Andai a scuola quella mattina. Ascoltai le spiegazioni dei professori, parlai con i miei amici, feci tutto in modo normale per non far capire cosa stesse succedendo.
La campanella suonò, agganciai il mio zaino e mi avviai verso casa. Con le cuffie alle orecchie non smettevo di pensare a lui, a Daniel. I miei pensieri vennero interrotti dal suono di un clacson. "Ehi signorina, sola soletta dove vai? Salta su, ti do un passaggio a casa". Era quel cretino di Cullen, doveva sempre fare così? Doveva sempre interrompere i miei pensieri? E perché non mi lasciava in pace? "Dai Cullen smettila di infastidirmi" risposi scocciata. "Non voglio infastidirti, piccola. Voglio solo darti un passaggio a casa. Non essere sempre arrabbiata con me." Disse con la faccia da cane bastonato. Cullen è un bel ragazzo. Ha dei bei occhi. Un fisico niente male e dei lineamenti perfetti però è proprio uno Stronzo. Nessuno voleva avvicinarsi a lui. Lui pensa che le ragazze siano solo delle stupide pezze con cui andarci a letto e poi gettarle. Io non ero quel tipo di ochetta che cade ai suoi piedi e non avevo nemmeno l'intenzione di andare a letto con lui. Solo al pensiero mi viene da vomitare. "Non sono arrabbiata con te, vorrei soltanto che stessi lontano da me. Per favore. Non verrò mai con te." "E allora vai a piedi, sei una stupida. Io voglio fare il carino con te e tu mi rifiuti. Mai nessuna donna mi ha rifiutato." Disse orgoglioso. "io non sono una delle tue donne" risposi. "Lo so, piccola. Per questo mi piaci." Disse facendomi un sorriso. Rimasi scioccata quando le gomme sgommarono sull'asfalto e ad alta velocità si allontanò lungo la strada.
Nel pomeriggio mi addormentai e quando mi svegliai avevo dimenticato che dovevo andare in palestra. Feci di corsa per vestirmi. Mi misi una tuta e corsi subito verso la palestra. La mia insegnante mi aspettava furiosa. "Devi smetterla di arrivare in ritardo Janelle, comincia a riscaldarti, dobbiamo preparare e sistemare la tua coreografia". "Non succederà piu". Inizia a provare la coreografia ma non mi concentravo abbastanza, forse il motivo era che fra meno di 1 ora Daniel doveva venire a prendermi e portarmi in un posto. E se non dovesse venire? E se era tutta un'illusione?
I minuti passarono e non soddisfatta del lavoro fatto in sala andai in bagno arrabbiatissima. Mi rinfrescai il viso, mi cambiai e camminando verso l'uscita vidi da lontano una macchina blu sostata davanti il portone. Scese dalla macchina e venendomi incontro mi disse "eccoti finalmente, era ora che uscissi. Ti aspetto da un bel po". "Scusami, ma ho dovuto cambiarmi". "Non preoccuparti, dai salta su, ti porto a mangiare qualcosa e poi vieni con me in un posto". Era bellissimo, indossava un paio di jeans stretti a vita bassa e una camicia azzurra con un cardigan poggiato sulle spalle. Io indossavo solo un paio di pantaloncini, una magliettina ed una giacchetta larghissima. Ero un disastro in confronto a lui. Chiacchierammo tutto la serata, mangiammo un panino e ad un certo punto mi prese per la mano. Sedendomi in macchina mi mise una bandana attorno agli occhi. "Ehi ma che fai?". "Tranquilla, non preoccuparti. Voglio solo che tutto sia una sorpresa. Fidati di me". Lo lasciai fare e partimmo. Il viaggio durò pochi minuti. Col suo aiuto scesi dalla macchina e tenendomi per mano mi fece sedere. Sentivo l'odore del mare, il verso dei gabbiani, le onde che sbattevano sugli scogli e solo quando mi tolse la benda mi accorsi che mi trovavo proprio lì. Seduta su una coperta in riva al mare. Quasi come in un film e tutto era perfetto. "Perché mi hai portata qui?". Dissi entusiasta. "Ti ho portata qui perché voglio dirti un paio di cose.. è difficile per me vivere qui senza nessuno, non avere nessuno con cui parlare, divertirmi, passare un po di tempo.. è da un bel po che io ti vedo in giro e ho sempre desiderato parlarti. Quel giorno alla villa quando i nostri occhi si incontrarono per la prima volta rimasi meravigliato perché non ho mai visto uno sguardo più bello del tuo e onestamente penso che tu sia la ragazza più bella in tutto questo stupido mondo. Penso che il mondo sia stupido perché ho fatto sempre cose sbagliate e non ho mai avuto nessuna soddisfazione nella mia vita. Pensavo a come fosse stata la mia vita se avessi avuto te al mio fianco e pensandoci per bene sono arrivato alla conclusione di dirti che, se per te non è un problema, di provare a stare insieme. Magari non subito, non adesso. So che a quest'ora starai pensando tutte le cose del mondo, ma per favore pensaci per bene.. sono sicuro che posso renderti felice, e farò di tutto purché tu stia con me..". Quelle parole mi colpirono il cuore; la testa iniziò a girarmi; gli occhi mi bruciavano per le lacrime e in men che non si dica sprofondai nel pianto più assoluto. . "Ehi piccola, non piangere. Perdonami. Non volevo farti piangere. Ho fatto qualcosa di sbagliato?" Le sue braccia mi circondarono e da li capì tutto. Alzai la testa e asciungandomi le lacrime con la manica della giacca risposi. "Voglio cominciare ad essere tua"..
Continua......
STAI LEGGENDO
Tutto ciò che non ti aspettavi.
RomanceJanelle, 16 anni. La classica tipa a cui non piace essere al centro dell'attenzione. Viene definita "maschiaccia" a causa del suo modo di fare, di comportarsi, di rivolgersi alla gente. Una ragazza carina, molto carina, con mille delusioni e rimpian...