The first time

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I corridoi della scuola erano affollati come sempre al suono della campanella. Gli studenti si riversavano frettolosamente nella mensa per poter mangiare quella poltiglia quasi commestibile che la cucina offriva.

"Che merda..." esordì il riccio al fianco di Louis.

"Ma dai... non è la fine del mondo. D'altronde è quasi una sufficienza." tentò di sdrammatizzare l'altro.

"D- é una catastrofe! Quella stronza ha esagerato! Non è giusto!" si imbronciò Harry incrociando le braccia al petto.

"Che te ne frega? E poi ha ragione. Faceva un po' schifo il nostro modellino." lo stuzzicò dandogli una leggera gomitata sul braccio.

"È tutta colpa tua. Non mi hai dato il tempo di finirlo!" gli urlò contro.

"Ooh e adesso vuoi dirmi che non ti è piaciuto il piccolo intrattenimento che ti ho riservato, Harreh?" rispose Louis ridacchiando e scompigliando i ricci dell'altro. 

Harry non disse niente e si corrucciò ancora di più. Sorpassò Louis e percorse il resto del corridoio da solo. Poco prima di giungere alla porta della mensa, Louis si catapultò sulla spalla del riccio costringendolo delicatamente a voltarsi.

"Hey, non te la sei presa veramente con me, vero?" disse con tono colpevole.

Harry si girò nella sua direzione non riuscendo però a nascondere una leggera smorfia sulle sue labbra.

"Ma vaffanculo!" gli disse Louis che si era allarmato inutilmente.

Harry scoppiò in una risata rumorosa e si trattenne la pancia dolorante. Era una risata roca e spontanea che finì presto per contagiare anche l'altro.

"Eri troppo buffo con quel tono supplichevole, Lou!" esclamò con le lacrime agli occhi.

"Secondo te dovrei preferire una stupida A ad un compito di scienze al lavoretto che mi hai fatto?!" continuò ridendo, senza aspettarsi una vera risposta.

Louis sembrò un po' in imbarazzo anche perché il riccio stava usando un tono di voce troppo alto per i suoi gusti. Infatti due o tre ragazzi, che erano ancora fuori alla mensa, si voltarono e li osservarono con del ribrezzo dipinto nelle loro espressioni. Certo, le occhiatacce e gli insulti erano diminuiti in quelle settimane, però questo poco importava a Louis che viveva nella continua paura che tutti in quella scuola fossero pronti a squadrarlo e a giudicarlo. Harry non poteva accorgersi di quegli occhi cattivi che spesso e volentieri si posavano su di loro, in qualche modo però avvertiva la loro pesante pressione addosso. Per Louis, avere qualcuno accanto dopo il forzato coming out, aveva aiutato tantissimo, soprattutto se quel qualcuno era rappresentato da Harry Styles. In qualche modo quel ragazzo gli donava una forza incredibile e per questo non si sorprendeva affatto di essersi innamorato di lui. Era stato immediato e naturale, fatale e inevitabile.

"Dai Harry, per oggi mi hai preso abbastanza per il culo, ora andiamo a mangiare." disse Louis per arrestare la risata del riccio.

"Ti siedi accanto a me, vero?" rispose Harry con una vocina esile e sperazosa.

A Louis faceva piacere quando il riccio abbandonava la sua maschera di finta ostilità per indossare quella che realmente gli apparteneva. Inoltre, sapeva quanto Harry soffrisse di solitudine, quanta paura avesse di essere lasciato solo. In quelle settimane erano stati sempre seduti allo stesso tavolo a mensa e quella domanda, con una risposta tanto ovvia, evidenziava quanto Harry avesse il terrore di essere abbandonato ancora una volta.

"E dove vuoi che mi metta? Certo, che mi siedo accanto a te! Che domande, io non ti abbandono, piccolo." disse infine spronandolo a entrare nella sala.

I feel you next to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora