Prologo

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Rabbrividì quando una folata di vento la investì come un fiume in piena. Sospiri d'aria che lenti si insinuavano fra lo spesso strato di vestiti che indossava fino alla pelle lattea, creando piccole contrazioni muscolari. Si strinse meglio nel cappotto. Studiò la situazione nascosta nel buio, lontana da sguardi indiscreti. Accovacciata dietro a un cespuglio guardò attraverso le finestre. Le luci erano tutte spente. Aspettò lì per una ventina di minuti, mentre guardava impaziente la porta sul retro. All'improvviso, sentì un rumore. Il buio non le permetteva di vedere, ma il suo udito era stato affilato da anni di pratica. Si muoveva nell'ombra. Chiuse gli occhi. Erano passi leggeri e silenziosi. Trattenne il respiro. Si stava muovendo in una direzione precisa... la casa.

Riaprì di scatto gli occhi.

Si alzò in piedi. Estrasse dal lungo cappotto nero la katana e la impugnò. La presa era ferrea. Le bastò un attimo per ritenersi la persona più stupida del mondo. La creatura non era altro che un gatto nero. Passando davanti alla porta però aveva innescato la luce di sicurezza che lei non aveva minimamente visto. E, ancora una volta, si sentì stupida. Si abbassò di colpo per paura che qualcuno l'avesse vista e tornò dietro al cespuglio. Imprecò a bassa voce. Doveva trovare una soluzione in fretta. In realtà sapeva bene cosa dovesse fare, ma aveva sperato con tutto il cuore di non dover arrivare a tanto.

Sospirò, reinserendo la katana nella fodera. Mosse un passo, poi un altro e un altro ancora, in una lentezza straziante. Arrivò al retro del pick-up grigio parcheggiato poco più in là del cespuglio che aveva usato per nascondiglio. Proseguì fino a raggiungere il cofano, abbastanza alto da poterla nascondere se si fosse accovacciata. Assicurandosi che la luce di sicurezza, ormai spenta, non avesse svegliato nessuno, si preparò.

Dalla tasca del cappotto estrasse un pugnale da caccia, nero e con il manico intarsiato con motivi circolari. Era un coltello che lei conosceva fin troppo bene, forgiato nel sangue di una persona amata. Si mise in ginocchio sulla ghiaia. Prese il manico con la mano destra e, allungando l'avambraccio sinistro, incise un cerchio, segnandolo a metà con una riga. Disegnò poi una goccia. Nonostante la ferita fosse profonda, nell'incidersi la pelle la sua faccia non era mutata di una virgola, mantenendo quell'espressione fredda e impassibile. Mentre il sangue toccava quell'arma, esso risaliva coprendo le incisioni come l'acqua di un fiume dopo un lungo periodo di siccità.

"Umbrae Donum."

Disse queste parole e ben presto di lei rimase solo l'eco della sua voce.

Nel buio di una notte fredda la figura di un'ombra si muoveva svelta e silenziosa. Aprì la porta, socchiudendola il necessario per passare. Entrò e prima di ricomparire nella sua forma umana, si assicurò che nessuno in quella stanza fosse presente. Si appoggiò al muro. Stava ansimando. La testa le pesava e se la sentiva scoppiare. Non capì perché le succedesse. Inspirò forte, trattenne il fiato per quattro secondi ed espirò.

Inspira, trattieni, espira.

Quando si fu calmata, decise che era arrivato il momento di muoversi. Si passò una mano sulla fronte sudata e respirò rumorosamente. Avanzò lentamente nel buio. Individuò subito in quella casa piccola il corridoio che portava alle camere. C'erano tre porte. Scartò subito quella in fondo che aveva l'insegna "bagno" scritta con un inchiostro visibile anche nel buio che regnava nell'abitacolo. Si mosse verso la porta di sinistra.

Sentì un rumore e d'istinto la mano andò alla katana che era da anni la sua migliore amica. Si ritrovò a storcere il naso in una smorfia di fastidio quando vide il gatto nero apparso di fianco alla porta. Non lo aveva sentito arrivare, troppo immersa nei suoi pensieri. Provò a cacciarlo via con un piede, ma in risposta ebbe una soffiata. Il felino dal pelo nero come la pece si girò di scatto e la colse di sorpresa, tanto da farla indietreggiare. Urtò un mobile che prima non aveva notato, causando un rumore sordo che risuonò per tutta la casa. Le iridi giallognole ospitavano una pupilla rotonda e grande per via del buio e il muso affusolato terminava con due orecchie appuntite tendenti verso il basso. Osservò il gatto, in qualche modo rapita, finché non lo vide sbarrare gli occhi.

Si accorse dopo che la porta era stata aperta e che nel buio, la figura di un uomo alto e con gli occhi di ghiaccio la stava fissando.

Fu rapida.

Con un solo e fulmineo gesto della mano estrasse la katana. La lama lucente brillò nel buio. E il sangue proveniente dalla gola di Hector si disperse sulla moquette, che ora sembrava neve candida macchiata di peccato. Subito dopo fu il turno della moglie. Accompagnò sempre i loro corpi morenti per non far troppo rumore, abbandonandoli sul pavimento sporco.

Si avvicinò piano alla camera della bambina. Le gocce di sangue provenienti dalla punta della lama segnavano il destino di morte a cui tutta la famiglia era condannata.

La vide. Era una bambina di tre o quattro anni. Dormiva sul letto singolo, i capelli scuri sparpagliati sul cuscino. Teneva stretto a sé un peluche di un orsetto o qualcosa di simile, non seppe dire cosa fosse con certezza. Quello che riusciva a vedere era la bava che imperlava la peluria della testa del peluche. Represse un verso di disgusto, ma la sua faccia non poté che esprimere quello che stava provando. Non aspettò oltre, c'erano alcuni ordini che doveva rispettare.

Alzò l'arma ancora sporca del sangue dei genitori che avevano creato quell'abominio, ma si bloccò. Forse, sentendo la sua presenza, la bambina si era destata dal sonno profondo.

Non gridò, ma gli occhi sbarrati e pieni di terrore bastarono a far rabbrividire anche lei.

Uccidila.

Se lo ordinò nella mente, più volte, ma non si mosse. Non reggeva più il suo sguardo, così intenso. Si guardarono per un tempo che parve infinito.

"Umbrae Donum"

E poi sparì. 

N/A

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N/A

Vabbè, alla fine ho pubblicato prima, amatemi xD

È un prologo un po' strano e non si capisce nulla xD

Vi presento uno dei personaggi che amo di più in questa storia. E so che è un po' presto ma: come vi è sembrato?

Se ci sono errori ve ne prego, fatemeli notare!

E non so, se avete cose da dire sono sempre qua, sempre cute u.u

(qua non ci sono assassini che vi uccideranno se esprimerete critiche xD)

Neb

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