Mi sento una stupida per aver accettato con così tanta rapidità, che poi più che un invito, il suo è stato un ordine in piena regola.
Dovrei essere arrabbiata per questo ma quando accende lo stereo e capisco che quello che suona è un cd qualcosa in me cambia.
"Ascolti gli Imagine Dragons?" Chiedo e lo vedo irrigidirsi.
"È solo uno dei tanti cd che un mio amico avrà lasciato in auto", fa per toglierlo ma d'istinto poggio la mano sulla sua.
"No lascia, per favore. Amo questo gruppo", poi ritraggo la mia mano mentre la sua, molto lentamente, torna sul manubrio.
"Non sono male", sussurra dopo un po', ed io sorrido.
Ho la sensazione che quel cd non sia finito lì per caso.
"Oh, potremmo andare al discount più avanti?" Solo ora mi rendo conto di non essere stata più precisa, ma non posso davvero permettermi di fare la spesa in uno dei più famosi market del centro di Seattle.
Sento i suoi occhi su di me ma non ho il coraggio di controllare. Ecco, questo è uno dei tanti motivi che mi frenano nel frequentare nuove persone.
Jordan non dice nulla e di questo gli sono infinitamente grata."Puoi aspettarmi qui, cerco di fare il prima possibile".
"Qui mi annoio", scende dall'auto, io ho l'ansia.
Non posso comprare quello che mi serve con un ragazzo al mio fianco.
Vorrei dirglielo ma lui ha già raggiunto l'ingresso.
"Fantastico", alzo gli occhi al cielo e lo seguo.
Conosco bene questo posto, io e mia madre ci veniamo spesso. Jordan, invece, sembra un pesce fuor d'acqua.
"Non sei mai stato in un supermercato", ridacchio guardandolo mentre finge di leggere le etichette dei detersivi.
"Da cosa lo deduci?" Si ferma e mi guarda. Quando parli con Jordan non sai mai quale sia il suo umore. Tutti dicono che è un ragazzo antipatico, aggressivo e per nulla gentile. Eppure con me è diverso.
"Beh, da quello che vedo ti vesti solo di nero, quindi penso che non ti serva un detersivo per colorati".
"Giusta osservazione", accenna un sorriso poi posa il flacone al suo posto. "A te invece....cosa serve?"
"Ecco...", mi guardo intorno. "Della pasta e...non so....", mi mordo le labbra. Non so davvero come uscirne da questa situazione.
"E...".
"E....potresti aspettarmi in macchina?" Scoppia a ridere, ed è la prima volta. La sua risata è bella, perfetta. L'ascolterei per ore, ma dura troppo poco.
"Non metterci troppo", mormora passandosi le mani fra i capelli. Ha un buon profumo, un profumo che ti entra dentro, e che sovrasta tutto il resto.
Dovrei dimenticare questo ragazzo, evitarlo. Eppure sembra che la vita lo metti sempre sulla mia strada.È la terza volta che Jordan mi riaccompagna a casa, ma stavolta è diverso.
Mia madre mi ha appena informata di essere uscita con una sua amica, il che gioca a mio favore per poter restituire i vestiti a Jordan senza essere scoperta. Ma come dovrò comportarmi?
Non posso invitarlo a salire, mi vergogno. Ma sarebbe ugualmente strano salire da sola e scendere di nuovo con quei dannati vestiti fra le mani. Ho la testa in panne, non so che fare ma è troppo tardi per continuare a rimpinzare la mia testa di domande.
Siamo arrivati e Jordan ha spento il motore.
Non ragiono. Parlo e basta.
"Puoi salire....ecco...se vuoi", aggiungo di fretta. Non lo sto fissando quindi non so quale sia la sua espressione, ma la sua risposta non si fa attendere. Sblocca l'auto e scende prima di me.
"Ok", sussurro a bassa voce, poi lo seguo. È strano, dovrebbe essere il contrario.
Lui mi aspetta poggiato al cancello di casa mia, mi guarda e non perde nemmeno un dettaglio di ogni mio movimento.
Questa cosa mi agita e mi piace. Nessun ragazzo mi ha mai notata prima, nessun ragazzo mi ha mai accompagnata a fare la spesa, nessun ragazzo mi ha mai fatta sentire come Jordan, e ho il cuore a mille quando apro la porta di casa e lui è dietro di me.
"Scusa per il disordine", sussurro appena, poi entriamo.
Nel mio territorio dovrei sentirmi al sicuro ma non è così.
Con Jordan sono perennemente agitata.
Spero non lo noti.
"Vado a prenderli, sono nell'armadio".
In questo momento odio tanto avere una casa piccola. È tutto sotto i suoi occhi, ed io mi sento esposta come mai successo prima.
Qui c'è tutto di me, questo posto mi descrive alla perfezione e non so cosa Jordan possa pensare.
Non dovrebbe importarmene, probabilmente questa è e sarà l'unica volta in cui metterà piede qui dentro.
"Eccoli, mi dispiace solo che non sono riuscita a lavarli ma mia madre se ne sarebbe accorta e...".
"Non è un problema", mi interrompe mentre guarda quei vestiti che io ho ancora stretti fra le mie mani.
"Ok", sussurro porgendoglieli. Le nostre mani si sfiorano ed io ho un fremito. "Vuoi un caffè?" Parlo veloce. Devo tenere a bada il mio nervosismo, ma è più facile dirlo che farlo.
"Credo che mia madre vuole che tu venga a fare dei lavori da noi".
"Cosa?" Non riesco a stargli dietro, non riesco davvero a capire come faccia a sviare le domande come se nulla fosse.
"Sarebbe troppo pesante per tua madre e siccome sei già stata da noi, ha pensato a te", incrocia le braccia.
"Pensavo non le piacesse come lavoro", dico, "ma di cosa si tratta?"
Non risponde subito e sono quasi sul punto di farglielo notare. Si guarda intorno fissando le piante che mia madre tiene in casa con noi.
"Vuole ristrutturate la serra", spiega con tono serio.
"Avete una serra?" Non ricordo di averla vista ma quel giardino è enorme.
"È sul retro, e ridotta uno schifo. Lei ci tiene molto e ovviamente la paga sarà ottima".
"Oh...io, non saprei che dire. Non so se sono in grado", ammetto. Lo so, è da stupidi rifiutare un'offerta del genere. "E poi c'è la scuola".
"Ovviamente verresti il pomeriggio e non è nulla di troppo complicato. Ti spie... qualcuno ti spiegherà cosa fare", rilascia un lungo respiro. "Allora?"
"E...quando dovrei iniziare?"
"Lunedì, si...penso che lunedì le vada bene".
"Ah, quindi devo incontrare tua madre...oddio scusa, non volevo essere scortese", sul suo viso spunta un sorriso.
"Non credo, partirà per festeggiare la fine dell'anno da qualche parte con mio padre e i loro amici", scrolla le spalle.
"E tu non parti con loro?"
"No", solo questo e già so che non aggiungerà altro.
"Allora per me va bene", gli sorrido e anche se non ricambia, ho la sensazione che sia felice per questo.
Ecco, forse felice è un parolone da associare a questa situazione, e in tutta sincerità questa storia della serra non mi è del tutto chiara, ma è un lavoro, un occasione in più per me e mia madre che non posso perdere.
"Perfetto", si passa le mani fra i capelli, poi guarda fisso nei miei occhi. "Ci si vede, Lily"."Perché quella faccia?"
Ho appena dato la notizia a mia madre e la sua reazione mi spiazza.
"La signora Prince non è molto gentile, mettiamola così".
"Lo so mamma, ho avuto già modo di conoscerla e credimi, so cavarmela".
"Si trattava solo di pochi giorni amore, non sono molto tranquilla nel saperti fra le sue grinfie per chissà quanto tempo", mormora pizzicando il cibo nel suo piatto.
"Stai esagerando, mamma", ridacchio. "Non è un mostro. Certo, sarà la solita riccona rompiscatole ma dei soldi in più possono solo farci che bene".
"Tu devi pensare allo studio".
"Posso studiare la sera, per me non è un problema", spiego. Sembra davvero preoccupata ed io penso che stia solo esagerando troppo.
"Non lo so", sbuffa. "Non ne sono molto convinta".
"Voglio almeno provarci, e se le cose dovessero essere più dure del previsto lascerò perdere".
"Mh", alza lo sguardo verso di me. "Lily, non permettere mai a nessuno di trattarti male. Io purtroppo devo sopportare il suo malumore ma tu non sei costretta".
"Mamma", afferro le sue mani sul tavolo. "Io e te siamo una squadra, non è vero che solo tu debba prenderti il carico di tutto".
"Lo so", accenna un sorriso. "A volte dimentico che stai diventando una donna".
"Fidati di me. Andrà tutto bene".
"Lo spero bambina, lo spero davvero", abbassa lo sguardo. "Sei troppo buona per persone così, io col tempo ho imparato a farmi rispettare ma tu...".
"Ce la farò anch'io mamma, devi fidarti", un sorriso amaro compare sul suo viso.
"Non è di te che non mi fido", dice ma non aggiunge altro.
Vorrei poter cancellare quella costante preoccupazione dal viso di mia madre. Vorrei che capisse che posso farcela e che non sono così fragile come può sembrare.
"Dai, finiamo di mangiare", sussurro poi fisso il vuoto della mia casa, lo stesso che Jordan qualche ora fa ha riempito con la sua presenza."Il grande giorno è arrivato".
No, non si tratta dell'ultimo giorno dell'anno.
No, purtroppo no.
"Non ho idea di come si usino tutti questi pulsanti". Fisso la cucina di casa Payne e vorrei maledirmi per aver accettato un'assurdità simile.
"È semplicissimo, sono touch", risponde ovvio, io lo fisso male.
"Trevor, l'unica cosa touch che ho usato è il mio cellulare, e che fra l'altro ho dovuto far aggiustare".
"Ok", alza le mani in segno di resa. "Calma, cerca di stare calma", lo fulmino. "Ora ti spiego tutto, sono sicuro che è semplicissimo".
"Dio mio, pensavo che sapessi usarla".
"Lily non ho mai messo piede in cucina, cosa vuoi che ne sappia", è disperato.
"Ok, non farti prendere dal panico anche tu. Troveremo un modo, ma prima pensiamo al menù".
"È allergica alle fragole", porta il conto sulle mani. "Agli asparagi e anche a qualcos'altro ma non ricordo cosa".
"Perfetto", sospiro. "Beh, spero di non usare proprio quello", ridacchio e stavolta è lui a guardare male me. "Scherzo, tranquillo ma ora vai. Devo lavorare".
"Mh, ok. Poi dopo mi spieghi cosa dire affinché lei creda che sia stato io a preparare tutto", ammicca.
"Il solito bugiardo", scuoto il capo, poi finalmente mi lascia sola.
"Allora, da dove comincio?"
Cucinerei per ore e per mille persone, ho molta fantasia a riguardo e mi piace sempre sperimentare cose nuove. Tuttavia, credo che per questa volta sia meglio concentrarsi su qualcosa di semplice per evitare che Trevor possa farsi scoprire.
Passo ore in questo regno, e alla fine mi rendo conto di quanto in realtà queste cucine moderne siano molto più semplici e sicure di quelle di casa mia.
Sono quasi le otto quando lascio casa di Trevor e spero davvero per lui che questa serata vada proprio come l'ha desiderata.Sono sull'autobus che porta verso casa, e ancora una volta la mia mente vola dove non dovrebbe.
Fra due giorni inizierò un nuovo lavoro dai Prince.
Non so cosa aspettarmi, eppure una parte di me non vede l'ora che quel giorno arrivi.
Scendo alla mia fermata e percorro quei soliti metri che mi separano da casa quando vedo mia madre scendere da un taxi in compagnia di un uomo. Mi blocco, completamente paralizzata. Fisso quella scena come uno spettatore scomodo.
Quell'uomo le sorride e lei ricambia. Ha una rosa fra le mani, poi lui le da un bacio sulla guancia e aspetta che entri in casa prima di salire di nuovo su quel taxi è andar via.
Più volte ho sperato che mia madre potesse essere di nuovo felice, eppure fa male.
Molto male.Angolo autrice.
Buon pomeriggio ragazze, eccomi con un nuovissimo capitolo.
Jordan ha proposto un lavoro come giardiniera a Lily, ma....cosa ne pensate di questa proposta? Sarà vera? O sarà un timido tentativo di vederla il più possibile?
Parlatemi delle vostre impressioni, vi letto.
Alla prossima XX.
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Attraverso i miei occhi
Fanfiction'Ho odiato gli autobus, li ho odiati perché forse la sua mano sulla mia gamba mi faceva stare meglio. Li ho odiati perché mi ricordano la nostra prima follia insieme ed io non voglio vivere di ricordi. Jordan è quel tipo di persona che resta sempre...