[39]•°•This Feeling•°•

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<Benvenuto a casa mia, giovane Todoroki!> esclamasti indicando con un gesto del braccio l'interno della tua casa.

<È quasi uguale alla mia, solo un poco più moderna> commentò entrando

<Sai com'è... Siamo vicini di casa> gli facesti notare.

Si tolse educatamente le scarpe, prendendole in mano <Dove le posso mettere?> chiese cortesemente. Potesti notare che le sue guance si erano leggermente tinte di rosa

<In quella scarpiera>

"Non si vergognava a tenermi quasi per mano durante il tragitto ma si vergogna ad essere in casa mia" pensasti non potendo fare a meno di ridacchiare.

Ti piaceva quando faceva così, perché voleva dire che per lui comportarsi con naturalezza non era motivo d'imbarazzo.

<Dove sono i tuoi genitori? Non vedo nessun'altro> notò Shoto.
In risposta, alzasti le spalle <Non lo so onestamente. Credo siano da mio fratello>

<D'accordo. Li ringrazierò per l'ospitalità più tardi> disse lui, seguendoti su per le scale

"Com'è formale ed educato!"

Una volta finito il giro della casa, vi fermaste davanti a camera tua. <E adesso, mio illustre amico, siamo arrivati alla stanza migliore della casa:>

Detto ciò, apristi la porta <Camera mia!>

Le labbra del ragazzo si piegarono all'insù, e dovette sforzarsi di trattenere una risata: la tua stanza era tappezzata di poster quasi dappertutto, e la stessa era la quantità degli scaffali ricolmi di manga.

Ti rispecchiava proprio, pensó lui.

In un angolino accanto al comodino, inoltre, notò una cuccia contenente una piccola figura simile ad una palla di pelo nera. Non appena questa si alzò e iniziò ad abbaiare, il ragazzo non ebbe più dubbi sul fatto che fosse un cane.

<Ehi Sumire!> la chiamasti allegramente, e lei saettò ai tuoi piedi.
<Piccola, sparisco per nemmeno due ore e ti preoccupi così tanto?> ridacchiasti, abbassandoti per accarezzarla.

Dopo un paio di coccole da parte tua, volse l'attenzione verso il bicolore.
Con la coda dell'occhio, vedesti la sua mano a mezz'aria, indecisa se accarezzarla o tirarsi indietro.

<Lei è la cagnolina di cui ti ho parlato, Sumire> spiegasti sorridendogli dolcemente <Vuoi provare ad accarezzarla?>

Il ragazzo ti guardó con occhi brillanti <Posso?>
<Ma certo! Prova!>

Shoto si chinò come te, porgendole una mano e aspettando che lei si avvicinasse.
La piccolina prima lo annusò, e poi iniziò a leccargli la mano, scondinzolando felice.

<Fa il solletico> ridacchiò lui, sia imbarazzato che emozionato. Subito dopo provò a toccargli la testa <È morbida>

<Già> gli rivolgesti un sorriso a trentadue denti.

Il ragazzo si rimise in piedi, intento a guardare il pavimento. Era rimasto fermo come una statua.

Te, al contrario, ti sedesti su uno dei cuscini vicino al tavolino basso. La tua, come la sua casa, era abbastanza stile moderno-tradizionale.
Lo guardasti con un sopracciglio alzato <Non ti siedi? Perché stai in piedi?>

<Quindi... Posso?> chiese timidamente. Non capisti il senso della domanda <Certo! Perché me lo chiedi?>

Lui sembró vergognarsi di ciò <No è che... Per chiedere. Non sapevo se potevo...>

•°•Il Fuoco Nel Mio Cuore•°• [Todo®oki×®eader]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora