CAPITOLO 1

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Le prime luci del mattino entrarono dalla mia finestra riscaldandomi sotto le leggere coperte della fredda notte. Un urlo infastidì la mia quiete, era mia madre: "SVEGLIA, DORMIGLIONA, FAI COLAZIONE E CORRI SUBITO A SCUOLAA!" Era orribile sentirla gridare alle 7:00 del mattino. Mi svegliai controvoglia, mi infilai dentro la doccia, pettinai i capelli, indossai un paio di jeans, una felpa e corsi a fare colazione. Eccoli li tutti attorno al tavolo, mio padre guardava la tv, mia madre spalmava nutella sui toast e le mie due sorelle, Camilla e Anastasia, inizarono a rompere di prima mattina a giocare a fare la lotta. Mi accomodai al tavolo e iniziai a mangiare tutto ciò che trovavo sul tavolo. Daltronde ero una gran mangiona! "Sei pronta per andare?" chiese mia madre. "Si" risposi scazzata. Salimmo in macchina e quando arrivai a scuola incontrai i soliti amici. Faccio parte di un gruppo davvero strambo. Lucas, è il più figo del gruppo, piace a tutte, eccetto me, forse perché lo conosco fin troppo bene, Tom, il secchione della scuola, tutti ne approfittano di lui durante i compiti in classe, Merilin, la smorfiosa del gruppo, passa il tempo a sistemarsi i capelli, a mettere il rossetto sulle labbra e ad accorciare sempre di più la gonna, poi c'è Cam, il calciatore, è bravissimo, lui e la sua squadra vincono ogni partita, c'è Sam e Jacopo, i due piccioncini, sono fidanzati già da un bel po e passano il proprio tempo a sbaciucchiarsi ovunque, senza problemi dopotutto. Infine c'è lui Jack, il ragazzo più orgoglioso dell'universo, si da sempre arie, ma nonostante questo è il mio migliore amico, darei la mia stessa vita per lui, non lo cambierei per nessuno, è il ragazzo che tutte sognano, occhi verdi, capelli castani, fisico da urlo e una carnagione che tutti desiderano. Mi avvicinai a loro salutandoli, Cam come al solito rompe le palle. -"Che ti è successo Janelle? Sei caduta dal letto? Hai una faaaccia!". Disse. -"Non rompere le palle Cam. Sto morendo di sonno, non ho voglia di entrare. Che ne dite di non entrare oggi? Alla fine voi non avete un aspetto migliore del mio!" Affermai ridendo. Tutti sgranarono gli occhi e iniziarono ad esultare. Come non detto, tutti erano d'accordo con me. Andammo via da scuola e decidemmo di andare al parco. Era il nostro 3° anno di scuola, dovevamo impegnarci molto, ma la strafottenza vince su tutto. Ci sedemmo in una panchina e iniziammo a divertirci raccontando ciò che avevamo fatto durante il weed end, ma la mia attenzione si soffermò in un tipo. Non l'avevo mai visto in giro, il suo volto.. il suo volto era bellissimo, non aveva gli occhi azzurri e nemmeno i capelli biondi, ma il suo essere moro mi rese impossibile non guardarlo. Rideva su una panchina con altri due suoi amici, oddio... il suo sorriso.. ad un certo punto un gruppo di ragazze si avvicinarono al gruppo dei ragazzi e una di loro si sedette sulle gambe di lui e inizio a toccare i suoi bicipiti, la sua bocca gli sfiorava il suo collo, ma rimasi stupita dal fatto che lui fosse indifferente a quelle azioni. Ad un certo punto si voltò verso di me, i suoi occhi si incrociarono con i miei, cazzo, aveva capito che lo stavo fissando, smise di ridere e divenne serio, non smetteva di fissarmi finché ad un certo punto due dita scocchiarono davanti ai miei occhi, distrandomi da tutto. Gli diedi un'ultima occhiata e mi misi a parlare nuovamente con i miei amici. Adesso era lui a fissarmi, cercavo di far finta di nulla e ad un certo punto seguì i miei amici che erano già andati. Tornai a casa, fortunatamente mia madre non si era accorta che avevo marinato la scuola, e pranzai tranquillamente. Passai un pomeriggio strano. Pensavo a tutto ciò che era successo poche ore prima, pensavo ai suoi occhi, al suo sorriso e al suo modo di guardarmi. Erano le 17:00 cazzo, ero in ritardo per andare a danza, preparai velocemente il borsone, e corsi di sotto, senza salutare nessuno corsi per le strade del paese e quando finalmente arrivai ebbi il fiatone. Entrai in sala e mi sistemai vicino alle mie compagne. Finalmente ero li dentro, in sala, quella sala che per me era tutto. La danza mi rilassava, mi sfogavo ballando, era la cura più efficace durante i momenti di sconforto. I minuti passarono velocemente, uscirono tutti dalla sala ma io decisi di restare ancora un po per provare l'assolo che avevo provato. Tra qualche giorno avrei avuto un'esibizione e non mi sentivo ancora pronta. Accessi lo stereo, iniziai a provare, ma qualcosa mi fermò, due occhi mi guardavano attraverso la finestra della sala, li conoscevo quei occhi, li avevo visti da qualche parte..

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