"È andata benissimo, mi ha fatto i complimenti. Ha persino detto che sono un uomo da sposare".
Lunedì è arrivato troppo in fretta e nonostante la scuola sia ancora chiusa, Trevor ha deciso di svegliarmi alle otto del mattino per raccontarmi della sua cena. Quella famosa cena. Sbadiglio gironzolando per la cucina con il telefono incastrato fra l'orecchio e la spalla.
"Addirittura?"
"La tua cucina fa miracoli, farebbe innamorare chiunque".
"Beh, allora spera che questa ragazza non ti chieda mai di cucinare in sua presenza", ridacchio. "Le bugie hanno le gambe corte".
"Non voglio neppure pensarci, stasera andiamo al cinema".
"È la prima volta che parli così di una ragazza", sorrido anche se non mi può vedere. Ho sempre pensato che Trevor non desse importanza all'amore, ma tutto cambia quando trovi quella persona che ti apre gli occhi e il cuore.
"Già, chi lo avrebbe mai detto".
"Un giorno o l'altro devi presentamela", dico nel mentre mi riempio una tazza di latte.
"Certo, sperando che tutto vada per il meglio".
"Sicuramente".
"Ora devo andare...ah, buon lavoro e stai attenta".
"Tranquillo, vado a rimettere in senso una serra non un esercito di mercenari".
"Lo so, ma tu stai attenta lo stesso. Ci sentiamo domani Lily".
"Certo, a domani Trevor", metto giù e rifletto sulle sue parole. Quando gli ho parlato della proposta di Jordan, mi è sembrato molto scettico, non era convinto che questa proposta fosse opera della signora Prince.
Sinceramente non credo che Jordan abbia bisogno di questo per corteggiare una ragazza, come non credo di poter essere io la ragazza che un tipo come lui corteggerebbe.
Non è la prima volta che Trevor mi mette in guardia su quella famiglia e su Jordan. Probabilmente lui sa meglio di me come funziona quel mondo, ma so cavarmela da sola, e quello per me è solo un lavoro.Manca ancora qualche ora prima che arrivi il momento di andare, e mi sento stupida perché non so cosa mettere. Si tratta di lavoro, una tuta andrà più che bene e con ogni probabilità non vedrò Jordan.
Non mi interessa, vado lì solo per dei soldi in più, mi ripeto.
Poi arriva l'ora di andare, ed io fisso il mio riflesso allo specchio per nulla contenta di quello che vedo.
Sono così piccola, bassa e magra. Un viso semplice, capelli castani e occhi del medesimo colore.
Semplice o invisibile?
Una domanda alla quale non ho mai trovato risposta.
Mio padre diceva che ero bellissima, che somigliavo ad una principessa, ma lui era di parte.
Mi manca il modo in cui mi guardava, mi manca la sua voce, il suo sorriso e quello di mia madre quando si abbracciavano. Vederla con un altro è stata dura, ci penso ancora e con quell'immagine impressa nella mente arrivo a casa Prince.
Il giardino è in ordine, so che mia madre è stata qui questa mattina ma non ci siamo incrociate neppure alla fermata dell'autobus. Probabilmente è con quell'uomo, ed il fatto che non me ne abbia parlato mi ferisce.
Sospiro, poi allontano la mia vita privata per dare il meglio di me.
Trattengo il respiro quando vedo Dark, mi guarda ma stavolta non abbaia, ne inveisce contro di me.
Raggiungo l'ingresso dove trovo un uomo vestito di tutto punto in compagnia di altri uomini.
Sono a disagio, poi mi notano.
"Tu devi essere la figlia di Brenda".
"Buongiorno. Si, sono Lily", gli altri uomini non prestano attenzione a me, e lo preferisco.
"Robert Prince", mi porge la mano che subito stringo. Quest'uomo è sicuramente più a modo di sua moglie. "Sei qui per la serra", afferma. "Mia moglie è un po' disordinata, abbiamo litigato tanto perché lei voleva a tutti i costi quella serra, quando poi l'ha ottenuta non se n'è più presa cura".
Questo è molto triste, ed è purtroppo quello che accade spesso quando hai la possibilità di comprare tutto ma senza apprezzarlo.
"Cercherò di fare del mio meglio per rimetterla in sesto", accenno un sorriso che lui ricambia. Forse non sarà così male lavorare per quest'uomo.
"La serra si trova sul retro, troverai tutto quello che ti serve lì".
"Grazie e buona giornata".
"Anche a te", mi saluta poi torna ai suoi affari.
"Dio mio", porto una mano al petto quando voltandomi scopro di non essere sola.
"Solo Jordan", ammicca un sorriso.
"Mi sono spaventata, buongiorno", sussurro cercando di portare i battiti nel mio cuore ad un ritmo regolare.
"Buongiorno", replica prima di raggiungere suo padre.
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Attraverso i miei occhi
Fanfikce'Ho odiato gli autobus, li ho odiati perché forse la sua mano sulla mia gamba mi faceva stare meglio. Li ho odiati perché mi ricordano la nostra prima follia insieme ed io non voglio vivere di ricordi. Jordan è quel tipo di persona che resta sempre...