Capitolo 3 • Engaged

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Il giorno dopo arrivò in fretta e la mia routine quotidiana ebbe inizio.
Arrivai a scuola in anticipo, così ne approfittai per mettere a posto la mia aula.

"Che lerciume...tch."

Qualche minuto dopo suonò la campanella della prima ora, e gli alunni entrarono in classe.

"Buongiorno prof!"

"Buongiorno Jaeger."

"Senta...si può punire qualcuno per qualcosa che non ha fatto?"

"No, non penso. Perché?"

"Beh, non ho fatto i compiti!"

Moccioso di merda.

"Jaeger mi dia il numero di sua madre."

"AHAHAHAH, ok ok."

Iniziai a fare lezione tranquillamente, ma la classe non sapeva niente.

A metà (ciao Marco) dell'ora entrò Petra nella classe e si diresse verso di me.

"Levi, Erwin mi ha chiesto di andare ora nel suo ufficio, ha detto che è una questione importante. Starò io con la classe."

Petra mi preoccupa parecchio.

"Va bene...Ragazzi, starete con la professoressa Raal, ho una questione importante da risolvere."

Uscii dalla classe e mi diressi verso l'ufficio di Erwin.

L'ansia iniziò a salire pensando al pomeriggio passato con lui.

"Cristo...cosa vorrà?"

Arrivai davanti alla porta del suo ufficio e bussai tre volte.

"Avanti."

Entrai iniziando a tremare e sudare freddo.

"Ah, Levi! Hai fatto in fretta a venire."

Mi sedetti sempre sulla solita sedia.

"S-sì...di cosa mi dovevi parlare?"

"Giusto..."

"Erwin...metti una certa ansia..."

"Oh, scusami...non era mia intenzione."

Si grattò la nuca con un sorriso dispiaciuto...uno dei sorrisi più belli che io abbia mai visto in tutta la mia vita.

"Vedi, immagino che tu ti ricorda quello che è successo ieri pomeriggio...no?"

Pensai subito che volesse ritirare tutto quello che aveva fatto, dicendomi che ero stato solo un passatempo, una distrazione dai suoi continui impegni.

Iniziai a preoccuparmi.

"Sì... sì sì."

Mi prese la mano che era appoggiata sul piano della scrivania e fece intrecciare le nostre dita.

"Credo di essermi innamorato di te, Levi."

Rimasi senza parole.

Fu bellissimo sentire questa frase lasciare le sue labbra, facendola riecheggiare per tutta la stanza.

"Erwin..."

"Hey, non c'è bisogno che ti sforzi a dire che provi lo stesso. Io l'ho fatto perché mi-"

"Erwin! Io mi sono innamorato di te fin dalla prima volta!"

Nella stanza calò un silenzio tombale.

"Io...appena ti vidi... non riuscivo a smettere di pensare quanto tu sia bello e perfetto! I tuoi occhi che si riflettevano nei miei quando ci siamo fissati ieri mattina in questo ufficio...i raggi del sole che, passando dalla finestra, colpiscono quei tuoi già lucenti capelli biondi...insomma, tu. Erwin, io lo posso dire con sicurezza...mi sono innamorato di te."

Erwin si alzò dalla sua sedia, senza dividere le nostre mani, e mi baciò.

All'inizio il bacio fu dolce, solo labbra che si scontrano, ma in poco tempo diventò più passionale.
Le nostre lingue crearono una danza tutta loro, senza mai fermarsi.

Qualcuno bussò alla porta, rovinando il magico momento che si era creato tra noi due.

"Che palle...avanti."

Disse risistemandosi camicia e cravatta.

"Erwin, sono venuto a..."

Sembrò impallidire appena spostò lo sguardo su di me.

"...a portarti questi documenti. Pixis ha detto che gli servono entro mezzogiorno."

Erwin si avvicinò a lui, prendendo i fogli e dandogli una pacca sulla spalla.

"Tch...non mi piace questo tipo."

"Grazie Mike, passa qui da me alle 11:45 e avrai i documenti firmati."

"Va bene, a dopo Erwin."

E chiuse la porta, quasi sbattendola.
Sollevai un sopracciglio facendo capire ad Erwin cosa intendessi.

"Il mio segretario...scusami per come ti ha guardato ma-"

"Ho capito. La sua faccia è stata abbastanza chiara, non ho bisogno di spiegazioni."

Era ovvio che a Mike piacesse Erwin, ma ora io ed Erwin...io ed Erwin...

"Ma io e lui cosa siamo adesso?"

"Erwin."

"Dimmi Levi."

"Io e te...cosa siamo?"

"Pensavo di chiederti di fidanzarti con me...vorresti?"

"Sì."

Erwin mi diede un dolce bacio sulle labbra, come per sigillare questo nostro fidanzamento.

"Ti lascio ai tuoi fogli...non voglio tu faccia tardi."

Uscii dal suo ufficio, ma varcata l'uscita della stanza vidi Mike furibondo che continuava a fissarmi.

"Ti serve qualcosa?"

"Chi sei? E perché eri con Erwin?"

"Non penso siano cose che ti riguardano."

Stavo per andarmene quando mi venne il lampo di genio.

"Ah, e comunque...non dovresti fare domande se sai già le risposte, non è educazione."

Cosa intendi dire?"

"Che non si origlia alla porta del tuo superiore."

Detto questo, presi la strada per tornare nella mia classe.

Living In A Dream - IN REVISIONE!!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora