Capitolo 14

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Pov Victor

Sono passati alcuni giorni dall'incidente, Ily non ha mai chiesto nulla riguardo quello che è successo con Sol. Girasole, di contro, ci ha evitato il più possibile e lo capisco... almeno fino a questa mattina, quando è venuto dritto verso di noi per chiederci scusa. Ammetto di esserne rimasto sorpreso, ma Arion sembrava così sollevato che ho chiesto scusa a mia volta.
-Non avrei dovuto dirti quelle cose, ho sbagliato... mi dispiace- mormora Sol a disagio.
Arion scuote la testa. -No, sono io a scusarmi, avrei voluto dirti prima come stavano le cose... ma non ce l'ho fatta...-
Spruzzo di sole sorride. -Se scopro che l'hai ferito in qualche modo te la faccio pagare- sogghigna rivolgendosi a me.
Ghigno a mia volta. -Lo stesso vale per te-
Non avrei mai pensato che un giorno avrei fatto combaciare le mie nocche con quelle di Sol in modo amichevole, eppure è proprio quello che sto facendo.
Arion ci guarda con un sorrisone enorme e sento il viso scaldarsi. -Che hai da ridere?- borbotto.
-Niente, niente!- esclama subito lui e poi scoppiano entrambi a ridere.
Non capisco se mi stiano prendeno in giro o cosa, in ogni caso la loro risata è contagiosa e mi ritrovo a ridere anch'io.

Soprappensiero osservo Arion correre per il campo con i capelli raccolti in una coda alta, ricordando quello che Ily mi ha detto la sera prima.
"Perché non inviti Arion a cena? Ora che le cose tra voi si sono risolte è il momento di ricambiare il favore"
Sì, una parola. Peccato che lui non sappia niente del mio trasferimento temporaneo.
Lo guardo mentre passa la palla a Sol e si sorridono a vicenda. Per fortuna sembra che sia davvero tornato tutto alla normalità.
-Che c'è Victor, sei già stanco?- mi rimbecca spruzzo di sole.
Sogghigno. -Ti piacerebbe- e scatto a rubargli la palla in scivolata.
Ci alleniamo fino a che il sole non inizia a tramontare, dopodiché l'allenatore Evans ci lascia liberi di tornare a casa.
Prima di andare a cambiarmi mi dirigo verso Arion. -Ehi, Ari-
Lui mi rivolge il suo sorriso luminoso. -Che c'è?-
-Ecco...- sposto il peso da un piede all'altro, a disagio. -Ti andrebbe di venire a cena da me..?-
Lo vedo sollevare le sopracciglia di scatto, completamente colto di sorpresa. -A cena..? A casa tua??-
Distolgo lo sguardo. -Beh sì, più o meno...-
-Ma non sono pronto! Dovrei lavarmi e cambiarmi e...- balbetta agitato.
Scrollo le spalle. -Rilassati, è solo una cena-
-Ma incontrerò i tuoi genitori!- insiste lui.
-Ti dico che vai bene così- ribatto io a bassa voce scostandogli i capelli dal viso sudato e abbassandomi per dargli un leggero bacio sulle labbra.
Arion si blocca, arrossendo vistosamente. -O-Ok... Allora avviso zia Silvia...- mormora abbassando lo sguardo, imbarazzato.
Sorrido. Ormai lo conosco fin troppo bene.
Dopo essermi cambiato lo raggiungo davanti ai cancelli della scuola, per poi avviarci insieme verso "casa mia".
-A proposito, non andremo esattamente a casa mia...- mormoro tenendo lo sguardo fisso davanti a me.
Lui mi stringe la mano. -Ah, no?-
Gli lancio un'occhiata veloce per poi tornare a guardare avanti. -I miei genitori sono in viaggio di lavoro, quindi per un po' sto da... amici- spiego vagamente.
Arion sbuffa. -E io sono in divisa scolastica...-
Osservo la gonna che gli ondeggia attorno alle cosce ad ogni passo, non so dire se ci si sia abituato o meno ma distolgo lo sguardo prima che lui possa farci caso.
Arriviamo davanti al condominio e uso le mie chiavi per entrare.
Arion sembra sorpreso. -Accidenti, sembra tutto così moderno e lussuoso-
-Già- annuisco semplicemente entrando in ascensore e premendo il pulsante per l'ultimo piano.
-Chi sono questi amici da cui stai? Li conosco?- mi chiede seguendomi fuori dall'ascensore.
Non faccio in tempo a dir nulla che la porta dell'appartamento si apre.
-Eccovi qui- ci sorride Axel dalla soglia.
Arion spalanca gli occhi. -Axel Blaze? Fammi capire, tu vivi con Axel Blaze??-
-È solo una cosa temporanea...- sbuffo a disagio mentre l'ex capocannoniere della Raimon ridacchia.
-La ringrazio infinitamente per l'invito, signor Blaze!- esclama Arion ancora sovraeccitato.
-Grazie a te per essere venuto- sorride Axel facendo un passo indietro. -Forza, entrate-
Entro in casa facendo strada ad Arion. In cucina Julia sembra indaffarata ad apparecchiare, ma non appena ci vede entrare ci viene incontro. -Ehi Vicky! Ciao Arion- ci saluta soffermandosi ad osservare Arion. È leggermente più alta di me, questo significa molto più alta di lui. -Wow, che bei capelli- sorride la ragazza accarezzando una ciocca di capelli castani.
Arion sorride imbarazzato. -Anche i tuoi sono molto belli, Julia- mormora ricambiando il complimento, arrossendo.
-Ily è andata a prendere gli altri, dovrebbe arrivare tra poco- ci riferisce Axel. -Voi mettetevi pure a vostro agio-
Altri? Di chi starà parlando?
Poco importa, annuisco e porto Arion nella mia stanza, dove lascio cadere la borsa.
-Chi è Ily? Il nome mi è familiare- mi chiede lui mettendo la borsa vicino alla mia.
Chiudo la porta, più per abitudine che per altro e mi siedo sul letto. -È quella ragazza che è venuta a prendere Sol, lei e Axel stanno insieme-
-Ah, ho capito- risponde semplicemente lasciando vagare lo sguardo per la stanza, soffermandosi sui disegni appesi alle pareti. -Questi somigliano a quelli che ci sono a casa di Vale-
Annuisco. -Li ha fatti Ily, a quanto pare erano compagne di classe alla Raimon-
Mi sorride. Strano, pensavo che si sarebbe arrabbiato con me perché non gliene avevo parlato prima.
Si avvicina a me e si siede sulle mie ginocchia, continuando a sorridere. -Le ultime settimane sono state davvero stancanti, ma ora sembra che si stia risolvendo tutto nel migliore dei modi...- bisbiglia abbracciandomi piano, il viso leggermente arrossato.
-Mm-mm- mormoro appoggiando la fronte nell'incavo della sua spalla e inspirando il suo profumo.
Sento le sue dita giocherellare delicatamente con i miei capelli e un brivido mi percorre la schiena.
Inclino la testa quel tanto che basta per sfiorargli il collo con le labbra, lo sento trasalire, ma resta in silenzio, così continuo a lasciare una scia di baci fino alla linea della mascella, per poi far combaciare le nostre labbra.
Solo in questo momento mi rendo conto di quanto ne avessi bisogno.
Infilo le dita tra i suoi capelli per tenerlo più vicino a me e approfondire il bacio.
-Victor..- geme a fior di labbra.
-Mm?-
Non dice nulla, così mi giro per farlo sdraiare sul letto e continuare a baciarlo mettendomi sopra di lui.
I nostri respiri si fanno sempre più affannati mentre sento il cuore battermi all'impazzata.
Delicatamente infilo una mano sotto alla sua maglietta per accarezzare la pelle liscia e morbida, lo sento gemere sommessamente e questo mi spinge a continuare. Risalgo piano lungo il fianco, indugiando un istante prima di raggiungere il seno, ma vengo subito bloccato.
Arion mi spinge indietro con sguardo allarmato, il fiato corto e le braccia a coprirsi il petto.
-Io... mi dispiace...- mormoro scostandomi e mettendomi a sedere.
Lui continua a guardarmi spaventato. -No, io... Non so cosa mi sia preso...-
Faccio una smorfia amareggiata, io invece so bene qual è il problema: è ancora spaventato dopo che quello stronzo gli ha messo le mani addosso. Che idiota che sono.
Gli prendo una mano, intrecciando le sue dita tra le mie. -Non preoccuparti, va tutto bene- mormoro in tono basso e rassicurante.
Lui mi guarda con gli occhi lucidi e tremolanti, riesco a leggerci tutta la sua insicurezza. Sembra così fragile, dio... Faccio per scostarmi, ma lui mi ferma, tirandomi nuovamente verso di sè.
Il suo guardo è un misto di paura e desiderio. Così mi avvicino di nuovo, lentamente, con il cuore che mi rimbomba nelle orecchie, tenendo gli occhi fissi nei suoi.
Sto per sfiorargli le labbra con le mie, quando qualcuno bussa alla porta, facendomi sobbalzare.
-Ehi Vicky, non è il momento di pomiciare, la cena è quasi pronta!- esclama la voce ovattata di Julia.
Sento il viso farsi bollente. Dannazione.
Arion ridacchia. -Sarà meglio andare di là-
Annuisco. -Va bene-
Ci alziamo e facciamo per uscire, ma lui mi ferma e si alza sulle punte per baciarmi. -Così siamo pari- dice con un sorriso furbetto.
Arrossisco di nuovo. -Gesù, sarà meglio sbrigarsi prima che ti ributti di nuovo su quel letto-
Arion apre la porta ridendo e subito dopo sentiamo delle voci provenire dall'ingresso.
-Eccoci qua!- annuncia Ily.
Li raggiungiamo mentre Julia si lancia ad abbracciare Austin, per poi stampargli un bacio sulle labbra. Una strana sensazione di gelo mi spinge a guardare verso destra, dove vedo Axel fissare la sorellina e il suo ragazzo con espressione imperscrutabile.
-Con permesso!- esclama Sol entrando spingendo la sedia a rotelle di Vladimir.
-Ehi fratellino- mi saluta quest'ultimo.
Li guardo sorpreso. -Vlad?-
A chiudere la fila si fanno avanti Vale e l'allenatore Evans, che si dirige subito verso Axel. -Ehi amico, non ci vediamo da una vita!- lo saluta con un sorrisone, sollevando il pugno.
Il biondo lo imita, sbattendo il proprio pugno contro quello dell'altro. -Puoi dirlo forte-
-Sorpresa!- esclama Ily. -Ho organizzato una cenetta in famiglia, contenti?-
Mi giro verso Arion, che sembra sorpreso quanto me, ma i suoi occhioni azzurri sbrilluccicano come non mai. -Ma è fantastico! Vero, Victor?- mi domanda alzando lo sguardo verso di me.
Il suo sorriso è così luminoso che non posso fare a meno di sorridere a mia volta. -Sì-

