L'odore Del Caffè

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Il mattino seguente a svegliare Niccolò fu l'odore del caffè, era di sicuro fatto con la caffettiera e non con una macchinetta come ormai era solito prenderlo ma riportò alla sua mente tanti di quei ricordi che il ragazzo avrebbe preferito spegnere il cervello.

Ricordò quando a sei anni c'era la caffettiera bollente sul tavolo, la mamma lo aveva avvertito di non correre come suo solito ma a quell'età non conosci il pericolo, a quell'età tutto ciò che dicono i grandi ti sembra sbagliato, urtò il tavolo che traballò e la caffettiera gli finì su un piede, urlava di dolore e si dimenava, dovettero addirittura portarlo a pronto soccorso, aveva paura ma la sua mamma, seppur lui stesso aveva commesso il fattaccio, continuava a ripetergli che sarebbe andato tutto bene, che non era colpa sua, che poteva accadere a chiunque.

Ricordò anche quando sua nonna preparava il caffè per sua madre ogni mattino prima di andare a lavoro, Niccolò spesso sgattaiolava in cucina nell'esatto momento in cui la nonna era distratta e la madre si stava ancora preparando per rubarne un po', non volevano che Niccolò lo bevesse, lo ritenevano ancora piccolo, ma a lui non stava bene difatti certe volte filava liscio, riusciva a tornare indietro, mettersi in piedi ed entrare dalla porta come se niente fosse successo mentre altre la nonna lo aveva beccato e per punizione gli aveva fatto lavare tutte le tazze della colazione, ogni volta però ne rompeva un paio e la nonna alla fine si arrese.

La sua mente era piena di ricordi con quell'odore eppure questa decise di riempirsi con uno più recente, un ricordo che non gli causava dolore e sofferenza.

Si conoscevano da forse un mese e mezzo, Gioia era stesa sul suo letto dormiente mentre Niccolò era così felice che, per tutta la notte, non era riuscito a chiudere occhio, piano piano aveva sfilato il braccia da sotto la testa della ragazza e si era alzato, aveva preso la vecchia caffetteria grigia, ci aveva messo l'acqua, il caffè e poi su nel fuoco.

Quando fu pronto prese due tazzine e aveva appena cominciato a riempirle quando una Gioia, ancora mezza addormentata e con le mani chiuse a pugno sugli occhi spuntò sulla porta, Niccolò ebbe la sensazione di essere in paradiso e pensò che se la morte era così bella valeva la pena morire.

La caffettiera era ancora a mezz'aria e il liquido aveva continuato a scendere riempiendo la tazzina velocemente e strabordando da essa.

Niccolò si bruciò le dita ma non fiatò, non si sarebbe mai fatto vedere debole davanti a quella splendida creatura, semplicemente mise le mani sotto l'acqua gelata e le asciugò velocemente per raggiungere Gioia.

-Buongiorno.-disse spostando i capelli dal viso di lei.

-'Giorno.-rispose lei, aveva la vocina sottile come una bambina.

-Dormito bene?-chiese premuroso.

-Si, accanto a te.-mormorò stringendo la testa al petto di lui.

-E tu?-domandò poi la ragazza.

-Benissimo.-mentì lasciandogli un bacio tra i capelli.

Niccolò sorrise a quel ricordo, forse stava cominciando a gestire le sue emozioni in maniera diversa, forse stava cominciando a dimenticare, forse lei lo stava curando da quel male che si è portato dentro per troppo tempo.

Il ragazzo si voltò e si mise a guardare Gioia, era rannicchiata su se stessa ancora completamente nuda eppure non dava mai la sensazione di essere volgare, lei sembrava così pura e innocente.

Lo sguardo di Niccolò scese velocemente fino al ventre di lei, sorrise dolcemente e poggiò una mano su di essa, sperava con tutto sé stesso di esserci riuscito, per lui era troppo importante arrivati a quel punto, sarebbe stato un nuovo inizio.

-Hei.-la mano di Gioia si posò delicatamente sui capelli scompigliati di Niccolò.

-Amore mio, buongiorno.-rispose allegro quest'ultimo.

-Come mai già sveglio?-chiese mettendosi seduta sul letto.

-Stavo pensando a quanto è sexy la mia ragazza completamente nuda su un letto.-mentì con un ghigno malizioso sul viso come previsto lei arrossì e si tiro il lenzuolo fin sopra la testa.

-Hei non farlo mai più.-la rimproverò Niccolò togliendole il lenzuolo di cotone bianco.

-Sei bellissima e devi mostrarlo a tutti.-disse fiero.

-Ok, non proprio a tutti.-si corresse un'attimo dopo.

-In realtà non devi mostrarlo a nessuno perché sei mia.-aggiunse, la sua gelosia lo aveva riportato a pensare ad Adriano e a quando li aveva trovati a dormire insieme.

-Sono tua.-lo tranquillizzò subito Gioia, lui sorrise e la baciò per poi alzarsi, infilarsi i vestiti della sera prima e uscire dalla stanza, la ragazza ovviamente l'aveva seguito a ruota.

-Avete passato una buona nottata, ragazzi?-chiese la donna, i due annuirono e guardarono scioccati il tavolo, c'era quella che poteva essere la colazione per dieci persone.

-Ho preparato qualche cosuccia.-disse la donna sistemando un piatto pieno di frutta al centro, Niccolò era rimasto zitto, aveva gli occhi che sembravano due cuoricini e non vedeva l'ora di ripulire quei piatti, dopo una notte come quella una colazione abbondante era ciò che gli serviva, prese la mano di Gioia e si sedettero uno accanto all'altro.

La prima cosa che fece fu riempire il piatto di Gioia con della frutta, subito dopo riempi il suo con una fetta di crostata alla nutella, un pezzo di ciambellone, dei biscotti che non aveva mai mangiato ma sembravano buoni e una mela, doveva mangiare sano per tenersi in forma.

-Fateme magnà!-


Angolo Autrice:
Buongiorno ragazze, so che questo capitolo non è un granché ma davvero in questi giorni sono un po' provata...

Scusatemi davvero tantissimo. ❤️

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