Colazione con Rudy

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Un foglio bianco.

Bianco come la nuova canzone che mi accingo a scrivere, come le nuvole fuori da questa stanza d'hotel, come l'inizio di una nuova avventura.

Ho finito da poco gli instore, ho girato l'Italia e ho visto i volti di centinaia di persone con in mano il mio disco. Due puntini e una chioma arancione. Non avrei potuto esprimere meglio l'idea che gli altri vorrei avessero di me. Non ci volevo mettere la mia faccia, volevo si parlasse e ci si domandasse sul contenuto. Non sono mai stata una tipa da copertina, non mi piace apparire in prima pagine.

Sono Tish ho 18 anni e oggi canto. Oggi ma spero davvero di farlo per sempre, fino a che le mie gambe mi reggono e la mia testa anche, la mia testa soprattutto.

La mia testa. Già. Forse il mio ostacolo più grande.

Sbuffo, stritolo il foglio bianco nella mano destra e mi accingo a fare un canestro da tre nell'unico cestino casualmente situato vicino la finestra. Casualmente perchè penso sia stata la sfiga che ha iniziato a colmare questa giornata Milanese a voler che ci finisse dentro. Anzi fuori. Vabbè

Sul cellulare un messaggio di mio fratello e l'ora: 9.45

cazzo

Non vivo in una stanza di albergo, non più. Sei mesi sono bastati e avanzati. Mi trovo a Milano per il compleanno di uno dei due milanesi. Quello di cui non ricordavo il nome da poter scrivere nei ringraziamenti del cd. Per me è sempre stato il mio Mameli. Insomma a Milano per festeggiamenti e già che ci sono concilio il tutto con una visita nella casa discografica e una colazione con Zerbi. O comunque quel che rimane della colazione.

Ma tanto Rudy è abituato al mio essere ritardataria e quando varco la porta del bar alle 10.15:

"Stavo quasi chiamando un amico per un aperi-colazione ma mi hai sorpreso." -esclama raggiungendomi a braccia aperte.

Sorrido debolmente e mi lascio stringere nell'abbraccio per poi sedermi al solito tavolo e riprendere il discorso "Sai, dovresti chiedermi di fare colazione ad orari decenti. Giusto per avere il tempo di dormire lo stretto necessario, realizzare che un'altra giornata si sta abbattendo su di me e coprire le occhiaie con il trucco"

"Sapevo che non avresti varcato quella porta con più di 4 ore di sonno"- ribatte mentre ci avviamo verso il tavolo

"quattro ore e venti minuti" - concludo io

"Come stai?"- mi chiede dopo aver ordinato

Gli racconto di come sono andati gli ultimi instore e di come stanno prendendo forma i progetti futuri nella mia testa.

"Sono felice e lo sai, ma intendevo tu realmente come stai?"- sottolinea lui

E' da un po' che l'ansia rovina le mie notti e tartassa i miei giorni. Forse è per questo che cerco di pensare il meno possibile e stare con i miei amici e distrarmi quanto posso, anche se ciò comporta l'avere qualche occhiaia in più e scrivere qualche testo in meno.

Ne avevo parlato con Rudy, sento di potergli raccontare cosa mi passa per la testa, le mie ansie che alla fine sono il risultato di tante insicurezze riguardo al futuro. Insicurezze su cosa ne sarà di me e della mia musica e sul dubbio continuo circa la possibilità di continuare ad andare insieme avanti di pari passo.

E chiaramente ci sono insicurezze anche dovute ad altro. Ma penso di essermi soffermate esclusivamente sulle prime quella sera allo spettacolo di radio deejay dopo qualche bicchiere di birra.

"Mi accompagnano." rispondo con gli occhi fissi sulla torta di mele appena arrivata  "Nulla che una sigaretta e una serata in discoteca non possano placare" continuo per smorzare il discorso che chiaramente non volevo prendesse quella piega.

"Dovresti soffermarti di più su ciò che ti preoccupa. Smontarlo e costruirci sopra la soluzione" -afferma deciso cercando i miei occhi.

Chiaro. Ci provo da un po' a costruire una casa con i mattoni. E' difficile però.

"Lo so che è difficile" -afferma precedendomi

"Ma va fatto, lo so." -continuo concludendo il momento di moralismo che, per quanto voglia bene a Rudy, forse alle 11 di mattina mi sarei risparmiata.

"Prima lo fai meglio è Tish" afferma cercando il consenso di suo figlio alla destra "poi lo sai, si può sempre chiedere aiuto a qualcuno"

Uno psicologo? non ho spazio da rilasciare ad altre persone nella mia vita. Ho qualche persona a cui voglio bene sparsa per l'Italia ed è già difficile così.

"Ci penserò"

Non lo avrei mai fatto.

"Quindi sei qui per?"- cambia discorso

"Ho un compleanno" affermo sul vago "bhe, in realtà il compleanno di Mameli. Ci tenevo ad esserci, non riusciamo a vederci spesso e mi ha fatto piacere ci tenesse a che io ci fossi"

"Che bello vedere i ragazzi che crescono. Fa piacere vedere che mantenete i rapporti"- afferma da fiero papà prendendo il cellulare.

Per lo meno ha smesso con le storie imbarazzanti tra me e Alberto. Imbarazzanti per me e Alberto almeno.

Alberto.

Ci sentiamo e non ci sentiamo. Sono felice abbia tante cose da fare.

I miei pensieri vengono interrotti dal telefono di Rudy.

"Pronto Sicilia qui Milano a colazione con Gorizia"-risponde in tono simpatico

Il tempismo è una di quelle condizioni in cui la vita non smetterà mai di farmi trovare.                  Da quel che ho capito hanno parlato di uno studio di registrazione e della necessità di vedersi per fare cose di lavoro. Non avevo tanta voglia di saperlo per dire la verità e appena Rudy chiude la telefonata io addento l'ultimo pezzo della mia torta di mele.

"Guarda tu le coincidenze della vita"- esclama guardando suo figlio

"Mi sa che è ora di andare"- mi ricordo

"Divertitevi stasera con Mameli"- dice salutandomi

"io e la mia ansia ti ringraziamo e ci divertiremo senz'altro" -sorrido

"la tua ansia deve morire Tish, parlavo di te e degli altri che ci saranno alla festa" esclama sotto il mio sguardo confuso "in realtà non so quanti altri ci saranno ma sicuro Sicilia sarà presente" -conclude.

il secondo "cazzo" della giornata rimbomba nella mia mente.

Già, il tempismo e le coincidenze non sono miei alleati.

A basso volumeDove le storie prendono vita. Scoprilo ora