Non sono mai riuscita a guardare Jordan mentre dormiva, di solito era lui quello a svegliarsi prima fra i due, ed ora mi sento come una bambina davanti al suo dolce preferito.
Sfioro il suo viso ripensando alla notte appena trascorsa.
Abbiamo fatto l'amore fino a quando le forze ce lo consentivano, è stato bellissimo.
Mi guardo intorno, questa casa è ancora completamente vuota. La parte più folle di me pensa a come arredarla, quella razionale pensa che non sia affar mio.
Ho fame, ieri non abbiamo cenato e conoscendo Jordan avrà fame anche lui. Bacio le sue labbra prima di lasciare il letto per andare alla ricerca di qualcosa di commestibile. Afferro la sua maglia e la indosso, non ho mai fatto una cosa simile, almeno non spontaneamente. Ricordo bene la sera in cui sono caduta nella piscina di casa dei suoi e lui che mi ha prestato i suoi vestiti. Sembra passata una vita, invece si tratta a malapena di un mese o poco più.
Le altre stanze sono gelide, i riscaldamenti non sono ancora stati attivati ma fra le sue braccia io stavo bene.
Dopo vari tentativi riesco a trovare quella che ha l'aspetto di una cucina improvvisata. C'è un frigo e un piccolo cucinino. Apro il frigo trovando uova, latte ed altre cose con cui potrei improvvisare dei pan cake, e solo allora mi rendo conto di quanto tempo invece sia passato dall'ultima volta in cui ho cucinato qualcosa per lui.
"Bene, iniziamo", poggio tutto su di un ripiano in marmo, non vedo l'ora di portagli tutto questo a letto e di vedere la sua reazione.
Le mie mani si muovono rapide come se sapessero già cosa stanno per fare, il cuore è leggero, ed è la sensazione migliore che una persona possa provare.
"Lily che...."
"No", urlo voltandomi nella sua direzione. "No, torna subito a letto".
"Ma cosa ti prende?"
"Dai", piagnucolo e solo dopo essersi stropicciato gli occhi mette a fuoco la situazione.
"Oh", un sorriso pigro ma teneramente dolce spunta sul suo viso. "Allora scappo", e in meno di due secondi corre via facendo sorridere anche me.
L'amore dovrebbe sempre essere così semplice.
Semplice non facile.
Torno al mio lavoro, ma per tutto il tempo non faccio altro che sorridere pensando a come la vita sia strana, a come possa cambiare da un momento all'altro.
Ho le mani sporche di farina, forse anche il viso ma non m'importa. Tutto è esattamente al suo posto, io sono esattamente al mio posto. Mi sento giusta, sento che tutto questo può diventare qualcosa di più grande. Voglio essere una spalla per Jordan in ogni momento, e spero davvero che prenda in considerazione l'idea di andare in Florida. Nel caso non so ancora bene come mia madre possa prendere una notizia simile, le cose fra noi non sono migliorate affatto, e solo un semplice ok al mio messaggio di ieri non comporta nulla di buono.
Poggio le mani sul bancone in attesa che gli altri pan cake si cuociano, respiro provando a capire i motivi di mia madre. So che è preoccupata, so che la situazione non è semplice. Ho imparato a conoscere la famiglia di Jordan. Non impazzisco all'idea di quello che sua madre stava per farmi, dei suoi modi discutibili di approcciarsi ad una ragazza, ma non mi arrendo, io non posso arrendermi quando la mia felicità ha un solo nome. Non posso. Ho rinunciato a troppe cose nelle vita per fare la cosa giusta, la meno pericolosa, ma non stavolta.
Avere una relazione con Jordan non mi porterà molti consensi, ma so che senza di lui non potrei mai sentirmi come mi sento ora: completa.
Scuoto il capo cercando di concentrarmi solo su questo momento. Non ci sono vassoi ma solo piatti di plastica. Ne prendo due e ci metto dentro tutto quello che ho preparato nella speranza che siano venuti buoni proprio come li ho immaginati, e in punta di piedi mi avvio in camera dove trovo Jordan steso fra le coperte che chiude gli occhi non appena mi vede entrare.
"Ti ho visto", apre un occhio mentre avanzo verso il letto.
"Non volevo rovinare i tuoi piani", sussurra seguendo ogni mio movimento. Poggio il tutto sul letto, poi in ginocchio gattono verso di lui.
"Bravo", sorrido fermandomi ad un millimetro dalle sue labbra. "Ho preparato i pan cake, spero ti piacciano", si sporge per baciarmi e glielo lascio fare.
"Mi piacciono", morde le mie labbra fra un bacio e l'altro. "Molto".
"Perfetto", mi siedo sulle sue gambe ed avvicino la nostra colazione a noi. "Dai assaggia".
"Vediamo un po'".
"Hai dubbi?" Riduco gli occhi a due fessure.
"Ovvio che no", sghignazza con quel sorrisetto furbo. "Sei la mia cuoca preferita".
"Voglio ben dire", e quel sorriso si amplia a dismisura. Credo gli piaccia sapere che sono gelosa di lui, e in tutta onestà non dispiacerebbe neppure a me.
"Mhhh", si lecca le labbra. "Sono quasi buoni quanto te".
"Scemo", ridacchio nascondendo il viso nell'incavo del suo collo.
"Tu resti sempre la mia preferita", alzo il capo e schiudo le labbra quando mi imbocca.
"Ovvio", accarezzo il suo viso, i suoi occhi cambiano quando lo faccio. Quel ghiaccio è il mio sole, ed io mi sciolgo ogni volta che li guardo. "Sono innamorata dei tuoi occhi".
"Io di ogni parte di te", sfiora le mie labbra.
"Se un giorno dovessimo avere dei figli spero che abbiano i tuoi occhi", ridacchio ma quando alzo lo sguardo mi blocco. "C-che ti prende?"
"Eh? No, niente", scuote il capo distogliendo lo sguardo. "Non mi piacciono molto i bambini, non pensavo tu ne volessi uno".
"I-io...io stavo scherzando, cioè...scusami, ho detto una sciocchezza", non lo so il perché ma mi trema la voce.
"Non volevo che ci restassi male", afferra la mia mano ma sento che è in difficoltà.
"No, figurati, è stato solo...non lo so perché l'ho detto. È un discorso stupido da fare a diciassette anni", abbasso lo sguardo.
"Hey", solleva il mio viso. "Non devi giustificarti, però....voglio essere sincero, io non vorrò figli in futuro".
"Come mai?" Provo a mostrarmi disinvolta, ma non lo sono affatto e forse è davvero stupido da parte mia. So solo che per il momento mi si è chiuso lo stomaco.
"Non posso essere tanto egoista da voler mettere al mondo qualcuno di cui non saprei prendermi cura", spiega con una facilità che mi da i brividi. "Ho visto il pessimo lavoro che i miei hanno fatto con me, non commetterò lo stesso errore".
"Non dire così", sussurro. "Parli di te come se ti disprezzassi".
"Non ho una buona opinione di me", la convinzione nella sua voce mi destabilizza.
"Non sei il risultato degli errori dei tuoi genitori".
"Forse si, forse no", scuote le spalle, "ma non sarei comunque in grado di badare ad un'altra persona", aggiunge, poi alza lo sguardo su di me. "Una persona che non sia te". Accenno un sorriso, non dovrei prendermela, non dovrei essere triste. Siamo così giovani e ci conosciamo da così poco tempo che il mio discorso non ha alcun senso.
Prendo un lungo respiro e provo ad eliminare il groppo che ho in gola.
"Tu mi fai sentire speciale", poggio la testa contro il suo petto, preferisco che non veda il mio viso.
È davvero stupido, in questo preciso momento della mia vita, voler piangere perché Jordan in futuro non vorrà figli da me.
"Lo sei Lily", poi afferra il mio viso ed io non posso più nascondermi, "più di qualunque altra cosa. So che siamo diversi su tante cose e che forse..", abbassa lo sguardo, sembra smarrito, dispiaciuto ma ora sono io quella che si sente in colpa per aver creato una situazione simile, "forse tu vuoi delle cose che io non sono in grado di darti".
"Tu mi dai tutto quello che ho sempre desiderato Jordan, la mia è stata solo una frase buttata lì senza rifletterci. Davvero, non facciamone un problema perché non lo è".
"Lo spero", lo vedo deglutire. "Non vorrei mai che tu andassi via da me perché non ti rendo felice".
"Smettila", sfioro il suo viso. A volte penso di essere io quella fragile, ma con il tempo ho scoperto quando dolci possano essere anche le sue paure. "Nulla potrà mai dividerci Jordan, io ti amo, tu mi rendi felice. Non potrei mai rinunciare a te o desiderare altro nella vita".
Chiude gli occhi e lega le braccia alla mia vita. Accarezzo i suoi capelli e penso a quanto fortunata sia per aver incontrato un amore così, per aver incontrato una persona come lui.
"Che ne dici se continuiamo a mangiare?" Sussurro nel suo orecchio, lo vedo sorridere e il mio cuore torna al suo posto.
Abbiamo fatto tanti passi in avanti, abbiamo entrambi capito che forse nulla può mettersi fra di noi, e che qualunque problema possiamo risolverlo insieme.
"Conviene che ne prendi uno prima che li finisca tutti", borbotta con la bocca già piena.
Lo guardo e spero che quello che abbiamo appena iniziato a costruire insieme possa durare in eterno.
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Attraverso i miei occhi
Hayran Kurgu'Ho odiato gli autobus, li ho odiati perché forse la sua mano sulla mia gamba mi faceva stare meglio. Li ho odiati perché mi ricordano la nostra prima follia insieme ed io non voglio vivere di ricordi. Jordan è quel tipo di persona che resta sempre...