Forse era meglio una briscola

965 48 1
                                    


12:00

Il suono della sveglia mi distoglie dai miei pensieri. Sono sveglia da circa un'ora e ne ho dormite circa 5. Buono per i miei standard. Mio fratello mi è venuto a prendere da Mameli verso 1am. Abbiamo fatto quattro chiacchiere insieme a Noah e siamo tornati in hotel.

Spengo la sveglia e a darmi il buongiorno è un messaggio di Mameli

"So che sarai in città per un po'. Stasera si ripete da me. Una cosa più intima, birra e netflix. So che hai bisogno di parlare. Non è un appuntamento tranquilla, non voglio spaventarti. Ti voglio bene"

Dolce Mamelito.

Ieri sera poi è stato tutto molto tranquillo. Non ricordo neanche di aver salutato gli altri. Ero decisamente persa nei miei pensieri.

Mi vesto al volo e raggiungo la hall. Non penso farò colazione. Fame non ne ho.

"Giorno" mi saluta mio fratello stringendomi in un abbraccio.

Gli voglio un gran bene.

"Cos'è questo faccino?" mi chiede tirando verso l'alto i lati delle mie labbra con l'indice di entrambe le sue mani

Forzo un sorriso. E ci guardiamo degli occhi. A noi basta per capirci. E a me non va mai di parlare quindi è una gran fortuna.

Indosso i miei occhiali scuri e facciamo un giro per Roma insieme a Noah.

Per la cronaca Noah ha 20 anni, studia legge ed è Canadese. Uno di quei tipi sportivi ma intelligenti. Alti e con il giusto fisico. Riccio ma non troppo e occhi color nocciola. E' una piacevole compagnia abbiamo in comune diverse cose tra cui i gusti musicali. I migliori concerti li abbiamo visti insieme.

Insomma il pomeriggio scorre piacevolmente con loro. Anche la fila per prendere un gelato in centro sembra essere sopportabile con le battute squallide di mio fratello e il riccio che mi fa i grattini alla schiena. Su mio ordine ovvio.

Ad un tratto il sole cocente alla mia sinistra non lo sento più. Un tizio si ci mette davanti e lo copre grazie al cielo. Non devo davvero dirvi chi è il tizio.

"Ma buongiorno!" -esclama felice

Perché è felice? Io sto solo desiderando di non aver mai desiderato il gelato per il quale sono in fila.

"Ehi, ancora a Milano?"

"Già" -si limita a dire per poi stringere la mano a mio fratello e fare un cenno allo sconosciuto al mio fianco che fino a quel momento aveva ancora il braccio sinistro sulle mie spalle.

"Lui è Noah. Noah lui è Alberto"

"Piacere Alberto" -gli porge la mano

"Mio" –conclude Alberto afferrandola

Oggi è di poche parole.

Meglio. Tutto finirà prima pensai. Ma ovviamente mi sbagliavo.

Mi prende in disparte e aspetto interrogativa.

"Mi guarderai con quell'aria scocciata ogni volta che cercherò di rivolgerti la parola?" -chiede togliendosi gli occhiali e posandoli nell'incavo della sua maglietta bianca.

"Si" –rispondo secca e sfoggiando un sorriso

"Tutto bene?"

"Ci siamo visti ieri sera, non è successo nulla di così entusiasmante o deludente da allora"

Non capisco dove voglia arrivare.

"No dicevo" continua guardandosi intorno "non pensavo avessi mal di schiena" conclude ironico lui questa volta.

A basso volumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora