Capitolo 50 -Finale

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Oggi è Sabato, niente scuola, a quanto pare i miei genitori non ci sono, dato che nessuno mi ha svegliata.

Mi giro verso la sveglia, e sono solo le 8 di mattina, la mia sveglia è impostata per le 10.
Ma il sonno sembra non essere dalla mia parte questa mattina.

Decido così di alzarmi dal letto e andare giù in cucina a fare colazione.

Scendo le scale lentamente sperando di non far rumore, in casa c'è Manuel, e non mi va di svegliarlo.

Una volta arrivata in cucina, prendo la mia tazza e preparo un cappuccino.

Sento un respiro sul mio collo, ma cerco di non muovermi.

'Buongiorno Emma' mi bisbiglia all'orecchio continuando a respirare sul mio collo.

Ho sempre amato questa sensazione, ma non da Manuel.

Mi accarezza il braccio fino ad arrivare a spostare i capelli dietro.

'Basta adesso' dico girandomi ma...cattiva idea, ora mi trovo faccia a faccia con lui.

'Basta cosa?' Continua con voce provocante.

'Basta starmi addosso, se non te ne vai...' mi blocca.

'Se non me ne vado cosa?'

'Urlo, si ecco..se non te ne vai urlo' dico sapendo che ora scoppierà a ridere.

E infatti... ride.

'Non ridere' gli dico.

Ma lui continua..così lo butto e inciampa tra la sedia e lo sgabello.

Ora sono io a ridere.

'Me la paghi' dice alzandosi.

Viene verso di me, mi prende le gambe mettendomi a testa in giù sulla sua spalla, noto che sale le scale e sta andando in camera mia, e mi fa sedere sul letto.

'È questo il tuo modo di vendicarti?'

Lui resta in silenzio, poi si siede accanto a me.

'Mi fai impazzire beer.' Dice fissandomi.

'Non chiamarmi con il mio cognome, e placati' dico rialzandomi dal letto.

'È la verità, EMMA'  dice sottolineando il mio nome.

Lo guardo male ed esco dalla stanza.

Torno al piano di sotto e bevo il cappuccino che avevo lasciato in cucina ormai diventato freddo.

Sento di nuovo il respiro di Manuel vicino al mio collo ma stavolta non mi giro.

'Scollati' dico semplicemente continuando a bere il cappuccino di spalle.

Continua a respirarmi sul collo.

'Dio Manuel scollati!' Urlo e mi giro.

'Oh ehm...che ci fai tu qui? Cioè come sei entrato?!'

Non credo ai miei occhi.

'Dalla finestra, qui che era aperta,non è difficile sai?' Sorride.

'C'è anche Manuel vero?' Aggiunge.

'Si Cam, c'è'

Parli del diavolo, spuntano le corna.

Gi giriamo a guardarlo.

'Ma buongiorno Dallas' dice prendendo un pancake dal tavolo.

Cam lo guarda con uno sguardo di sfida.

'Inutile che mi guardi così, ti ricordo che a sbagliare sei stato tu' ribatte Manuel.

'Io? Che ti ho fatto?' Risponde Cameron.

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