Capitolo 4 • Broken

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Erwin's Pov

Sentii Levi parlare con qualcuno, ma decisi di rimanere nel mio ufficio a compilare i fogli che mi aveva portato Mike.
Non ci misi molto a firmare i documenti, però iniziai a pormi qualche domanda.

“E se Mike venisse a scoprire cosa siamo io e Levi?”
”Ci metterebbe mai i bastoni tra le ruote?”

Il tempo sembrò passare in fretta e dopo un po' mi accorsi che si erano fatte le 11:40.
Nei cinque minuti che mi rimanevano, presi la decisione di parlare a Mike del rapporto tra me e Levi, chiedendo di non intromettersi.

Le 11:45 arrivarono e sentii subito bussare alla porta.

"Avanti."

Entrò Mike, guardandosi intorno come per cercare qualcuno nella stanza di non molto visibile.

"Sono venuto a ritirare i fogli."

"Tieni. Ah, Mike?"

"Dimmi Erwin."

"Prima o poi accetterai il fatto di lasciarmi avere una vita con chi amo IO, o no?"

"Erwin, cosa intendi?"

Mike si accigliò.

"Sembrava ti desse fastidio la presenza di Levi nel mio ufficio."

"No assolutamente. Come potrebbe?"

Mentiva. Glielo si leggeva in faccia.

"Quindi se ti dicessi che siamo fidanzati non ti dispiacerebbe più di tanto, giusto?"

"Erwin, perché pensi queste cose?"

"Mike, non rispondere alle mie domande con altre domande! E comunque, conoscendo i sentimenti che provi per me, non voglio che TU ostacoli la relazione tra ME e LEVI."

"Oh, Erwin..."

Mike iniziò ad avvicinarsi a me, come se volesse uccidermi.

"Mike..."

"Cazzo Erwin! Ho sprecato anni cercando di farti notare cosa provo veramente! Ma tu cosa hai fatto? Mi hai sempre scartato, rifiutandoti di conoscermi per come sono veramente e tenermi come tuo “miglior segretario”. Non voglio più che sia così...mi sono stancato del tuo atteggiamento menefreghista. In passato sono rimasto fermo, ma è arrivato il momento di agire!"

Ed improvvisamente mi baciò.

Fu un bacio forzato, non voluto da entrambi.
Mi sentivo in colpa...era come se avessi tradito Levi.

Nel mezzo del bacio la porta del mio ufficio si aprì, rivelando la figura collerica di Levi.
Ci staccammo immediatamente dal bacio; Mike sorrise.

"Lo sapevo."

"Levi, non è come credi..."

"Siamo tutti bravi ad illudere le persone, eh? Basta un pomeriggio di sesso e si inizia subito ad amare. Avrei voluto credere di aver trovato finalmente quello giusto, quello che sarebbe rimasto sempre accanto a me, quello che non mi avrebbe mai spezzato il cuore...ma evidentemente mi sono sbagliato per l'ennesima volta, e di grosso anche. Ora chiuditi pure a chiave nell'ufficio, fai con Mike un sesso migliore di quello che hai fatto con me, innamoratevi...ah, forse siete già passati per questa fase!"

"Levi..."

"Levi un corno! Ti sei preso gioco di me in meno di un giorno...sono stato un deficiente, come pensi di giustificarti ora? Tu ricomincerai ad essere il “preside Smith”, io il “professor Ackerman”."

Levi uscì dalla porta furibondo, in lacrime, sbattendo la porta e correndo non so dove.

“È stata tutta colpa di Mike...è stata tutta colpa mia.”

Accecato dalla rabbia e dalla tristezza, tirai uno schiaffo a Mike.

"Esci dal mio ufficio, ora!"

Così fece, avendo ancora il sorriso in faccia nonostante lo schiaffo.

Mi sedetti sulla sedia e piansi...piansi così tanto da farmi venire male alla testa e dover tornare a casa dopo qualche minuto.

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