Capitolo 5 • Start Over

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Passarono tre mesi senza che io e Levi ci parlassimo.
Ci sfioravamo in corridoio senza neanche guardarci, si rifiutava di venire a prendere dei documenti nel mio ufficio e mandava Hanji o Petra...insomma, per lui non esistevo più.

Oggi, essendo mercoledì, avrei dovuto parlargli di un'assemblea che si sarebbe svolta tra due giorni, ma doveva esserci solo lui.
Chiamai Hanji nel mio ufficio.

"Dimmi tutto Erwin."

"Chiamami Levi, devo parlargli dell'assemblea."

"Non penso che voglia-"

"Non m'interessa. Ho parlato a TUTTI i professori singolarmente, quindi dovrò farlo anche con Levi."

"Farò il possibile..."

E uscì dalla stanza.

Sarebbe stato difficile affrontare Levi dopo tre mesi, soprattutto dopo ciò che successe con Mike.
Mi sento in colpa tutt'ora, ma non c'è nulla che io possa fare.

Sentii bussare alla porta, probabilmente era Hanji.

"Avanti..."

Con mia sorpresa, però, non era lei la persona all'entrata del mio ufficio.
Bensì Levi.

"Le-"

Mi ricordai subito dopo quello che aveva detto.

"Tu ricomincerai ad essere il "preside Smith", io il "professor Ackerman"."

"Professor Ackerman..."

"Ciao Erwin."

"Non capisco..."

"Bene...di cosa dovevi parlarmi?"

Si sedette sulla solita sedia davanti alla scrivania, osservando il foglio che avevo davanti a me.

"Riguarda l'assemblea di venerdì pomeriggio, alle 15:45...sul foglio c'è scritto che-"

"Aspetta, fammi avvicinare. Non riesco a leggere fino lì, ho dimenticato gli occhiali."

Si alzò dalla sedia e si mise di fianco a me, appoggiando le mani sul piano della scrivania.

"Mmh... questa assemblea in cosa consiste precisamente? Sai, non si capisce molto da questo foglio."

Prese con delicatezza il foglio e lo posò in un cassetto, iniziando a fissarmi sensualmente.

"Ehm...s-servirebbe ad aiutare l'istituto a raccogliere più soldi per le uscite didattiche."

"Interessante...e, se avessi un impegno venerdì pomeriggio? Devo per forza venire, giusto...?"

"Mi sta tentando..."

"Sarebbe meglio che tu ci fossi, sei uno dei professori più importanti dato che insegni lingue."

"Va bene...avrei dovuto firmare quel foglio?"

Ripresi il foglio dal cassetto e una penna, segnando con una X dove avrebbe dovuto firmare.

Prese la penna lentamente, facendo toccare le nostre mani.
L'atmosfera si faceva sempre più pesante, avevo una paura pazzesca di cedere.

"Che cosa c'è Erwin? Ti vedo pallido...ti serve qualcosa?"

Marcò la parola "qualcosa", mettendomi duramente alla prova.
Avrei voluto saltargli addosso, ma ciò non era possibile.
Sarebbe stata come una sconfitta.

Lui mi stava tentando di proposito e io non dovevo cedere.

"No no, sto benissimo... grazie."

Posò la penna sulla scrivania e mise la mano sulla mia gamba, provocandomi un brivido che passò per tutta la schiena.

Si avvicinò di qualche centimetro alla mia faccia e mi sussurrò all'orecchio:

"Beh...allora ci vedremo venerdì."

Si allontanò da me e uscì dall'ufficio, lasciandomi un problema nei boxer che dovetti risolvere dopo qualche minuto.

I giorni rimanenti all'assemblea ho dovuto subire le continue frecciatine di Levi nei corridoi, in mensa e persino in sala insegnanti agli occhi degli altri professori.

Venerdì pomeriggio arrivò in fretta, così come l'assemblea.
Decisi di chiamare Levi nel mio ufficio 5 minuti prima, dovevo assolutamente scusarmi per la questione di Mike.

Bussò alla porta del mio ufficio puntuale.

"Volevi vedermi?"

"Sì...vedi volevo scusarmi..."

"Riguardo cosa?"

"Ciò che è successo con Mike tre mesi fa."

"E tu vorresti affrontare questo argomento cinque minuti prima di una fottutissima assemblea?"

"Levi ti prego, ascoltami."

Levi: "Tch...parla, muoviti."

"Mi dispiace. Avrei dovuto parlarti di Mike come si deve e non mettere l'argomento da parte. Sono stato stupido, ingenuo...ma ho avuto paura che potesse ostacolare la nostra relazione. Io gliene ho parlato, ma a quanto pare sapeva già tutto. Ho provato a fargli capire che prima o poi avrei avuto una vita con la persona che amavo...indipendentemente da chi fosse, ma non ho tenuto conto di quello che sarebbe successo poi..."

"Erwin..."

"Levi, in questi tre mesi sono stato di merda. Uscivo poco dal mio ufficio e non volevo vedere nessuno...sei rimasto tutto il tempo nei miei pensieri. Levi sai cosa provo per te... nessuno può averti, sei solamente mio...come io sono solamente tuo. Potrei sembrare stupido a giustificarmi in questo modo, ma tu ormai sei diventato parte di me. Non riuscirei più a staccarmi per così tanto tempo da te, non me lo permetterei."

Le lacrime iniziarono a scendermi, seguite da quelle di Levi poco dopo.

"Levi, per favore... perdonami..."

Eravamo in piedi, uno davanti all'altro.

Avevamo il respiro sospeso, ignari di cosa ci riservasse il destino.

"Erwin...ti perdono."

Ci avvicinammo sempre di più fino a far unire finalmente le nostre labbra, che si erano mancate per tanto tempo.
Ci abbracciammo per qualche minuto, poi a Levi venne in mente della riunione.

"Ti conviene chiamare Hanji e dirle che non ci saremo, si potrebbe preoccupare. Poi te la dovrai subire...e sai benissimo che è una rompicoglioni."

"Hai ragione, dammi un attimo"

Ci staccammo dall'abbraccio, presi il telefono e chiamai Hanji.

"Erwin?? Dove sei?? Manca anche Levi!!!"

"C'è stato un imprevisto, non verremo. Inventati una scusa plausibile da dire agli altri. Ciao!"

"Erwin ma-"

Chiusi subito la chiamata e misi il telefono in un cassetto.

Living In A Dream - IN REVISIONE!!!Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora