Mi capitava di percepire qualcosa di fronte a me appena voltavo il viso verso un lato della stanza. Pensai fosse una mia allucinazione o comunque qualcosa frutto solo della mia mente che in quei momenti, poteva immaginare davvero di tutto.
Molte volte credevo di poter essere in grado di aprire gli occhi almeno di un minimo,ma poi appena mi accorgevo di fantasticare troppo, mi arrendevo subito all'idea di poter dare qualche segno di vita.
Ero attaccato a dei tubi che scorrevano lungo le mie braccia e che infine, si posavano sulle mie mani. Potevo sentirne il freddo,le rifiniture in plastica che avvolgevano il tubo.
Era come essere immerso in una paralisi del sonno.
Non puoi muoverti.
Non puoi vedere.
Non puoi scappare.
Puoi solo aspettare e sperare che l'incubo di fronte a te non diventi reale per poi trasformarsi in una delle tue più grandi paure. Che nel mio caso, era l'essere invisibile di fronte a talmente tanta gente,che mi impediva quasi di avere pensieri lucidi.
Non posso e non voglio descrivere ciò che sto vivendo qui. Ho apprezzato l'idea di non dover fare niente per tutto il giorno ma di rimanere sdraiato ad aspettare qualcosa. Ma cosa ne è stato dei miei pensieri?Pensavo che si arrestassero o che cambiassero totalmente. Invece sono gli stessi. Si muovono tra le pareti di questo immenso labirinto e si fanno strada tra tutto quello a cui non posso arrivare.
La morte di mia madre fece rischiare al mio essere di perdere tutto il suo equilibrio. Mi trovavo in una clessidra composta dal tempo perso e non passato con lei, per poi arrivare a quei momenti in cui non l'avevo mai pensata.
Per quanto la mia mia vita mi abbia portato da un luogo all'altro,questo posto è probabilmente quello finale del mio percorso. Se qualcuno leggerà queste pagine, si domanderà come possa aver vissuto una vita così monotona, vuota.
L'indifferenza della gente ti porta ad ignorare te stesso. Ti fa dubitare delle tue stesse capacità e ti lega ad un filo che ti riporta alla realtà solo quando necessario.
Le mie giornate erano così. Piene di silenzi incolmabili che delle volte,mi davano l'impressione di essere morto.
Ma non ero morto,ero vivo.
C'ero, solo che nessuno lo sapeva.
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OXYGEN
General FictionThomas è in stato vegetativo da ormai 26 anni. Dopo il suo risveglio che va oltre ogni miracolo, si ritrova abbandonato dalla sua stessa famiglia che è andata avanti per la propria strada. Attraverseremo le varie emzoioni che Thomas prova durante il...