"Smettila!" Urla Emily cercando di farmi mollare la presa. "Lo ucciderai se continui!" Continua a gridare.
Ormai è in mio possesso.
"Sul serio amico! Fermati!" Anche Liam si aggiunge all'urlarmi contro.
"Non osarti mai più a chiamarmi in quel modo!" Sputo, letteralmente.
Sono così arrabbiato.
Non tanto per il nomignolo, questo è solo un pretesto per liberare la mia ira.
Il fatto che sta cercando di portarmi via Emily è la vera causa.
Il suo viso sta diventando viola.
In questo momento non penso alle conseguenze.
"Cazzo smettila!" Le urla più forti di Emily mi convincono a mollare la presa.
Louis è a terra e fatica a respirare.
"Non avvicinarti ad Emily o ti ammazzo, davvero questa volta." Dico, ugualmente urlando.
"Non do ascolto a te." Mi risponde ansimando.
L'adrenalina scorre ancora in me.
"Zitto stronzo!" Sento un bruciore sulla mano dopo essermi reso conto di ciò che ho appena fatto.
"Vattene subito!" Mi punta il dito contro Emily. "Se gli hai rotto il naso ti ammazzo io. Vattene Harry."
"Vattene ho detto!" Continua a gridare.
Le lacrime iniziano a calare lungo il suo viso.
"Vai a fanculo da lui." Urlo prima di girare i tacchi e andarmene.
E' bruttissimo vederla piangere, soprattutto per causa mia.
Odio farla cadere in queste situazioni, ma purtroppo se è mia amica ci si deve abituare.
Non merita l'amicizia di quello stronzo. Perché ci è amica? Perché cazzo è dalla sua parte? Solo perché è un suo compagno di vecchia data non vuol dire che devono riprendere gli stessi rapporti di prima.
Credo di odiarlo, seriamente.
E' stata colpa sua se ora non ho più la mia migliore amica. O forse mia? No, mia non è.
E' colpa di quell'infame e basta.
Con quel suo sorrisetto stronzo che ti fa venir voglia di pestarlo a sangue, peggio della mia uscita di stamattina.
Ora che cazzo faccio? Non credo che andrò a lezione, non dopo tutto questo.
Se torno a casa mia madre inizierà sicuramente a chiedermi spiegazioni e non posso nemmeno mentirle dato che ho le nocche sporche di sangue a causa della la violenta botta che hanno subito contro il naso del verme.
"Harry." Pronuncia una voce conosciuta alle mie spalle.
Appena mi giro, c'è Niall, un ragazzo che viene nella mia classe.
Alto, capelli biondo platino e occhi chiari.
Un ragazzo carino, malgrado il suo orientamento sessuale.
E' gay, e questo gli comporta gravi danni fisici dai miei compagni, tranne me.
Evito di picchiarlo, non avrebbe cambiato niente in lui, avrebbe comportato solo danni fisici e basta.
"Dimmi." Sospiro.
"Dovresti rientrare." Indica il grosso edificio.
"Non pensare che io lo faccia." Spero non mi chieda il perché, potrei scoppiargli in faccia.
"Il preside vuole vederti." Posso sentire il battito del mio cuore accelerare.
"Glie l'hai detto, eh?" Dico istintivamente.
"Cazzo, no!" Devo credergli? Non posso sapere se è stato lui a confessare tutto al preside.
"Dimmi chi è stato!" Urlo avvicinandomo ancora di più.
Posso toccargli il naso con il mio.
"Non lo so.." La voce tremante.
"Dimmelo." Grido nuovamente. I suoi occhi si spostano oltre me.
"Styles." La voce del preside Wide.
Oh cazzo.
Appena mi giro, riesco a vedere le sue sopracciglia aggrottate oltre il berretto da golf.
"In presidenza!" Ordina, e lì mi dirigo.
So di essermi messo nei guai, ma non penso che addirittura il preside deve intervenire.
Se scopro chi è stato giuro che lo polverizzo.
"Accomodati." Mi fa cenno in direzione di una sedia proprio davanti alla sua cattedra.
Il preside, è lo zio di mia madre, che io odio.
Principalmente perché con me si comporta come se fossi appena uscito di prigione.
Mi controlla, e qualunque cosa faccia per lui è un reato.
"Perché devo sempre ricevere lamentele da studenti del primo o del secondo anno per il tuo comportamento eccessivo? Devi darti una calmata. Una ragazza che quest'anno ha appena iniziato il suo primo anno di liceo mi ha riferito che nel cortile della scuola questa mattina c'è stata una rissa, e che l'ha provocata un riccio dagli occhi verdi. Lo so che sei tu, ora dimmi perché devi sempre essere così aggressivo nei confronti dei tuoi coetanei. Il ragazzo con il quale hai avuto la tua lite violenta è stato fortunato a non aver subito danni al setto nasale. Che cos'hai nella testa, Harry?" Le parole dell'odioso preside riguardo il mio comportamento.
Dovrei inventarmi una scusa decente e passarla liscia, o dirgli la verità, cioè che sono geloso della mia migliore amica.. o quel che ne rimane?
"Puntualmente quando faccio cazzate io le vedono sempre tutti. Quello stronzo si è meritato tutti i tocchi che gli ho dato! Speravo davvero di avergli rotto il naso!" Gesticolo con tono alto.
"Devi smetterla, ok? Smettila d'istinto perché avresti potuto ucciderlo, seriamente. Se gli avessi rotto il naso sarebbero stati guai seri ragazzo mio!" Continua a rimproverarmi.
"Non me ne sarebbe fottuto un cazzo!" Mentivo. "Avrei fatto qualunque cosa per allontanarlo da Emily!" L'istinto ha parlato per me riguardo al fatto di dirgli la verità.
"Cox? Come mai tutto questo interesse per la sua compagna?" Le domande alle quali non voglio rispondere.
"E' soltanto la mia migliore amica, e quel fottuto verme me la vuole portare via!" Inizio ad urlare.
Sono nuovamente sul punto di picchiare qualcuno.
Non riesco a capire da dove deriva tutta questa mia gelosia nei confronti di Emily.
"Tu hai quasi rotto il naso ad uno studente per gelosia? Dovrei sospenderti per questo?" Sta diventando così irritante.
"Devo ripeterlo?" Le parole escono fuori da sole.
"No, ho capito benissimo, speravo solo mi stessi sbagliando." Glie lo avrei ripetuto mentre la sua faccia colpiva ancora e ancora la sua bella cattedra.
"Ti do due giorni." Parla improvvisamente.
"Per fare cosa?" Domando interrogativo.
So a cosa si riferisce, so anche che sarebbe stato lui a dirlo a mia madre dettagliatamente.
"Sarai sospeso per due giorni, Harry." Esce dalla sua bocca in fine.
Sospensione.
Addirittura la sospensione? Mi verranno tolti punti per il mio anno scolastico, il mio ultimo anno scolastico.
Tutto questo per colpa di quel fottuto stronzo di Louis Tomlinson.
Volevo pestarlo, ma gli lanciai solo un'occhiata prima di lasciare la stanza.