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«Ricordate che vivere bene è un privilegio che pochi hanno quindi cercate di apprezzare le vostre vite, ragazzi.»

La campanella suona e le parole di Mr Campbell volano nell'aria ormai diventate inutili.

Trovo che fare queste lezioni improvvisate sulla vita a degli adolescenti che pensano solo al sesso e ai loro organi sessuali sia inutile ma gli adulti non capiscono. È per questo che voglio avere diciassette anni per sempre, non voglio crescere e perdere la mia genialità. O forse se proprio devo crescere voglio diventare come i miei idoli: Yoda di guerre stellari e Barak Obama.

Se divento il presidente Olivia sarà la mia First Lady.

Alle ventidue Louis passa da casa mia con l'auto di suo padre e un mare di alcol rinchiuso in lattine di birra dorata.

Andiamo alla festa che un suo amico da prima di partire per l'Italia. Beato lui.

E come una festa Americana che si rispetti non potevano mancare caos, pizza e alcol e forse anche un po' di droga.

Questa si che è vita.

Passate le prime due ore con musica da discoteca a tutto volume si passa a quelle lente che danno il via ai ragazzi per ritirarsi nelle camere o nei bagni con le proprie ragazze o tizie scelte a caso. Io non ho bisogno di farlo. Ci vengo solo perché in futuro, se morirò, voglio che tutta questa gente venga al mio funerale ricordando il povero Harry Styles come un animale da festa e amico fedele ma pigro.

Olivia mi ha detto che non ha bisogno di venire alle feste per farsi ricordare, le basta essere gentile con tutti. Se a lei va bene così va bene anche a me.

«Harry, vieni a ballare?»

Nora Simpson sorella gemella di Cora Simpson mi chiede sopraffatta dall'alcol. Annuisco afferrandole la mano e cominciando a ballare con lei mentre continuo a ripetere le parole di Mr. Campbell nella mente.

Apprezzare le vostre vite. Apprezzare le vostre vite. Vivere bene.

Si, nell'alcol e nelle droghe.

Alle quattro del mattino mi ritrovo a barcollare sul viale di casa, credo di essere ubriaco. Forse entrerò dalla finestra.

Comincio ad arrampicarmi lungo la staccionata attaccata alle travi bianche del muro di casa cercando di non impigliarmi tra i rampicanti che sono fermi a guardare la mia sventura. Mi gira la testa.

Per fortuna ho dimenticato la finestra aperta e con un salto più che insicuro rientro in camera mia. Il tempo di levarmi le scarpe che qualcuno accende la luce facendomi socchiudere gli occhi dal bagliore. Santa merda.

«Harry Edward Milward Styles, avevi promesso di essere a casa per mezzanotte. E guarda, sono le Quattro del mattino.»

La mamma è in piedi davanti alla porta con la faccia ricoperta di una crema verde vomito e grossi bigodini che avvolgono le ciocche dei suoi capelli. È difficile prendere sul serio una conciata così, non prenderei sul serio nemmeno me stesso, ma accidenti sono nei guai fino al midollo.

«La festa si è prolungata parecchio, mi dispiace, mamma.»

«Niente scuse, giovanotto. Sei in punizione, niente videogame fino al mese prossimo.» mi dice sbandierando il dito indice in aria come una maestra che sgrida un bambino.

«Ma mamma. Non puoi fare questo al tuo figlio preferito! È un oltraggio all'amministrazione delegata che tratta i diritti dell' adolescente. Chiamo il mio avvocato.» Dico, forse sto drammaticizzando tutte le mie parole ma sono stanco.

«Fai ciò che vuoi, ma la PlayStation te la puoi scordare, buona notte.»

E con questo mi liquida sbattendo la porta. Sbuffo, adesso posso suicidarmi. No, aspetta, ci sono ancora Olivia e Louis. Dio, ti ringrazio per aver creato quei due.

Mando un messaggio ad Olivia.

"Chiamami quando puoi."

Devo cercare di nascondere il più possibile questo telefono Illegale dai miei Illegali genitori o finisce che mi suicido per davvero.

(Non avrei mai il coraggio di farlo.)

A scuola, il lunedì mattina, Olivia non c'è. Magari ha avuto un impegno importante, credo che dopo scuola andrò a casa sua. Ripensandoci, non mi ha nemmeno richiamato.

In classe mi sento totalmente fuori posto, ci sono i nerd, i fighi, i normali e i bulli e poi ci sono io che non rientro in nessuno di questi gruppi. Sono anomalo. Una rarità. Quindi mi metto a lanciare palline a chiunque mi capiti di mira, mi sto annoiando parecchio, quindi.

Una pallina eccessivamente grande (un foglio accartocciato, direi.) finisce sulla testa di Mrs. Darling che di Darling nulla ha che si gira e squadra la classe da sotto i suoi occhiali a punta, prende fiato e:

«Chiunque sia stato è pregato di alzarsi e presentarsi in presidenza, o metterò la nota di classe.» urla in modo pacato ma sappiamo tutti che vorrebbe lanciarci i banchi addosso. È una tale strega zitella che scarica i suoi dolori su di noi perché nessun ragazzo la vuole.

C'è un lungo silenzio snervante e carico di suspense prima che Arnold Winters, l'idiota barra lecca culo barra cocco della prof barra ho già detto idiota? parlasse dicendo: «Ho visto Styles lanciare le palline.»

«Bene, signor Styles, dritto dal preside. In più deve scontare quattro ore di punizione, per non aver fatto i compiti e per non aver avuto il coraggio di presentarsi al richiamo.»

Sbuffo alzandomi dalla sedia e afferrando il mio zaino. Sento alcuni ragazzi incoraggiarmi altri deridermi ma non importa, la parte peggiore è che non potrò vedere Olivia quest'oggi a causa di una stupida palla di carta e di una stupida insegnante incompetente barra zitella sfigata.

Mi sento così alterato che potrei diventare verde dalla rabbia, sono in vena di metafore.

«Woah amico, devi fargliela pagare.» dice Louis ruttando.

Dopo aver scontato le quattro ore di detenzione sono andato a casa di Olivia ma non c'era nessuno così ho deciso di passare da Louis. Oggi ha un beanie rosso che gli copre i capelli, forse un giorno glielo ruberò.

Gli ho parlato di Arnold lo sfigato e ha reagito piuttosto male: ha strappato un poster di Billie Joe Armstrong urlando ACCIDENTI!

Poi ho pensato che quello arrabbiato dovevo essere io non lui.

«Già, ma come?» dico osservando i suoi trofei di baseball, va matto per quello sport.

Ma la maggior parte di quei premi gli ha comprati su Amazon.com

I suoi piedi battono ripetutamente sul marmo della cantina, qui ha montato una sorta di sala giochi con tanto di mini bar, col permesso dei genitori ovviamente. Io invece ho paura della mia cantina, è così buia e inquietante.

«Dobbiamo fargli rimpiangere di essere nato mhhh potremmo»

«SABOTARE I FRENI DELLA SUA CARRETTA!»

Urlo essendo stato folgorato da questa idea geniale.

«Si, è geniale, ma dobbiamo aspettare del tempo.»

«Come vuoi.»

Torno a casa verso sera e la mamma è in salotto con la nonna a lavorare a maglia quindi non mi degna di un saluto perché è troppo concentrata a non riuscire nel suo intento e quindi vado in cucina a ingozzarmi di patatine e ketchup. Olivia non è tornata a casa per tutta la giornata, comincio a preoccuparmi e quando la chiamo risponde la segreteria telefonica. E se qualcuno l'ha rapita? Forse è morta. Dio, dimmi che non te la sei presa. Devo ancora baciarla!

Si, perché finalmente sento che lei è la ragazza giusta.

Mi chiedo sempre perché troviamo l'amore da un giorno all'altro e anche se io non sono innamorato (non ancora) provo amore per quella ragazza. Mi piace, ma non ancora nel modo in cui due fidanzati si piacciono. Noi siamo amici ma quest'amicizia mi sgretola poco a poco.

Non so più cosa voglio veramente. Amore o amicizia?

Sono così carico di complessi mentali che adesso ho un gran mal di testa. Fantastico!

White➳h.s((on hold sry))Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora