IL CAPITANO DI GRIFONDORO - 4

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Finalmente dopo un tempo che sembrò un'eternità, la campanella suonò e Oliver scattante fu il primo ad uscire dall'aula e correre fino alla biblioteca dove sapeva avrebbe trovato Angelina. Non era da lui mostrare tutto quell'entusiasmo e sperava davvero lei non lo prendesse per pazzo. Ma doveva andare, doveva dirlo a qualcuno prima di scoppiare come un vulcano in eruzione dalla gioia. Così, prima di cambiare idea e fare dietro front, come troppe volte ormai aveva fatto quando si trattava di parlare con Angelina, aprì lentamente la grande porta a vetri della Biblioteca; superò la maggior parte degli scaffali ricolmi di vecchi libri impolverati e arrivò al grosso tavolo rotondo posto tra il reparto dedicato a Storia del Quidditch e l'ingresso del reparto proibito.

"Ehi, sei qui, lo sapevo!" disse arrestandosi di colpo e spaventando la ragazza china su di un grosso volume dalle pagine ingiallite.

"Oliver ma sei impazzito? Mi hai fatto prendere un'accidenti!", sbottò di rimando la Cercatrice più audace della squadra, portando una mano al cuore e tirando un sospiro di sollievo dopo lo spavento provato.

"Ma che diam..." Angelina non ebbe neanche il tempo di finire la frase che si ritrovò quasi stritolata tra le muscolose braccia del capitano della squadra nonché migliore amico che aveva.

Sentì il cuore balzargli in gola come non era mai successo prima eppure tante e tante volte si erano abbracciati per l'entusiasmo al termine di una partita. Cosa c'era di diverso ora? Forse il fatto che erano soli, completamente soli in quell'angolo appartato della biblioteca? Forse il fatto che Oliver indugiava sin troppo a lasciarla andare o lei che si sentiva completamente leggera e in pace tra quelle braccia come non si era mai sentita in vita sua? Ma no ci doveva essere di sicuro una spiegazione logica...

"Oliver mi s-spieghi cosa succede? M-mi fai preoccupare... parla ho detto!" disse la ragazza balbettante e cercando di riprendere fiato da sopra la spalla destra di lui.

Come risvegliato da una pace interiore surreale Oliver scostò leggermente le braccia per lasciarla andare quasi rendendosi conto solo in quell'istante di cosa aveva fatto.

"Angelina io... s-scusami. Mi sono solo lasciato trascinare dalla gioia." disse Oliver con un improvviso interesse per i lacci delle sue scarpe. Non aveva il coraggio di guardarla e stava per riprendersi dallo schock quando sentì qualcosa colpirlo al torace.

"Ma che... Ehy, ma sei impazzita?"

"Ah io, eh? Ti piombi qui come un invasato facendomi prendere un colpo mentre ero nel bel mezzo dello studio, mi tiri in piedi e mi abbracci da farmi perdere il respiro, e io sarei impazzita?".

Con un profondo sospiro per calmarsi e continuare a tono più basso "Insomma vuoi dirmi o no cos..."

"Che cos è tutto questo baccano? Siamo in una biblioteca qui non in una tribuna d'onore durante una finale di coppa del mondo di Quidditch, ragazzi! Fuori, ora!" sbraitò la vecchia custode della biblioteca indicando ai due con il dito indice la scritta SILENT PLEASE che come d'incanto aveva iniziato a lampeggiare di una fortissima luce rossa come ad indicare un'emergenza a cui bisognava porre rimedio velocemente.

"È tutta colpa mia ci scusi madama!" "Usciamo immediatamente, vero Angelina?"

"Beh certo, tanto ormai non riuscirei più a concentrarmi su niente. Andiamo subito fuori!" rispose Angelina con un cipiglio di disapprovazione rivolto al capitano.

"Dai non tirarla troppo per le lunghe, appena saprai cosa è successo!" cantilenò Oliver spingendola con una mano sulla schiena per farla avanzare più velocemente verso la porta d'uscita e poterle finalmente parlare.


//spazio autrice//

Grazie di essere arrivata fino a qui.

Al prossimo aggiornamento,

SC

AMORI NASCOSTI A HOGWARTSDove le storie prendono vita. Scoprilo ora