Mangio in silenzio osservando gli altri che chiacchierano allegramente, ancora mi sembra incredibile che siamo tutti seduti allo stesso tavolo.
Axel chiacchiera tranquillamente con Mark e Austin, anche se quest'ultimo sembra ancora piuttosto teso.
Le ragazze vociferano sommessamente tra di loro, ridacchiando di tanto in tanto.
Mentre Sol e Vlad parlano tranquillamente del più e del meno, non riesco a fare a meno di fissarli.
-Qualcosa non và, Victor? Non hai fame?- mi chiede Arion, seduto vicino a me.
-No, nulla. Ero solo soprappensiero...- mormoro prendendo un boccone.
-Sembra che tuo fratello e Sol vadano d'accordo, vero?- mi chiede piano con un sorriso.
Quasi mi strozzo con il cibo. -Uh, già-
Lo sento ridacchiare. -Non pensavo che fossi così geloso di Vlad-
-Non è così!- borbotto arrossendo.
-Che c'è? Per caso state ridendo di noi?- chiede Vlad sorridendo.
-No no, non preoccuparti, sto ridendo di tuo fratello- risponde Arion continuando a ridacchiare.
-Se vuoi posso raccontarti qualche storiella su quando era piccolo, ne ha combinate così tante- propone mio fratello.
Sol si illumina. -Uh, sì, io sono curioso-
-Anch'io, anch'io!- si unisce Arion.
-Vlad!- protesto contrariato.
Per fortuna Axel ci chiede come vanno gli allenamenti e la conversazione viene deviata sul calcio fino alla fine della cena.

Sospiro tenendo lo sguardo verso il soffitto buio della mia stanza.
-È stata una bella serata, uh?- mi chiede Vlad, sdraiato al mio fianco.
Annuisco. -Non pensavo che tu e Sol foste così amici...-
-In ospedale mi annoiavo da morire, ma ogni tanto, dalla finestra, lo vedevo sgattaiolare fuori per andare a giocare a pallone, anche se in realtà non gli era nemmeno permesso alzarsi dal letto. Così un giorno sono andato a parlargli e da quel momento abbiamo iniziato a vederci ogni volta che ne avevamo l'occasione per parlare di calcio- dal tono della sua voce capisco che sta sorridendo. -In un certo senso ti somiglia- aggiunge.
-Cosa? Io e spruzzo di sole? Nemmeno per sogno- sogghigno.
Lo sento ridacchiare. -Più di quanto immagini-

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