I'm afraid to fail

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Il cellulare di Harry squillava ormai da parecchi minuti.

"Dove cazzo l'ho messo?!" imprecava il ragazzo che tastava il pavimento alla ricerca dell'aggeggio infernale.

"Oh trovato, finalmente!" esclamò dopo averlo scovato sotto il cuscino del letto.

"Pronto?"

"Cazzo Harry! Ti sto chiamando da mezz'ora! Che fine avevi fatto?"

"Non trovavo il cellulare! Dio che caldo che fa!"

In effetti, il caldo umido di luglio non dava tregua ad Harry che doveva fare i conti con un ammasso di capelli sudati appiccicati alla fronte.

"Giuro che li taglio un giorno di questi!" disse il riccio seccato.

"Se lo fai ti ammazzo, Harry."

"Ma perché? Voglio rasarmi a zero. Non ce la faccio più."

"Okay, evidentemente sei impazzito. Il caldo ti sta facendo delirare."

"Tu mi vorresti lo stesso senza ricci?"

"Che domande sono, Harreh! Certo che... no!"

Harry si imbronciò e per tutta risposta chiuse la chiamata in faccia a Louis. Non ci volle molto prima che il ragazzo richiamasse per chiedergli scusa.

"Harry! Dai, stavo scherzando. Io ti vorrei sempre e comunque, anche con un sacco dell'immondizia in testa."

"Non è vero."

"Stai dicendo così perché vuoi che te lo dica?"

"Cosa?"

"Che ti amo, coglione."

Harry sorrise e arrossì in viso. Sapeva che Louis lo amava più di qualsiasi cosa ma sentirglielo dire non aveva prezzo. Mai si sarebbe stancato di quelle semplici paroline. Così inutili, perché le parole sono solo parole, ma anche così necessarie e capaci di strappare un sorriso a chi le riceve.

"Ti amo anch'io, stronzo." disse infine estremamente dolce.

"Comunque perché mi hai chiamato? Cosa volevi?" continuò cambiando discorso.

"Ah, giusto! Preparati tra un quarto d'ora vengo a prenderti!"

"Devi venirmi a prendere? E dove andiamo se mi è dato saperlo?"

"È una sorpresa!"

"... Co-cosa?... Louis, Louis!!"

La chiamata era terminata.

Il suono del clacson della macchina di Louis risuonava fin dentro casa di Harry.

"È già qui, cazzo. Qualche giorno lo ammazzo a quel fottuto Tomlinson!" disse a sé stesso.

"Ahia!" urlò poi urtando il piede alla gamba del tavolo per la fretta.

Quando finalmente raggiunse l'auto parcheggiata in doppia fila sotto casa sua, Louis uscì dal veicolo per potergli dare una mano.

"Ecco." disse aprendogli la portella.

Quasi subito la macchina si mise in moto per abbandonare la stretta stradina difronte casa Styles.

"Quanto cazzo ci hai messo, Harry?!"

"Non mi hai dato nemmeno il tempo di preparmi, non mi dici dove stiamo andando...insomma mi stai prendendo in ostaggio Lou? Vuoi stuprarmi? Guarda che non hai bisogno di rapirmi per fare sesso con me!"

"Ma, finiscila! E poi io e te facciamo l'amore non sesso."

Era sempre stato Louis quello ad esternare più facilmente i propri sentimenti. Harry invece li teneva nascosti per paura di essere ferito. Aveva imparato a conoscere bene il male che la gente era in grado di fare, doveva solo imparare a riconoscere le persone delle quali poteva fidarsi e quelle che invece doveva scansare. Louis era di certo la persona che più di tutte lo amava e che mai lo avrebbe ferito.

I feel you next to meDove le storie prendono vita. Scoprilo ora