Il 21 Maggio iniziai le mie lezioni per riprendere in mano il controllo del mio corpo. Ero come un bambino.
Dovevo di nuovo imparare tutto, assimilare ogni cosa possibile.
Dopo un paio di lezioni mi stavo già rendendo conto di riuscire a fare un paio di passi da solo, senza nessuno.
Stavo riprendendo in mano la mia vita, e con quel miglioramento, mi sentii di nuovo vivo.
Mi bastava un respiro per sentirmi di nuovo parte integrante della vita che per anni, mi aveva lasciato indietro.
Stavo ricominciando a capire cosa volesse significare vivere, e non c'era cosa più meravigliosa.
Non ero ancora uscito dall'ospedale,ma la curiosità di vedere il mondo era molto grande.
I dottori decisero il giorno della mia uscita, che era lo stesso dell'operazione.
Nello stesso giorno potevo riprendere in mano la mia vita, ma potevo anche rischiare di morire.
Non sapevo se essere felice o triste.
Ero in un limbo infernale nel quale non avevo scelta, ma il mio subconscio pensava di avere il controllo su tutto.Vedevo una linea sottilissima che mi divedeva dal mondo esterno ogni giorno. Mi perseguitava e mi faceva rendere conto di quante volte al mondo,esistano dei margini che ci mettiamo da soli. Delle differenze a cui non riusciamo a resistere e a cui siamo per forza costretti a seguire.
La differenza tra il bianco e il nero, il bene o il male. Per me non aveva forma. Non era lineare,circolare.
Il capire che non ci sono risposte a certe domande. Si attaccano a te, con la loro banalità, schiettezza.
Quando fai parte di un complesso così grande come il dolore, ti ritrovi spaesato, senza un punto di riferimento a cui poterti aggrappare.
Da piccolo non sono mai stato uno che parlava tanto, preferivo rimanere in silenzio.
Quel silenzio sono riuscito a colmarlo con la musica, con la scittura.
Ogni giorno passato in silenzio, per me era come una scusa per isolarmi ancora, e poter dire al mondo intero del mio essere in grado di andare oltre a tutto questo.
Mi avvicinavo alle cose più futili, e riuscivo a trasformarle in arte vera, pura.
Quella che quando la guardi ti fa dimenticare il mondo intorno a te e ti fa concentrare solo su un unico punto.
Vedevo i miei orizzonti come possibili scuse per sparire, diventare invisibile.
Intoccabile dalle mani della gente che voleva solo aiutarmi per fare bella figura di fronte a qualcuno, o semplicemnte per colmare un vuoto che da bambino, non è riuscito a riempire.
Il dolore non si può reinterpretare.
La vita è come un teatro.
Puoi leggere il tuo copione, adattandoti alla parte cui sei destinato a recitare.
Ma per il dolore,per il dolore non è così
Non hai copioni, devi improvvisare.
Non puoi prevenire il dolore, nessuno può.
Ma puoi trasformarlo.
Puoi decidere se farlo diventare uno dei tuoi più grandi pregi di cui puoi vantarti, o di cedere alle sue tenebre e di combattere ogni giorno per uscire da quell'inferno.
Quell'inferno che non ti lascia via di scampo.
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OXYGEN
General FictionThomas è in stato vegetativo da ormai 26 anni. Dopo il suo risveglio che va oltre ogni miracolo, si ritrova abbandonato dalla sua stessa famiglia che è andata avanti per la propria strada. Attraverseremo le varie emzoioni che Thomas prova durante il...