ii. L O U I S
“Allora come sto?” chiesi, con un grande sorriso sulle labbra.
“Sei fantastica. Sei sempre fantastica” rispose.
Ero pronta. Eravamo pronte per il ballo io e Emelia. Indossavo un vestito color porpora, liscio, ma corto. Al contrario, la mia migliore amica, indossava un paio di pantaloncini in jeans a vita alta e una canottiera corta nera.
Salimmo nell’auto di mio fratello e ci dirigemmo verso il nostro ultimo ballo. Era la notte del 6 dicembre del 1989. Quando entrammo nella sala, una fitta di alcol mi arrivò alle narici. Emelia mi prese per il braccetto e mi scortò al tavolo dei drink.
“Vuoi?” chiese, agitando un bicchiere di aranciata sotto i miei occhi.
Arricciai il naso e negai con la testa.
“Preferisco quello” indicai la grande ciotola con dentro il punch.
Riempii un bicchiere e lo sorseggiai, lasciando che quel gusto amarognolo mi scorresse lungo la gola. Emelia andò a ballare con Daniel –mio fratello, nonché suo fidanzato-, mentre io rimasi seduta su una sedia per metà della serata.
Non mi ero minimamente preoccupata di trovarmi qualche ragazzo, avevo chiuso da poco con uno e non ero pronta per una nuova relazione. E nemmeno avevo la voglia di ballare con un ragazzo qualunque. Parecchi ragazzi mi chiesero di accompagnarli alla festa, ma avevo sempre rifiutato.
Quella sera ci guardarono tutti differentemente, come se io e la mia amica fossimo degli alieni. Guardavamo il modo in cui ci eravamo vestite; non era di certo il vestire di quell’epoca. Abitavamo poco fuori Newport, una grande cittadina nel sud del Galles. Qui ci conoscevamo quasi tutti; la gente era sempre gentile e disponibile tra di loro. Forse anche questo influenzava. Mamma mi aveva educata con una forte educazione cristiana, pretendeva che mi vestissi in un certo modo, che mi comportassi educatamente, che avessi alti voti a scuola, che parlassi come una ragazzina d’alto rango sociale. E anche se lo fossi veramente stata, io non mi sentivo me stessa.
Adoravo uscire, adoravo ubriacarmi e venire a casa alle sette del mattino, adoravamo le feste in spiaggia, adoravamo il mare, adoravo uscire con le amiche.
Ma tutto quello non mi era permesso; mamma mi rinchiuse in casa, ignara dal fatto che io uscissi comunque. I miei pensieri vennero interrotti, vedendo il ragazzo nuovo entrare dal portone della sala. Mi pare che si chiamasse Harry o Henry o qualcosa di simile.
Era bello, era davvero tanto bello.
Indossava un completo nero, con la cravatta sul bordò, per fare un gioco di colori. I capelli erano tirati all’indietro, ma erano sempre così ricci. Che quasi ti veniva la voglia di toccarli, di tirarli. Le labbra erano sempre rosse e carnose, gli occhi… oddio, gli occhi. Erano così verdi, verdi come i pascoli irlandesi, verdi come il quadrifoglio, verdi come la speranza.
Lui era così bello.
Sentii un desiderio dentro di me, che cresceva man mano che lui si avvicinava al banco dei drink. Vidi una ragazza bionda avvicinarglisi, con un sorriso malizioso sulle labbra a cannone. Cominciò a parlargli, ovviamente attaccando una delle solite scuse “scusami-se-ti-sono-venuta-addosso-mi-sono-inciampatata-sul-vestito-nuovo”. Sbuffai.
Harry era come impietrito, si guardava le mani, il bicchiere che si portava alla bocca, guardava punti indefiniti della stanza; annuendo alle stancanti domande della ragazzina, senza mostrare alcuna emozione. Harry sembrava così sicuro di sé, così solitario, così misterioso. Harry era così, per il poco tempo che l’avessi cosciuto.
La ragazza cercò di avvicinarsi a lui, gli prese la mano e lo scortò sulla pista da ballo. Portò le sue mani attorno alla sua vita, e lei gliele allacciò dietro il suo collo. Harry non si muoveva, non gliene fregava niente di quella biondina. Si vedeva.
A Harry non fregava niente di nessuno. Lui viveva nel suo mondo. E io lo odiavo, perché volevo fare parte del suo mondo.
Pensavo che gli sarei bastata.
Feci scorrere una lacrima giù per il mio viso, non riuscivo più a sopportare quella situazione nuova che si era creata attorno a me. Cercai Emelia e mio fratello da qualche parte nella sala, cercai solamente una scusa per non incontrarlo.
Non riuscii a trovarli, perciò mi arresi. Andai a sedermi su una poltroncina, tenendo le gambe al petto e affondando la testa tra di esse. Pensando. Pensando a tutto quello successo. Pensando a me. Pensando a Harry. Pensando al diploma. Pensando.
Forse dovevo solamente far finta di niente, magari tutto sarebbe passato. Perché doveva essere così, dovevo vivere il mio ultimo anno di superiori con il sorriso in volto. Cercai di ricacciare le lacrime che insinuavano d’uscire e mi alzai.
Mi buttai nella mischia, muovendo i fianchi e cercando qualcuno con cui ballare. Al diavolo Harry, al diavolo tutti. Urtai con la schiena un ragazzo. Louis.
“Balliamo” urlai.
Louis non protestò, mi trovai di schiena sul suo petto, mentre mi muovevo con quella musica. Mentre cercavo di pensare a altro. Sentii che mi afferrò i fianchi, che mi spinse ancora più a lui, contro il suo basso ventre. Mi toccò il sedere, mi prese per la mano e mi portò sui divanetti.
Mi fece sedere e trovai le sue labbra sulle mie. Sentivo la sua lingua toccarmi il palato, mi morse il labbro, le sue mano erano dietro la mia nuca e mi tiravano i capelli. Gli graffiai una spalla con le unghie. Non volevo baciarlo, non volevo che succedesse tutto quello. Volevo solo divertirmi, ma tutto successe in così poco tempo. Le sue mani sotto il mio vestito, che toccavano la mia intimità solamente ricoperta dalle mutande. Sentivo il suo respiro caldo, quasi che bruciava. Aveva le labbra rosse, così irresistibili, impossibili da non baciare. Mi distese sul divanetto, mentre continuava a percorrere il mio corpo.
“No!” urlai, spingendolo via.
“Non qui, Louis”.
Se ve lo state chiedendo, no. Non lo feci con Louis, ci fermammo lì. Un senso di paura e angoscia mi invase, gli dissi che mi sentivo male e corsi nel bagno. Stavo per dare la mia verginità al primo sconosciuto. Non potevo, non dovevo, non volevo.
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Spazio Autrice.
Ciao a tutti,
scusatemi ma sono totalmente di fretta e non ho tempo per parlare. Comunque, spero vi piaccia lo stesso il capitolo e scusatemi per gli errori che sono presenti. Non ho potuto rileggere :(
Con questo è tutto, ciao.
-ziamdream
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Villainy » Harry Styles (on hold)
ParanormalChe cosa succederebbe se una semplice ragazza si innamorasse della Malvagità in persona? Storie brevi #2 Paranormale #4