Venezia

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Simone faceva come sport karate e in quel periodo sarebbe dovuto partire per Venezia a fare una gara. Quando seppi la cosa ci rimasi male poiché non l'avrei più rivisto fuori scuola. Nonostante ciò la mattina riprese a venire tardi e quindi di conseguenza lo vedevo poco al che mi rassegnai totalmente poiché il mio consiglio di venire presto a scuola durò poco.
Nel frattempo mi sentivo con Gabriele ma non mi interessava poi così tanto, era più che altro un passatempo.
Jason mi consigliò che se volevo colpire Simone o fargli capire che mi piacesse dovevo salutarlo in modo diverso, dargli più attenzioni e parlargli di più ma ormai l'interesse iniziava a calare dato che da parte di Simone non ricevevo nulla.
Arrivò il giorno in cui Simone partì, era venerdì 17 novembre e quel giorno a scuola fu noiosissimo. Non lo potevo vedere fino a lunedì, forse, e il dubbio del fatto che gli piacessi o meno mi tormentava ma comunque cercavo di non pensarci. Mi organizzai con Gabriele per uscire sabato e prenderci qualcosa così da poter passare sopra alla questione Simone. Gabriele sapeva che a me piacesse un altro ma nonostante ciò voleva uscire con me. Quel venerdì me ne tornai a casa annoiata e mi misi a vedere gli stati di Whatsapp. In quel periodo andavano di moda i test 'quanto mi conosci', una cagata a parer mio ma iniziai a farli. Feci quello di Marcello e riuscii a fare 15/15. Allora decisi a quel punto di farlo anche io e misi il link sulla mia storia Whatsapp. Iniziarono a farlo un paio di miei amici fino a che ad un certo punto esce scritto 'sono quello più basso di te' che aveva totalizzato 7/15. Io ero incredula...

Tempo prima in un giorno di pioggia stavamo tutti quanti dirigendoci alla fumetteria e io e Simone eravamo sotto lo stesso ombrello. L'ombrello lo manteneva Simone. Mentre parlavamo del più e del meno, io dissi 'alza un Po quest'ombrello...ah scusa tu sei basso, più di me purtroppo' e diciamo che glielo rinfacciai spesso quel giorno quanto era basso.

È da lì collegai tutto, era Simone che aveva provato a fare il mio test.
In mente mia pensavo 'che faccio gli scrivo?'
A quel punto dissi 'basta ora gli scrivo'
È davvero lo feci gli scrissi quel venerdì 17, lui a Venezia e io qui a Napoli. Lui mi rispose quasi subito è iniziammo a parlare. Parlavamo di stronzate e io lo prendevo in giro sul fatto che quella gara non l'avrebbe mai vinta.
A quel punto lui mi fece una proposta e disse 'facciamo così se vinco io baci Alfredo' non che il ragazzo innamorato perso di me.
E io poi ho aggiunto 'se perdi allora baci Marcello, ma io Alfredo non lo bacerò mai'
È lui mi rispose 'no, al massimo bacio te'
A quel punto non sapevo che rispondere e infatti cambiai argomento. Ero senza parole e tremavo perché ancora non ci credevo. Quelle emozioni non le provavo da tanto è mi sentivo rinata. Sta di fatto che iniziammo a parlare di cose personali e io gli dissi 'mi piace un ragazzo ma non so come farglielo capire'
Lui mi disse 'tranquilla se vuoi ti aiuto io'
In mente mia pensavo 'beh sarebbe più facile di quanto credi dato che mi riferisco a te' ma mi limitai a rispondere ok e stare al gioco. Lui mi fece capire che gli piaceva una ragazza e me la descrisse. Era esattamente come me è quindi da un lato pensai 'Sta facendo il mio stesso gioco cioè parla in terza persona ma in realtà parliamo semplicemente dell'altro' e da un lato 'non sono io' dato che in quel periodo ero molto pessimista.
Con Gabriele da quel giorno decisi di chiudere i contatti e mi cimentai su Simone con la speranza di riuscirci.
Continuavamo a parlare ma lui stava lì a Venezia e io avevo una voglia matta di vederlo. Mi disse che sarebbe tornato lunedì probabilmente e lui insisteva col dirmi che se avesse vinto  la gara mi avrebbe baciato. Mi faceva capire che gli piacevo e ogni suo messaggio dolce man mano finiva nei preferiti, cosa che non avevo mai fatto con nessuno. Con lui mano mano mi aprivo e dichiaravo vagamente ciò che provavo e lo stesso faceva lui.
Ogni volta che arrivava un suo messaggio mi vibrava il cuore. Misi anche la suoneria, la luce e la vibrazione personalizzata in modo che l'avrei sempre riconosciuto e lo stesso fece lui. Era ormai punto di felicità per me e se non rispondeva mi sentivo vuota. Ogni volta mi ripeteva che lunedì non avrebbe visto l'ora di tornare a scuola per vedere la sua fantomatica ragazza che poi in teoria sarei stata io da come avevo dedotto anche se non ne avevo ancora la certezza. La gara l'avrebbe fatta il 19 e si sarebbe saputo l'esito per poi decidere la penitenza o il premio. L'accordo era che se vinceva baciava me, se perdeva doveva baciare Marcello, ma era ancora tutto da vedere. Non vedevo l'ora e dentro di me speravo che avrebbe vinto ma non l'avrei saputo fino a quella domenica.

Eclissi Del CuoreDove le storie prendono vita. Scoprilo ora