L'aria umida accoglieva ogni mio respiro, appena lasciavo uscire la testa dall'acqua, ma mi ci volle un po' per capire cosa stava per accadere.
Mi sfregai gli occhi velocemente, per poi nuotare in direzione dei miei amici ed avvisarli:
«Sta per piovere, non penso che rimanere in piscina sia una buona idea»«Chi ti dice che pioverà? Magari sono nuvoloni che si sentivano soli» borbottò Jimin, adagiando meglio la schiena alla parete dell'idromassaggio e non accennando ad aprire gli occhi.
«Ha ragione, si preannuncia una bella tempesta» ribattè Seokjin, allargando le braccia e stiracchiandosi per bene, prima di avviarsi verso la rampa di scale della piscina.
«Ma cos'è tutta 'sta fretta, insomma!» si lamentò ancora Jimin, allungandosi sul bordo della vasca e tentando di afferrare la caviglia del nostro hyung con le sue piccole dita.
«Se ne stanno andando tutti, Jiminie, non fare il bambino» lo rimbeccò Seokjin, allontanandosi dalle sue mani disperate.
Una goccia mi sorprese impreparato, cadendo rovinosamente tra le mie sopracciglia, per poi scivolare lungo la linea del mio naso.
Alzai un angolo della bocca, in un sorriso soddisfatto, sfidando Jimin con lo sguardo, mentre altre gocce precipitavano su di noi.«Preghiamo i gentili passeggeri di lasciare la piscina, il ponte e qualsiasi altro luogo all'aperto. È in arrivo una forte tempesta e rimanere fuori potrebbe rivelarsi molto pericoloso. Vi preghiamo di fare attenzione ed essere responsabili. Grazie, il vostro equipaggio.» tuonò una voce anziana, facendo sbuffare esageratamente il povero Jimin.
«D'accordo!» urlò esasperato «Uscirò da questa vasca così confortevole, rilassante, magnifica...»
Seokjin lo tirò su di peso, trasformando quel fiume di lodi in una cascata di insulti e lamenti, che non si attutirono nemmeno quando il più grande se lo caricò in spalla, usando la schiena per tappare quella bocca insolente.
Ridacchiai leggermente, trotterellando per arrivare al loro fianco, ma, sbadato com'ero, non avevo notato quanto il pavimento accanto alla piscina si fosse fatto scivoloso e quasi rischiai di assicurarmi una bella botta alle mie preziose natiche, se non fosse stato per un forte braccio ancorato alla mia vita.
«Tutto bene?» mi domandò il ragazzo, investendomi con la sua voce profonda e graffiante.
Sentii le guance accaldarsi, notando quanta poca distanza ci fosse tra i nostri corpi, e non osai alzare lo sguardo, mentre annuivo velocemente.
«Per fortuna, stavi per cadere veramente male» sorrise lui, lasciandomi la vita.
Dovetti far ricorso a tutta la mia buona forza di volontà per alzare lo sguardo ed osservare il suo viso, in modo da poterlo ringraziare.
Eppure, di fronte al meraviglioso disegno che si era formato agli angoli delle sue labbra, annaspai.
«Ehm, le mie fossette ti mettono in soggezione?» ridacchiò nervoso, passandosi una mano dietro la nuca.
«N-no, mi s-scusi» biascicai, voltando nuovamente gli occhi altrove «Grazie per prima, comunque...»
«Nulla» mormorò, prima di allontanarsi verso la piscina e immergervisi.
«Cosa fa?!» sbottai, vedendolo nuotare tra il cloro e la pioggia ancora leggera «Vuole annegare nella tempesta?!»
«Sarete voi ad annegare» lo sentii borbottare, prima che cominciasse ad intonare le note di qualche canzone che non avevo mai sentito.
Rimasi lì, con la bocca aperta dallo sconforto e dalla confusione, osservando il corpo ambrato e coperto da un misero costume color crema del ragazzo, facendo correre le iridi sui suoi capelli forse troppo lunghi, che arrivavano al collo e carezzavano le orecchie in dolci ciuffi scuri. Le mie dita tremavano dalla voglia di toccargli la cute, le mie labbra fremevano dal bisogno di sentire le sue.
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COR EX LAPIDE┃namkook
FanficKim Namjoon, il predatore di sculture. Jeon Jungkook, il capolavoro mancante.