❛Ercole❜

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ciaone, scusate il super mega ritardo!

volevo solo dirvi che nei commenti ci saranno alcune note su certe parole o certi nomi che forse non tutti conoscono e che non sono spiegati durante il racconto
le trovate anche a fine capitolo

buona lettura♡




«Santo Michelangelo, non credevo fossi così pesante, Kookie!» sentii qualcuno dire, con tanto di sbuffo.

Le mie gambe strisciavano su una superficie granulosa, quasi come se fosse stata sabbia, ma le mie caviglie e i miei piedi non toccavano terra, sorretti da dita sconosciute.
La mia testa seguiva il solco del mio busto, trascinandomi per la spiaggia e facendomi gemere di dolore.

«Cavolo, mi sa che da qui non potrò più tirarti e basta» borbottò ancora quella voce in qualche modo familiare.

I miei piedi caddero rovinosamente a terra, ma le mie ciglia, quasi incollate tra loro, non osarono separarsi.
Un sospiro gravò nell'aria soleggiata, seguita da qualche parola dettata in fretta e a bassa voce, incomprensibile ai miei timpani ancora storditi.

«Mi sa che questa è l'unica soluzione» affermò ad un certo punto, avvicinandosi maggiormente al mio viso, lasciando scorrere i polpastrelli sui miei tratti «Non ti preoccupare, troverai la strada facilmente: sei destinato a me, il fato ti aiuterà sicuramente.»

«....o magari ci penserò direttamente io stesso»

I passi si allontanarono uno dopo l'altro, portandosi via quella voce bassa ed ammaliante.

«Ragazzo! Ragazzo!»
«Te l'ho detto, Ercole, è morto»
«No, guardate! Si sta muovendo!»
«È UNO ZOMBIE!»
«Per favore, Mann, calmati»
«State un attimo zitti, se non volete spaventarlo già adesso»

«...c-che cosa..?» cercai di aprire gli occhi, ma impiegai qualche tempo a mettere a fuoco le figure di fronte a me, che si stagliavano su un cielo scuro e dipinto di stelle.

«Oh, angioletto, buongiorno!» un sorriso mi salutò, mentre un altro paio di mani mi tirava su, tentando di tenermi in piedi.

Volsi il capo a destra e quasi caddi a terra di nuovo: una delle figure aveva un corpo da donna, con gli abiti incollati alla pelle rosea, quasi trasparenti, ed un paio d'ali biancastre, che le cingevano le spalle; ma ciò che più mi aveva colto di sorpresa era stata l'assenza di braccia e testa, quasi stroncate dalle forme affusolate che mi trovavo a fianco.

«Suvvia, signorino Jeon, non dovresti guardare in quel modo una signora!» mi riprese divertito il bambino che avevo di fronte a me, completamente nudo, con i lunghi ricci bronzei ad accarezzargli il collo scuro, quasi lucido sotto la luna.

«Mann, come mi sta guardando questa feccia?» ringhiò la donna, voltando il busto nella mia direzione.

Rabbrividii, allontanandomi di qualche passo, ma scontrandomi con un altro corpo.

«Nike, ma ti sembra questo il linguaggio adatto ad un ospite?!» disse il ragazzo dietro di me, che immediatamente si scusò ridacchiando nervoso «Perdonali, non sono mai stati tanto educati»

Mi voltai verso di lui e quasi rimasi a bocca aperta dalla bellezza che emanava: i muscoli guizzanti sotto una pelle color della terra, un sorriso timido tra le labbra fini, qualche ricciolo dimenticato sulla fronte ed un mero mantellino a coprirgli le spalle e nulla più, lasciandolo nudo sotto la luce debole delle stelle.

COR EX LAPIDE┃namkookDove le storie prendono vita. Scoprilo ora