Behind The Smile

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Aitor osservò il sole tramontare, per poi passarsi una mano sugli occhi. Le scure occhiaie si notavano molto, purtroppo. Il pensiero di dover trovare a casa, dopo essere scappato durante la nottata precedente ed essere rimasto tutto il giorno via, lo fece star male. Chissà quanto aveva fatto preoccupare Jordan e Xavier con questa sua bravata. Probabilmente si sarebbero arrabbiati con lui al suo ritorno. Sarebbe decisamente finito in punizione. Si alzò e si guardò intorno. Il giardino dell'ormai ex Sun Garden sembrava abbandonato da secoli, ma a lui piaceva in un certo senso. Anche se gli ricordava il buio periodo dell'orfanotrofio, gli dava anche rifugio da tutto ciò che lo circondava. Nessuno andava lì un anno o più. Era un posto tutto suo.

Ormai la luna era ben alta quando Aitor tornò a casa. Entrò in silenzio, a testa basso. Jordan, che era là a parlare al telefono nel panico, appena lo vide lasciò tutto e andò ad abbracciarlo forte. Il turchese rimase fermo qualche attimo, poi ricambiò iniziando a piangere e tremare. Il verde lo prese in braccio, riprese il telefono e avvisò a chi c'era dall'altro capo che Aitor era tornato. In poco più di dieci minuti, Xavier tornò a casa col fiatone per colpa di un'evidente corsa.
«Mi dispiace...» fu l'unica cosa che il turchesino riuscì a dire, mentre le lacrime continuavano scendere come pioggia. Il rosso si avvicinò a lui e gli accarezzò la testa.
«Ci hai fatti preoccupare a morte. Che è successo?»
I due tutori erano ancora all'oscuro della rottura, non sapevano nulla di ciò che scombussolava la vita di Aitor. La sua improvvisa scomparsa li aveva terrorizzati. Ait non rispose, continuò solamente a piangere. Jordan lo strinse forte a se, come se avesse paura che il suo amato figlio -perché si, ormai Aitor era il suo bambino- potesse sparire di nuovo. Dopo una buona mezz'ora, il turchese riuscì a calmarsi. Ma non sembrava intenzionato a scendere dalle braccia del suo tutore.
«Avviso Claude e Bryce che sei tornato a casa...» mormorò Xavier, recuperando il telefono.
«Avete avvisato anche loro della mia scomparsa...?» sussurrò Ait, sentendosi in colpa.
«Si. Speravamo fossi andato da loro» spiegò dolcemente Jordan, accarezzandogli i capelli.
«Scusate...»
«Non ti preoccupare Ait. L'importante è che stai bene. Magari, dopo, ci spieghi perché sei scappato. Va bene?»
«Va bene Jordan...»

Purtroppo, non ci fu quel "dopo" sperato. Ci fu solo panico. Panico e terrore. E, soprattutto, dolore. Il motivo? Beh...

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