~Alexandra~

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Alexandra's POV

Eccomi qui! Sono Alexandra, ho 20 anni e mi sono trasferita da 2 anni a Roma.
Sono cambiate molte cose da quando i miei genitori hanno deciso di separarsi...mio padre ha rimesso sù famiglia e così non ci sentiamo più; mentre mia madre, che non ha preso bene la cosa, ha dato a me la colpa...
Condivido l'appartamento con la mia migliore amica Sarah, ci conosciamo da 10 anni e da allora abbiamo condiviso praticamente tutto...gioie e dolori compresi.
Lavoro part time in un bar al centro di Roma, mentre il pomeriggio dirigo un corso d'arte con Sarah...adoriamo tutto ciò che riguarda l'arte e la fotografia.
Per quanto riguarda l'amore...beh, è qualcosa a cui non credo più ormai, sono stata tradita da colui che credevo essere la mia anima gemella, per poi scoprire che stava con me solo per una stupida scommessa con i suoi amici...Ridicoli!

Ma non pensiamoci più: si è fatto tardi, devo scappare a lavoro...
Mi sistemo velocemente e, prendendo una mela al volo, esco di casa. Sarah non c'è, dev' essere rimasta a dormire dal suo ragazzo, le manderò un messaggio più tardi...
Prendo la metro che, fortunatamente o sfortunatamente, è proprio sotto casa e dopo 20 minuti arrivo al bar.

Mi fiondo nello stanzino adibito a 'camerino' e lascio lì sia borsa che giacca...ed indosso il solito grembiule, ormai sgualcito. Dovrei fare domanda per riceverne uno nuovo, ma chi sta ai piani alti non è molto clemente nei nostri confronti...

"Ciao Ale!" - sento all'improvviso. E riconosco subito la voce inconfondibile di Edoardo! Il cassiere del bar, un ragazzo simpaticissimo, lo stesso che mi fa scoppiare a ridere nei momenti più improbabili!

"Sei di turno anche oggi, rompiscatole?" - e sì, lo saluto così. Sono ancora arrabbiata con lui per avermi fatta ridere come una scema di fronte al capo, e ad una giornalista molto importante. E lui non sa quanto sia stata deprimente ed umiliante l'ora successiva, sotto lo sguardo del capo! Cavolo, devo fargliela pagare un giorno di questi...

"E dai, Alexa, ti ho già chiesto scusa!" - lo sento piagnucolare. E se non fosse per quel maledetto labbruccio che mi fa...non starei già sorridendo alzando gli occhi al cielo.
Lo so cosa state pensando! E no, non stiamo insieme...Edoardo è il fedelissimo fidanzato di Jacopo, ma di lui vi parlerò in seguito...

Intanto mi sistemo al bancone, cominciando a servire i primi clienti di questo turno...

Esattamente cinque ore dopo, sono di nuovo in camerino pronta per il pranzo. Sarah mi ha lasciato una cascata di messaggi, e dire che sa benissimo quali sono i miei turni di lavoro...alzo gli occhi al cielo, tanto non può vedermi! La richiamo, e mi prega - letteralmente - di raggiungerla al bistrot dietro l'angolo per pranzare insieme.

Faccio strada a piedi...ed una volta dentro Bistrot Ursula, la cerco zigzagando tra i tavoli. - "Scema, non mi vedi?" - ridacchia lei. Ma io salto dallo spavento, mi sta praticamente accanto! Le do una spintarella sul braccio e mi siedo di fronte a lei.

Io e Sarah abbiamo un sacco di cose in comune: il lavoro, la casa, il corso d'arte che dirigiamo insieme...ed entrambe abbiamo sofferto l'allontanamento dalla nostra città natale. Già, Sarah non è italiana...ma sudamericana! Ecco spiegata la sua carnagione olivastra rispetto alla mia...ed il suo temperamento diversissimo dal mio!

Ordiniamo ciò che il menù del giorno ha da offrirci: gnocchi alla romana e pollo fritto.
Da quando mi sono trasferita qui a Roma, ho rivalutato la cucina in modo positivo...e adesso sono la più golosa tra le due!

Pranziamo con calma: è questo il bello di gestire il proprio lavoro! Il corso d'arte in questo caso...non nascondo che mi piacerebbe mollare il bar e dedicarmi a tempo pieno all'arte e a ciò che amo fare. Ma non è poi tanto semplice...

"Quanti sono i ragazzi di oggi?" - chiedo a Sarah, mentre preparo i soldi per pagare il pranzo. - "Dovrebbero essere una decina...ti dirò, và bene così quando non sono poi tanto ragazzi" - dice ridendo. Ed in effetti ha ragione, dopo una certa fascia d'età, diventa assai complicato farsi capire...

"Và bene...cinque io e cinque tu" - le rispondo ridendo a mia volta. Uscendo dal bistrot, aggiungo, con un sorriso sornione: - "Ah, e poi quando decidi tu mi racconti dove sei stata ieri notte!"- Anche se so benissimo con chi è stata.

Sarah mi dedica uno sguardo d'intesa e mette in moto la sua Lancia Ypsilon. Lo so, sembro sfigata a non avere ancora un'auto mia! Ma Sarah guadagna più di me e può permettersela...al contrario di me.

In men che non si dica, arriviamo al parcheggio antistante il piccolo Salone d'arte. Mi sembra ancora un sogno tutto questo...poter lavorare giornalmente con pennelli, tele e colori. Ogni giorno è un brivido diverso, una nuova classe alla quale trasmettere la nostra passione ed i nostri saperi...

Accendo le luci della sala, dove tutto vige ordinato meticolosamente: non c'è tinta o pennello fuori posto. Persino i fogli già usati per gli schizzi a matita, sono in ordine. Sarah mi odia per questo, e mi fa ridere!

Poco dopo cominciano ad arrivare i nostri "alunni" - perché mi fa ridere chiamarli così?!
E pian piano ognuno prende il posto che preferisce, familiarizzando con i materiali e gli strumenti.

Io e Sarah ci giostriamo senza problemi ognuno dei componenti della classe di oggi, e lavoriamo quasi in simbiosi. Tanto che alla fine della lezione, siamo soddisfatte alla stessa maniera di come sono andati i primi schizzi sulle tele: non c'è traccia d'incertezze, non come accade con i nostri coetanei.

Alla fine della giornata, mi ritrovo ricoperta di colore ovunque! Persino le gambe sono piene di macchioline verdi, gialle e azzurre. Forse dovrei evitare di portare i pantaloncini mentre dipingo...perlomeno ho tenuto i capelli alzati.
Mi ci vuole una doccia immediatamente...e non solo per i colori, ma per levare tutta la pesantezza della giornata. Ed anche oggi è passata, mi dico. Chissà quando riuscirò a stravolgere la mia vita del tutto...

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