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«E così hai rotto il mio cellulare, tua madre cosa ha detto quando è venuta a saperlo?» chiede Louis cercando di passare tra gli alberi. Siamo in ritardo e Olivia ci sta aspettando.

Mentirei se dicessi di non essere nervoso.

«È stato quello stupido cane! E poi sembrava non essersi accorta che io avevo un cellulare 'illegale'» scuoto le spalle mentre vedo Lou fermarsi e guardarsi intorno. Lo sapevo.

«Ci siamo persi!» mormoro guardandolo.

Lui, a sua volta, mi guarda accigliato e spalanca la bocca cercando di dire qualcosa, poi non la dice.

È in evidente difficoltà, ci siamo persi ma non vuole ammetterlo.

Attorno abbiamo soltanto alberi, alberi e ancora alberi e non vedo nemmeno l'ombra- nè tanto meno sento il rumore- di una cascata.

«Noi non ci siamo persi, è una scorciatoia» ammette scocciato e prosegue lasciandomi indietro.

Alla fine (ovviamente dopo un'ora passata a girare intorno) abbiamo trovato la cascata, ma Olivia non c'è. Non la vedo da nessuna parte. Forse si sarà stancata e sarà andata via. Logico, abbiamo fatto un'ora di ritardo. Tutto grazie a Louis e la sua 'scorciatoia'.

Alzo gli occhi al cielo, esasperato e scuoto la testa.

Ora all'ansia si aggiunge anche la rabbia.

«Devo pensare che la tua amica sia frutto della tua immaginazione?» sbotta Louis con le braccia conserte, un sopracciglio alzato.

Mi prende in giro?

«Oh, santo cielo. Ma se l'hai conosciuta anche tu. Senti, lascia perdere e andiamo via.»

E mentre Louis torna indietro borbottando qualcosa contro me sento come una brezza che mi scuote i capelli e poi una voce ben familiare che chiama il mio nome.

E non appena mi volto verso la cima della cascata riesco a vedere quella chioma arancio-capace di far ingelosire l'autunno stesso con la sua bellezza- e la ragazza proprietaria di quei morbidi capelli che mi saluta dall'alto e mi sorride e mi chiama.

Le mie palpebre si alzano leggermente dallo stupore, le mie mani tremano. Ho rivisto la ragazza che ha lasciato un vuoto in me per più di quattordici giorni senza un minimo avviso, ho rivisto la ragazza che mi fa provare certe emozioni tutte allo stesso momento in così poco tempo e sballano il mio stomaco mandandomi in tilt.

Olivia, lei, che con un vortice di allegria e goffaggine è entrata nella mia vita prepotentemente spazzando via qualunque altra cosa e lasciandosi un posto permanente nel mio cuore.

Alla fine rifletto: non pensavo di emozionarmi così tanto guardando una ragazza, non pensavo che provassi tutti questi sentimenti verso lei. Ma posso ammettere che mi è mancata.

Poi la mia felicità viene spazzata via dalla brezza primaverile che vagava tra gli alberi e mi ricorda che Olivia avrebbe dovuto parlarmi.

Già, 'devo parlarti' due stupide parole, due verbi grammaticalmente diversi che possono stenderti al suolo con un solo schiaffo perché l'ansia si è cibata delle tue forze.

Letteralmente sarei stato picchiato dalla grammatica. Ma questo non dove saperlo nessuno perché la gente non sa che sono debole.

Afferro il braccio di Louis mentre corro verso la piscina che la cascata crea alla fine, li la gente è solita tuffarsi perché 'dà adrenalina' ma a me non piace farlo, ho paura delle altezze.

«Harry, hai portato il costume?»

Mi urla dall'alto mettendo le mani ai lati della bocca per farsi sentire meglio. La sua voce. Era da troppo tempo che non la sentivo e nel mentre in cui la sua voce si disperde nella foresta  qualcosa  nasce nel mio stomaco e anche più sotto, qualcosa che mi crea frenesia. Come mille bollicine di acqua che sprizzano nel tuo corpo facendoti il solletico.

White➳h.s((on hold sry))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora