SEGNI

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La mia stanza in quei giorni era particolarmente silenziosa. All'improvviso sentii un enorme strappo che mi fece perdere l'equilibrio.

Stavo sognando.

In quell'instante risuonarono attorno a me delle voci poco udibili,ma che sforzandomi,ero in grado di sentire.Riuscii a percepire di fronte a me una persona, probabilmente una dottoressa.

Sentii un calore sopra la mia mano, come se qualcuno stesse cercando di avere un contatto con me.Ormai non succedeva da tanto dato che tutti davano per scontato il fatto che io potessi sentire qualcosa attraverso il tocco,ma avevo la forza di farlo.

La presenza se ne andò via.Lasciandomi di nuovo solo in quella stanza.

Di nuovo quel silenzio tagliente che riuscì in quel momento ad entrare dentro di me e ad impadronirsi della mia mente.Ero ancora più determinato a dimostrare alla gente che potevo sopportare un dolore simile.

31..32..33

Sono le volte in cui provavo ad aprire gli occhi per cercare di capire cosa si trovasse di fronte a me in quel momento

In quel giorno provai davvero la paura dell'ignoto,di andare contro qualcosa di cui non si conosce l'origine.Dovremo vivere tutti così, ma non vederla come una paura. Dobbiamo viverla come un'esperienza che non possiamo perdere, anche se a volte, ciò che non conosciamo fa più paura di quello che sappiamo già.

In quel momento mi addormentai.

|Si avvicinò con le mani ancora piene di cenere e qualche fiamma ancora accesa sopra la sua giacca. Un odore di fumo si fece spazio tra i nostri respiri affannosi.

In quella stanza si poteva sentire il vero silenzio dei nostri battiti, che ogni passo più avanti si facevano sempre più forti.

Ogni suo sguardo mi faceva sentire come un vecchio velo, posato e dimenticato.

Mi avvicinai e con un panno gli asciugai ogni ferita sulla sua pelle.

Parte del suo volto era distrutto, senza mostrare alcun segno di debolezza.

Potevo notare le sue mani che si stringevano sempre più forte, nonostante le ustioni su tutto il palmo.

Ogni suo indumento era ridotto in cenere, tranne la sua giacca che per anni portava con fierezza con sé.

Presi tra le mani il suo volto che ormai era prosciugato dalle sue stesse lacrime.

Invece di vedere due occhi, vidi l'anima di una donna.

Una donna che mi promise di riaccendere il fuoco che tra di noi, si era spento ormai da anni.

E quale espressione migliore per provarlo, se non dare fuoco al suo stesso corpo per alimentare l'amore che in passato riuscì ad unirci?

Un gesto talmente esagerato da lasciare un segno in ogni persona.|

Finisce tutto dall'inizio.

OXYGENDove le storie prendono vita. Scoprilo ora