Capitolo 8

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Pov Victor

E' passata solo una settimana, ma sembra sia stata un'eternità.
Come al solito, non appena gli allenamenti finiscono, me la filo senza guardare in faccia a nessuno.
Nessuno tenta di fermarmi.
Restare anche solo un minuto di più significherebbe assistere alle disgustose attenzioni che Sol dedica ad Arion.
Vedrei per l'ennesima volta il modo melenso in cui lo guarda o quella fastidiosissima abitudine di scostargli i capelli dietro all'orecchio per baciargli la guancia, per non parlare delle sue luride mani che gli cingono la vita...
Mi ritrovo a trattenere un conato di vomito, anche se non ne uscirebbe nulla. Sono giorni che non mangio, mi sento uno schifo.
Che merda.
La verità è che il mio legame con Arion, anche se era iniziato nel peggiore dei modi, era diventato una delle costanti della mia vita.
Mi aveva aiutato a cambiare in meglio, gli dovevo tutto.
Ma fino ad ora lo avevo sempre dato per scontato, credevo che quello stuipido con le girelle in testa mi sarebbe rimasto appiccicato per sempre.
Di certo non avrei mai immaginato che la rottura di quest'abitune mi avrebbe fatto star male fino a questo punto.
-Victor?-
La voce di mio fratello mi riporta nella stanza d'ospedale, ci sono arrivato senza nemmeno accorgermene, non ero davvero presente.
-Scusami Vlad, ero sovrappensiero- mi scuso con un sorriso forzato.
Il suo sguardo lascia trasparire tutta la sua preoccupazione. -Sono giorni che sei strano, lo vedo che hai qualcosa che non va, perchè ti ostini a non volermene parlare?-
Mi mordo il labbro spostando lo sguardo sulla sedia a rotelle vicino al letto. -Non è niente di che, davvero, sono solo stanco...-
-E' successo qualcosa con Arion, vero?-
Trasalisco.
-Di colpo hai smesso di parlarmi di lui-
Alzo lo sguardo, mi fa male il petto. -Non te ne parlavo nemmeno prima, non...- il suo sguardo mi fa morire le parole in gola, sento le guance farsi bollenti. -Davvero ne parlavo così spesso..?- borbotto.
Lui sorride, un sorriso triste. -Di continuo... Allora, ti va di raccontarmi cos'è successo?- chiede spostandosi di lato sul letto e battendo la mano sul materasso, al suo fianco.
Mi arrendo con un sospiro, per poi arrampicarmi svogliatamente sul letto, sedendomi in maniera scomposta al suo fianco.
Schiudo le labbra per parlare, ma al posto della mia voce esce solo un singhiozzo strozzato. Prima che possa rendermene conto le mie guance sono già umide di lacrime.
Sento le braccia di Vladimir cingermi delicatamente le spalle mentre mi attira a sè. Affondo il viso nel suo petto, le lacrime continuano a scendere senza sosta, senza che io possa fare nulla per fermarle.
Le mani di Vlad mi accarezzano piano i capelli e siamo di nuovo bambini. Esattamente come quando esageravo nel voler imitare le mosse dei miei calciatori preferiti, finivo per farmi male e scoppiavo a piangere. Mio fratello mi prendeva in braccio, metteva i cerotti colorati sulle mie ginocchia sbucciate e mi consolava fino a quando non mi calmavo.
Finalmente le lacrime si fermano, mi sento completamente vuoto, non sono ancora pronto ad alzare la testa.
-Va meglio ora?- bisbiglia Vlad senza smettere di accarezzarmi.
Annuisco appena. -Però non so se voglio parlartene... Mi fa sentire stupido...- mormoro in risposta.
-Non che ci voglia molto- ridacchia lui.
Mi stacco da lui, guardandolo con le sopracciglia aggrottate.
Lui mi restituisce il suo solito sguardo premuroso, da fratello maggiore.
Mi ritrovo a sospirare nuovamente, non posso vincere contro di lui. -Il fatto è che... Arion... Esce con un altro ragazzo, ecco...- mio dio, sento di nuovo il viso bollente.
Vedo le sue sopracciglia sollevarsi impercettibilmente. -Sei stato rifiutato?-
Trasalisco. -Che? No! Mica mi sono dichiarato...-
-Allora non sai se ricambia i tuoi sentimenti-
-Ci sei o ci fai? Ti sto dicendo che esce con quel coglione di Sol... Se provasse qualcosa per me non uscirebbe mica con lui...- borbotto asciugandomi il viso con la manica.
Lui piega la testa di lato. -Non so esattamente come stanno le cose, ma a me non sembra una cosa così ovvia-
-Ah no? E allora quale altra spiegazione puoi darmi?- sbotto seccato.
-Mmmm...- si porta la mano sotto al mento. -Forse gli piaci ma crede di non essere ricambiato, così ha iniziato a uscire con Sol, che invece ha avuto il coraggio di dichiararglisi...-
Sollevo un sopracciglio. -Secondo me tu guardi troppe Soap Opera...-
-Allora facciamo una scommessa, dichiarati ad Arion e vedremo chi dei due ha ragione- propone con un sorrisetto.
Mi strozzo con la mia stessa saliva. -Che?? No... Voglio dire, ormai è troppo tardi... Che senso avrebbe?-
-Ha senso perchè se è come dico io, tu potrai smetterla di struggerti per lui...-
-Ehi!-
-Mentre se dovesse andare male, almeno saprai la verità... Non hai nulla da perdere- conclude tornando serio.
-Certo, a parte l'autostima e la voglia di vivere...- borbotto a mezza voce.
Alza una mano per spettinarmi i capelli. -Non essere così drammatico, se alla fine avrai ragione tu mi farò dare un permesso dall'ospedale e andremo a mangiare fuori insieme, ci stai?-
In realtà non ci sto proprio per niente, ma è così tanto tempo che io e Vlad non passiamo un po' di tempo insieme fuori da questa stanza, che mi ritrovo ad annuire in automatico. -Come dici tu..- sbuffo.
-Questo è il mio fratellino!- esulta lui con un sorriso.
Non posso fare a meno di sorridere a mia volta.

-Sono a casa..- annuncio entrando.
Vengo accolto solo dal buio e dal silenzio, è strano che non ci sia nessuno... Mi dirigo verso la mia stanza con un frullato di pensieri in testa. Alla fine ho ceduto alla "scommessa" di mio fratello, dovrò chiarire le cose con Arion una volta per tutte... ma come?
Apro la porta e mi blocco quasi immediatamente. Mi ci vuole qualche attimo per metabolizzare quello a cui sto assistendo: Austin è seduto sul mio letto, mentre Julia è seduta sulle sue ginocchia. Ha i capelli rosa sciolti sulle spalle e la divisa scolastica più stroppicciata del dovuto... e stanno decisamente limonando.
-Si può sapere che cazzo ci fate nella mia stanza?- chiedo irritato.
Julia interrompe il bacio e mi rivolge il suo solito sorrisetto, come se nulla fosse. -Oh Vicky, sei tornato presto!-
-M-Mi dispiace tantissimo...!- balbetta invece Austin, completamente rosso. -Non lo dirai ad Axel... vero?- aggiunge poi a mezza voce.
Incrocio le braccia al petto. -Allora?-
-Ecco, il fatto è che è meglio se mio fratello non lo sappia- spiega lei, diventando seria.
Sollevo un sopracciglio. -Ah no?-
-Inoltre sono abbastanza sicura che abbia messo delle cimici, se non addirittura una telecamera nella mia stanza...- prosegue rabbuiandosi.
Il mio sopracciglio si alza ulteriormente. -Perché non glielo dici e basta?-
-Dirglielo e basta??- esclama lei saltando in piedi.
Lascio cadere le braccia lungo i fianchi, sorpreso. -Be' sì, voglio dire, ormai vai al liceo, non sei esattamente una bambina...-
-Tu non sai che significa avere un fratello maggiore iperprotettivo!- mi accusa puntandomi contro un'unghia laccata di rosa. -Mi tratta ancora come una bambina, crede che io sia ancora troppo piccola per fare queste cose, se lo venisse a sapere darebbe i numeri!-
Mi accorgo di aver indietreggiato solo quando sbatto la schiena contro lo stipite della porta. Lancio un'occhiata a Austin, in cerca di aiuto.
Lui sembra decisamente preoccupato. -Io credo che dovremmo dirglielo...-
Julia si volta a guardarlo, sgranando i grandi occhi scuri. -Come?-
-Sì, insomma...- riprende lui passandosi una mano tra i capelli, a disagio. -Sai quanto io ammiri e rispetti tuo fratello, non mi sento a mio agio a nascondergli una cosa del genere...- spiega abbassando la voce.
La ragazza lo guarda intenerita. -Sì, capisco. Se per te è così importante, allora va bene- annuisce sorridendo dolcemente, facendo arrossire il blu. -Tanto qualunque cosa dirà, nemmeno lui riuscirà a separarci, vero?-
-P-Preferirei che non la prendesse troppo male però...- balbetta Austin ormai paonazzo.
-Ma che dici? La prenderà malissimo- ride Julia arruffandogli i capelli.
-Non ci trovo niente da ridere!-
Ho di nuovo le braccia incrociate, ormai al limite della mia pazienza. -Sentite, non me ne può fregare di meno di quello che farete o non farete, ma potrei riavere la mia stanza?-
-Certo, Vic- mi sorride Julia, arruffandomi i capelli nel passare al mio fianco.
Austin la segue a ruota. -Ti chiedo di nuovo scusa-
Richiudo la porta subito dietro di loro e mi lascio cadere sul letto con un sospiro esasperato.
"Perché tutte a me...?"

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