Capitolo 3

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Quella notte non dormì per niente. Mille pensieri attraversavano la mia mente. Sarai mia, sarai mia, sarai mia, sarai mia. Quella frase mi rimbombava nella mente. Mi giravo e rigiravo nel mio letto. Presi persino una tazza di camomilla, ma niente. Non c'era nessuna soluzione. Erano le 4:14 del mattino. L'indomani sarei dovuta andare a scuola, non sarei mai stata capace di alzarmi alle 7. Decisi di prendere il mio Mp3, lo accesi e scelsi di ascoltare una tra le mie canzoni preferite. Mi addormentai finalmente con le cuffie alle orecchie, con quella felpa enorme che avrebbe ospitato altre due persone dentro con me. Erano le 8 in punto, cavolo ero in ritardo. Dopo la notte passata in bianco decisi di non alzarmi e continuai a dormire. Erano le 10 quando mi svegliai. Avvertì che a casa mia nessuno parlava, non c'era nessun rumore, dopotutto nessuno mi è venuto a buttare giù dal letto stamattina. Tutto mi parse strano. Scesi le scale, entrai in cucina. I miei genitori non c'erano. Le mie sorelle erano a scuola. Mi preparai una tazza di latte e la sorseggiai pian piano. Feci le mie solite cose mattutine e decisi di uscire a prendere un po d'aria, dopotutto ne avevo bisogno, dopo quello che era successo ieri. Infilai il cappotto e percorsi il lungo viale del parco. Era una giornata fredda di dicembre. Il Natale era alle porte, migliaia di negozi esponeva i propri decori nelle vetrine. Luci, festoni, colori, alberi di neve, i primi pupazzi creati dai più piccoli. Fu quando osservavo un gruppo di bambini che costruivano una fossa nella neve, che notai qualcuno che mi osservava da lontano. Era lui... quello sguardo.... quegli occhi chiari che mi fissavano... si avvicinò. . I battiti del mio cuore iniziarono ad accellelare quando fu davanti a me.. 'ciao Janelle, vero?' Disse. 'Si, sono io' risposi. 'Ci siamo presentati l'altro giorno in palestra, non sei andata a scuola oggi, o per meglio dire, vai a scuola vero? D'altronde sei ancora abbastanza piccola' 'si vado a scuola, oggi mi sentivo poco bene e ho deciso di starmene a casa' dissi imbarazzata. 'Hahaha signorina non sei a casa e .. ops.. scusami.. ora come ti senti?' Rispose preoccupato. Mi piaceva il suo modo di scherzare ed essere preoccupato per me nello stesso momento. Ci stesi un po per rispondere. D'altronde non stavo ancora molto bene. Come posso star bene se ho davanti uno come te che mi sorride e mi guarda cosi come se fosse perfetto? Alla fine risposi. 'Sto bene adesso, grazie' sorrisi. Le mie guance si infuocarono e lui mi toccò la fronte. 'Mmmh, sei un po calda però. È meglio se rientri a casa. Oppure se puoi e me lo permetti potrei portarti a bere una bella tazza di cioccolata calda in qualche bar, almeno un po ti riscaldi' affermò sorridendo. No, cavolo. Non voglio essere riscaldata da una tazza di cioccolata. Tutto ciò mi sembrò cosi sdolcinato, troppo romantico per me. Non ero quel tipo di ragazza che cade a questi tipi di appuntamenti. Con me ci volevano ben altre cose. Preferivo starmene a casa a guardare una partita di calcio sotto la mia adorata coperta che andare in un bar con un perfetto sconosciuto. Riflettei abbastanza. Dopotutto non avevo nulla da perdere. Non avevo mai provato a conoscere un ragazzo. Non sapevo come comportarmi. Volevo provare. Cosi accettai..

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