La differenza di età tra la mia sorellina e Alessia, la figlia dei nostri vicini di casa Filippo e Mergherita, era di soli sei giorni; era nata prima Sara e poi Alessia e, ne ero certo anche allora, loro due insieme, la loro combinazione, sarebbe stata per me micidiale; avrebbero reso i miei giorni un'infinita tortura, come già stavano facendo visti i continui piagnistei, inarrestabili e lunghi da sei lunghissimi giorni; tuttavia ero consapevole che avrei vegliato su di loro finché avessi potuto, finché mi sarebbe stato permesso, ne ero cosciente già alla tenera età dei miei pochi cinque anni.
Quando entrammo a casa della famiglia Ielpo l'odore, ormai familiare, tipico dei neonati mi inebriò i sensi; mi avvicinai un po' controvoglia, la gelosia a quei tempi era bestiale da sedare, alla piccola culla, posizionata proprio al centro del grande salone, a voler sottolineare come tutta l'attenzione sarebbe dovuta ricadere su di lei; mi attaccai ai bordi così da aiutarmi a sporgermi per guardare e la vidi: un piccolo batuffolo, avvolto tra delle calde coperte così rosa che di più non si poteva, le cui manine e piedini non smettevano un attimo di muoversi, facendo muovere con essi anche la culla.
Aveva dei finissimi e ancora appiccicosi capelli castani e il colore delle sue iridi era ancora incerto, ma giuro che non appena mi vide un piccolo sorriso le spunto sul tenero volto; c'è chi ancora tende a ribadire che i neonati nei primissimi giorni della loro vita né sorrido né riconosco i volti, ma io non voglio crederci; voglio credere che quello fu il primo nonché rarissimo sorriso che Alessia mi rivolse.< Hai visto Sara, adesso avrai anche tu un'amica con cui giocare!> la voce della mamma mi fece smettere di guardare Alessia.
La mamma teneva tra le braccia la mia sorellina, che sembrava un tenerissimo angioletto durante il giorno per poi trasformarsi in un piccolo diavolo durante la notte; come poteva buttare certe voci un esserino così piccolo ancora non me lo spiego.
<Alessia questa Sara, la tua migliore amica!> intervenne la signora Ielpo, con la voce incrinata dall'emozione.
Le guardai soppesandole attentamente poi sbuffai giusto un po' e mi diressi verso un angolo pieno di giochi, che sicuramente erano stati da poco regalati ad Alessia in onore della sua nascita, com'era successo solo alcuni giorni prima anche a casa mia.
<Come la sta prendendo lui?> parlò ancora una volta la signora Ielpo.
<Pare che sia contento, però non ne sono del tutto convinta, spero solo che la gelosia non prenda il sopravvento..>
Le guardai ancora una volta e pensai che io non sarei mai stato geloso di Sara, ero contento che fosse mia sorella, aveva portato nuova gioia nella nostra casa e di questo le sarei stato riconoscente per tutto il resto della mia vita.
Per quanto riguarda il rendermi nervoso avrei capito, di lì a pochi anni, che Sara aveva una piccata capacità nel far innervosire anche la persona più calma del mondo, e lo avrei capito proprio a mie spese.
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Always my girl
RomansaAlessia ha sempre avuto un unico obiettivo nella sua vita: andarsene da Maratea, un paese che le sta troppo stretto e nel quale si sente soffocare. Mirko ha da sempre desiderato entrare nell'Aeronautica militare. Alessia e Mirko hanno poche cose in...