
Salto subito giù dal letto e corro di sotto, rischiando di rotolare giù dalle scale. Quando arrivo davanti alla porta della cucina mi blocco, dando una sbirciata all'interno.
Zia Silvia sta preparando la colazione, ma a parte lei non c'è nessun altro.
Così entro, cercando di apparire calmo. -Buongiorno zia-
Lei si volta sorridendomi. -Buongiorno tesoro, Victor è già andato a casa, ha detto che aveva delle cose da fare-
-Oh- un senso di delusione mi preme il petto, a quanto pare gli dava davvero fastidio restare qui. -Capisco, lo immaginavo- annuisco con un sorriso forzato.
-Allora, sei pronto per il tuo primo giorno di scuola come ragazza?- mi chiede servendomi la colazione.
Per poco non mi strozzo con la mia stessa saliva, lo avevo completamente dimenticato!
-Posso darmi malato..?- piagnucolo appoggiando la testa sul tavolo.
Sento una mano accarezzarmi i capelli. -Vedrai che non sarà così male, dopo la colazione ti do una mano a prepararti, ok?-
Sospiro. -Va bene-

Sto fissando la mia immagine allo specchio da dieci minuti, non posso farlo, non posso uscire così.
La divisa femminile mi sta fin troppo a pennello e mette in risalto i miei fianchi e il mio seno, per non parlare dei capelli pettinati e raccolti in una coda alta che lasciano il viso e il collo scoperti.
-Zia...- mormoro in tono lamentoso.
-Non preoccuparti, sei bellissima!- mi risponde dall'altra stanza con un sorriso incoraggiante.
-E proprio QUESTO il problema!- grido esasperato.
-Vuoi che ti accompagni a scuola?- mi chiede.
Ci penso un attimo. Sospiro. -No, vado...- mormoro sconsolato recuperando la mia borsa e avviandomi all'ingresso. -Ci vediamo stasera, zia-
-Buona giornata, tesoro- mi saluta venendomi incontro per darmi un bacio sulla guancia.
Sorrido ed esco, avvicinandomi alla cuccia di Spotter per accarezzarlo. Lui si comporta come se fossi sempre lo stesso, evidentemente il mio odore non è cambiato. -Grazie Spotter- sussurro facendogli i grattini dietro alle orecchie.

Riesco ad arrivare a scuola e ad attraversare i corridoi senza problemi, ma anche evitando di incrociare gli occhi di tutti mi sento continuamente osservato. Quando raggiungo la classe sono già tutti dentro, fortunatamente nessuno sembra far caso alla mia presenza a parte il professore che mi fa cenno di avvicinarmi.
Entro in classe con le ginocchia tremanti, fermandomi in piedi vicino alla cattedra.
-Ragazzi, lei è Alice Woods e per un po' sarà una vostra compagna di classe, siate gentili con lei, mi raccomando- mi presenta il professore.
Alice Woods? Seriamente?
Sospiro. Be' sembra che andrà tutto liscio, almeno sotto questo aspetto.
Mi costringo a fare un piccolo inchino, sorridendo. -P-Piacere di conoscervi, spero che riusciremo a diventare amici..!-
Cerco subito Victor con lo sguardo, che mi sorride incoraggiante, questo mi fa sentire molto meglio.
Mi siedo al mio solito posto e la lezione inizia, sembra che nessuno sia sorpreso della mia presenza, forse erano già stati avvisati?
Sento gli sguardi di tutta la classe su di me, ho anche l'impressione che si stiano dicendo qualcosa...
-Ari... ehm, Alice!- bisbiglia qualcuno.
Mi volto, Sky e JP mi sorridono incoraggianti. -Andrà tutto bene, ci siamo noi con te- mormora il mio migliore amico.
Sorrido. -Grazie ragazzi-

Tutto fila liscio fino al momento che più temo, la pausa pranzo.
Come previsto sia le ragazze che i ragazzi si avvicinano al mio banco incuriositi, molti mi invitano a mangiare con loro mentre altri chiedono il mio numero di telefono.
Cerco di scostarmi come posso, ma sono completamente circondato. Anche Sky e JP non riescono in nessun modo a raggiungermi.
Improvvisamente mi sento afferrare per il polso e il mio cuore fa una capriola, prima che me ne possa rendere conto sono stato tirato fuori dalla mischia e un braccio mi cinge le spalle.
-Aprite bene le orecchie, questa è la mia ragazza, provate a darle fastidio e ve la vedrete con me!- sento dire sopra la mia testa, la voce è inconfondibile.
-Victor...?- lo guardo confuso, ma lui sta incenerendo il resto della classe con lo sguardo.
Tutti fanno dietro front, allontanandosi senza protestare.
-Vieni con me, andiamo a mangiare sul tetto- mi dice avviandosi senza lasciarmi.
Io sento il cuore battermi all'impazzata, devo aver sentito male per forza...
-Senti Victor...- gli chiedo una volta arrivati a destinazione, tenendo lo sguardo basso per nascondere l'imbarazzo. -Perché hai detto che... che sono la tua ragazza...?-
Lui si era seduto e stava aprendo il suo bento. -Mi è sembrato il metodo più sicuro per fare in modo che ti lascino in pace, fino a che questa storia non sarà finita...- spiega semplicemente.
-Oh...Sì, certo...- mormoro.
Mi sistemo al suo fianco, stando attento alla gonna. Che mi aspettavo?
Apro il pranzo e lancio un'occhiata al suo, è davvero grazioso.
-Lo ha preparato tua madre?- chiedo curioso.
Victor fa una strana espressione. -No, non esattamente...-
Piego la testa di lato. -In che senso?-
-I miei sono lontani per lavoro, quindi sono ospite da... qualcuno- risponde restando sul vago.
Sembra a disagio al riguardo, così decido di non insistere e cambio argomento.
Finiamo di mangiare parlando della squadra, degli allenamenti e delle nuove tecniche che vorremo sviluppare, ma quella strana stretta al petto non si decide ad andarsene.

Finalmente iniziano gli allenamenti e ho di nuovo indosso la mia divisa, mi sento decisamente meglio. Gli altri ragazzi mi lanciano delle strane occhiate, ma per il resto si comportano come al solito.
Ma mi rendo subito conto che qualcosa non và, il mio corpo non risponde come vorrei, correre mi sembra così... diverso.
Cerco di calciare la palla, ma mi ritrovo a perdere l'equilibrio e a sbattere il sedere a terra. -Ma cosa...?- mi domando confuso, sento anche una sensazione simile al panico.
-Ehi, tutto bene?-
Alzo lo sguardo, Sol mi sta tendendo la mano con il suo solito sorriso.
-Non capisco cosa mi stia succedendo...- mormoro afferrandogli la mano.
Lui mi aiuta ad alzarmi e mi tiene stretto quando nota che zoppico.
-Credo di aver preso una storta...- spiego evitando di fare peso sul piede destro.
-Ok, non preoccuparti, ti aiuto io- annuisce lui sostendendomi fino a raggiungere le panchine.
Una volta seduto mi rendo conto che Victor ha lo sguardo fisso verso di noi, ma lo distoglie subito non appena nota che sto guardando nella sua direzione.
Anche Sol lo nota. -Ehi Arion, posso farti una domanda?-
Lo guardo confuso. -Ehm, certo..-
-Per caso ti piace Victor?-
Sento le guance farsi bollenti. -Eh?? Certo che no! Perchè dovrebbe??- chiedo cercando di non mostrare il mio imbarazzo, ma mi trema la voce.
Lui sorride. -Allora se non ti piace Victor, ti andrebbe di uscire con me?-
Spalanco gli occhi. -U-Uscire...?-
Per un attimo interminabile sento il mio cervello andare in cortocircuito... Sol vuole un'appuntamento... con me??
-M-Mi dispiace Sol, io ti ammiro moltissimo e sei un bravo ragazzo, ma non credo che...- mormoro a disagio tenendo lo sguardo basso.
Lui non perde il sorriso. -Ok, non preoccuparti, però se dovessi cambiare idea sappi che l'invito è sempre valido-
Annuisco e tengo lo sguardo basso finché lui non si è allontanato. Non so a cosa pensare, possibile che a Sol possa piacere io...?
-Ehi, come stai?-
Trasalisco. Vale mi sta sorridendo dolcemente.
-Io... Bene, credo...- mormoro.
-È questo?- chiede lei inginocchiandosi ai miei piedi e indicando il destro.
Annuisco e lascio che mi tolga sia la scarpa che la calza, per mettermi il ghiaccio. -Per fortuna non sembra nulla di grave, però resta seduto qualche minuto, ok?-
Annuisco di nuovo.
Lei deve aver notato qualcosa, perché mi rivolge uno sguardo preoccupato. -Qualcosa non và?-
Sospiro. -È che... Io... Non so bene da dove iniziare...- mormoro sconsolato.
-Con calma, non sforzarti-
Faccio un respiro profondo. -Se... Se ti piacesse un ragazzo che però non ricambia i tuoi sentimenti... e se un altro ragazzo ti chiedesse di uscire... tu cosa faresti?-
Lei mi guarda comprensiva. -Sei sicuro che quel ragazzo non ricambi i tuoi sentimenti?-
Lancio un'occhiata a Victor, sembra preso a dare istruzioni a Lucian e Aitor. -Be', non proprio... Quasi...-
-Io credo che prima dovresti accertarti se sei ricambiato o no, se proprio va male puoi provare a dare una possibilità all'altro ragazzo- mi dice sorridendo.
La guardo insicuro. -Accertarmene? E come?-
Lei solleva un pugno chiuso. -Basta che glielo chiedi!-
-Quando fai così sembri proprio l'allenatore Evans...- noto perplesso.
-Dovrebbe essere un complimento...?- chiede con le guance rosse.
Mi viene da ridere. -Ok, mi hai convinto, dopo gli allenamenti glielo chiedo-
Vale mi rivolge un largo sorriso. -Questo è il mio ragazzo- annuisce scompigliandomi affettuosamente i capelli.
Arrossisco. -Grazie-
-E di che? Sono qui apposta-

Il resto degli allenamenti di svolge come al solito. Be', a parte il fatto che io sono un completo disastro, ovviamente.
Alla fine sono distrutto, mi asciugo il sudore dal viso e svuoto completamente la borraccia. Quando mi ricordo di quello che devo fare risco di soffocarmi.
Mi lancio un'occhiata attorno, ma di Victor nessuna traccia.
-Scusa, Riccardo...-
Lui si gira a guardarmi. -Dimmi pure, Arion-
-Per caso hai visto Victor?-
-Dovrebbe essere negli spogliatoi-
-Ok, grazie- gli grido mentre corro via. Non so ancora cosa dirgli esattamente e il cuore mi batte così forte che sembra mi debba uscire dal petto da un momento all'altro, ma per qualche strano motivo mi sembra una bella sensazione.
Mi fermo davanti alla porta degli spogliatoi per cercare di riprendere fiato.
"Ok Arion, è solo una semplice domanda, non hai nulla di cui preoccuparti..."
Con un ultimo respiro profondo mi decido ad entrare. -Ehi, Vic..-
Le parole mi muoiono in gola, mentre ho l'impressione che qualcosa dentro di me sia appena andato in frantumi.
Una ragazza dai lunghi capelli scuri gli sta tenendo entrambe le braccia attorno al collo e si stanno... baciando.
Sento gli occhi riempirsi di lacrime, subito faccio dietro front e inizio a correre più veloce che posso. Il petto mi fa malissimo e prima che possa rendermene conto ho il viso e la maglietta bagnati di lacrime.
Quando smetto di correre mi rendo conto di essere arrivato al posto in cui sono solito allenarmi, il mio posto.
Mi siedo sulla panchina ancora scosso dai singhiozzi, vorrei smettere di piangere ma non c'è verso, le lacrime continuando a scorrere senza sosta sul mio viso.
Poi mi tornano alla mente le parole di Vale, così tiro fuori il cellulare dalla tasca e con mani tremanti mando un solo messaggio.

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