Entrammo in quel locale cosi semplice e confortevole. Mi sedetti di fronte e cominciò a farmi delle domande.. "quanti anni hai?" "17" risposi. "Ah beh pensavo fossi molto più grande, comunque io ho 19 anni" rispose sorridendomi. "Bene" sorrisi. "Frequenti il college?" Domandai curiosa. "No, purtroppo non più. Sono entrato nelle forze armate qualche mesetto fa, ho fatto vari concorsi, volevo arrivare a questo. D'altronde è sempre stato il mio sogno" affermò. Cavolo, prossima domanda? Cosa potrei chiedergli? Allora pensai e gli chiesi "Abiti qui da tanto? Dall'accento non credo che tu sia vissuto qui." "Già, esatto. Mi sono trasferito qui quando ho iniziato a intraprendere questa carriera. E diciamo che non ho molti amici. Non conosco quasi nessuno, apparte qualche collega del posto che mi porta in qualche locale la sera per bere qualcosa, ma apparte questo devo ancora addattarmi per bene." Rispose. "È stato duro lasciare tutto cosi come se niente fosse? Lasciare la tua famiglia, casa tua, i tuoi amici non è stato un po frustrante?" Dissi. "Sai Janelle, io non ho una vera e propria famiglia.. mia madre è morta durante il parto. . Mio papà è sempre stato un grande, mi ha sempre dato una mano, mi aiutato in tutto, ma la perdita di mia madre lo portò in cattive strade. Iniziò ad ubriacarsi quando avevo 5 anni. Sono stato allevato da mia zia paterna, che purtroppo l'anno scorso è venuta a mancare anche lei a causa di un tumore allo stomaco.. per quanto riguarda mio padre non ho piu sue notizie, non lo vedo da ben 2 anni ormai e quindi per questo ho deciso di trasferirmi e cercare di farmi una nuova vita. Vorrei dimenticare il passato." Raccontò. Provai un forte sentimento di tenerezza. Nei suoi occhi rifletteva il senso di malinconia, tristezza, rabbia. Aveva bisogno di qualcuno con cui parlare, sfogarsi. Aveva bisogno di qualcuno simile a lui.. sapevo di non essere alla sua altezza, cioè Janelle la 'maschiaccia' del quartiere 'senza cuore' per un ragazzo del genere, cosi bello, determinato e... sensibile.. NO! Non potevo.. lui mi osservava e disse. "Sei molto bella, Janelle. Parlami un po di te." Gli raccontai un po della mia vita, dei miei amici, della mia passione per la danza. Gli parlai del mio pessimo carattere e sottolineai ogni aspetto negativo col quale mi descrivevo. Mi fermò e disse. "Hai bisogno di qualcuno che ti addolcisca, hai bisogno di qualcuno con cui sfogarti". Cazzo, ma era la stessa cosa che pensavo io per lui e me lo aveva appena detto. Non credevo a quelle parole. Mi sembrò tutto cosi strano. In meno di 1 ora parlai della mia vita con un emerito sconosciuto il quale ero meravigliata dalla sua bellezza. "Posso accompagnarti io domani a scuola, sai in questo periodo sono in ferie per le vacanze di Natale. Mi farebbe molto piacere continuare a parlare di te..
Janelle sei molto interessante. Sono cuorioso di far uscire una parte di te che credi che non uscirà mai". Sbuffai a quelle parole. Far uscire la parte migliore di me? Ahah non avevo una parte migliore di me. "Facciamo una scommessa" disse. "Se vinco io vieni a cena da me." Mi porse la mano e io gliela strinsi accettando la scommessa. "Se vinco io però?" Affermai. "Non vincerai" disse schiacciandomi l'occhio. A quelle parole rimasi pietrificata. Cosa stava succedendo? Quel suo occhiolino dio mio. Era perfetto in tutto. E la sua mano era così morbida..
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Tutto ciò che non ti aspettavi.
RomanceJanelle, 16 anni. La classica tipa a cui non piace essere al centro dell'attenzione. Viene definita "maschiaccia" a causa del suo modo di fare, di comportarsi, di rivolgersi alla gente. Una ragazza carina, molto carina, con mille delusioni e rimpian...