The Prince and The Witch

8 - che figura di m

«Aurora, ti presento la designer di cui ti parlo sempre» le dice indicandomi, mentre a me risulta difficile deglutire.
Che figura di merda.
«Oh» borbotta l'altra in imbarazzo e anche con un po' di ostilità «Ci siamo già conosciute»
«Purtroppo» mi scappa, Laura mi tira un pizzicotto e io mi giro irritata verso di lei: «Che c'è? Mi ha dato della suora in bag-»
«Beh, ha ragione» commenta Emanuele regalandomi un sorrisetto strafottente.
«Ehi! Ho la camicia così sbottonata che tra un po' potresti pure vedermi i capezzoli. Con che suore hai avuto a che fare, scusa?»
Lui abbassa lo sguardo sulla mia scollatura ed io incrocio le braccia al petto, Aurora boccheggia e chiede scusa per me.
Ma parla per te.
Lui sembra piuttosto divertito, lascia un bacio sulla guancia sia a me che a Laura e si dilegua a salutare tutti gli altri, mentre io rimango un po' confusa. Forse per l'odore dolciastro della sua colonia.
Ma si fa il bagno nel profumo?

Finalmente i camerieri iniziano a servire gli antipasti.
Accompagnato dal suo autista/bodyguard, D'Ambrosio prende posto di fianco alla fidanzata, che gli si è ancorata immediatamente al braccio e pende dalle sue labbra qualsiasi cosa dica. Invece si scandalizza ad ogni mia risposta, non capisce che stiamo scherzando...più o meno. Non so perchè una parte di me è davvero irritata.
Boh, sarà la luna.
Il festeggiato, che con ogni scusa cerca di scollarsi la ragazza di dosso, nota che sto mangiando solo i grissini, lasciando sul piatto tutti i salumi.
Mi fanno più schifo della mia vita in questo momento.
I salumi, non i due piccioncini.
Anche se pure loro mi fanno schifo.
«Non ti piace nulla?» chiede lui quasi preoccupato.
«Non mangio salumi»
«Sei per caso vegetariana?» si allarma: «Ti faccio preparare qualcos'altro?»
«Abbiamo mangiato insieme un kebab» gli ricordo: «che vegetariana sarei?»
«Quando avete mangiato insieme?» domanda subito Aurora, anche la mia assistente mi regala un'occhiata investigatoria.
«Avevamo un appuntamento per il progetto» le spiega il suo ragazzo: «Ma è venuto tardi e ci siamo ritrovati a parlarne pranzando con qualcosa di veloce»
Non è andata così, ma ok.
«Quindi, perché mangi solo grissini e pane?» torna a rivolgersi a me.
«Non mi piacciono i salumi»
«Come mai?»
«Ma che domanda è?» alzo gli occhi al cielo: «Non mi piacciono perché non mi piace il gusto»
«Puoi anche essere meno antipatica» il suo tono è scherzoso: «Era possibilissimo che avessi qualche trauma, che ne so, magari ti picchiavano con le fette di prosciutto. Chi lo può sapere? Qualcosa deve pur spiegare il tuo caratteraccio»
«Ma sentilo! Dovresti solo che ringraziarmi, visto che risparmio la tua specie» ribatto divertita.
Aurora ci guarda torva prima di aprire la sua bella bocca: «Scusami, amore, ma come fa lei a sapere che sei proprio un maialino?» e con un cenno del capo gli indica le parti basse.
Il grissino che stavo mangiando mi va di traverso, inizio a tossire e ridere insieme, come Laura, ma almeno lei cerca di trattenersi. Emanuele si passa una mano sul viso rosso e chiude gli occhi, poi prova a spiegare alla sua fidanzata che certe cose non si dicono davanti a tutti.
Che problemi ha questa?
Il suo ragazzo è visibilmente scocciato, la mora balbetta delle scuse e cerca di giustificarsi: «Per un attimo ho pensato che tra di voi fosse successo qualcosa»
«Con una come lei?» dice lui schifato.
«Ma come ti permetti?» ecco, mi è uscito, sapevo che prima o poi mi sarebbe scappato, ma continuo il mio discorso: «Una come me non lo guarda neppure per sbaglio uno come te»
Così iniziamo a battibeccare, esprimendo il disgusto di una per l'altro, fino a quando Aurora non ci interrompe di nuovo.
Forse la stiamo ignorando troppo.
«Scusami, Greta»
«Gretas» la correggo.
«Gretas» borbotta arrabbiata: «Credo che tu ti stia prendendo troppe libertà»
«Lo credo anche io» le fa eco l'altro, l'espressione palesemente divertita.
«Vero, amore? Non dovrebbe tipo darti del lei?»
«Sì, dovrebbe» ghigna.
«Comincia tu» mi gratto teatralmente il mento con il dito medio, facendolo esplodere in una fragorosa risata.