Aku Cinta Kamu

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La solita routine era ricominciata: mamma che mi viene a prendere a scuola, noi che torniamo a casa e infine pranziamo con Micaela, Marco e papà, tutti insieme come una famiglia felice, un quadretto piuttosto patetico aggiungerei dire visto che di felicità non vedo neanche l'ombra, Micaela mi lancia occhiate truci ogni due per tre, stessa cosa fa mio padre mentre mia madre cerca di intavolare un discorso sulle riappacificazioni che durano nel tempo e Marco rimane indifferente a mangiare.

-Alla fine basta trovare un punto d'incontro.-dice mia madre guardandomi, chissà cosa avrà pensato della mia rottura con Niccolò, non ne abbiamo ancora parlato.

-Proprio come avete fatto tu e papà no?-rispondo io guardando quest'ultimo con aria di sfida.

-Esatto.-risponde lui, non si è nemmeno sentito toccato dalla mia allusione.

-Mamma quando andiamo a comprare il telefono nuovo?-domando rivolgendo il mio sguardo a lei, voglio uscire da questa casa e stare fuori il più presto possibile.

-Più tardi tesoro.-risponde lei dolcemente.

-Nel frattempo potresti fare i compiti.-parla mio padre, faccio finta di non sentirlo, non ho la minima voglia di parlare con lui.

-Si, buona idea. Vai a fare i compiti piccola così possiamo rimanere un po' più a lungo fuori.-consiglia lei sorridendomi premurosa, io annuisco e dopo essermi alzata dal tavolo raggiungo la mia camera.

Dolores, la signora delle pulizie che mio padre ha deciso di tenere per aiutare mia madre in casa, ha rimesso tutta la camera in ordine, le tende lilla sono finite nel cesto dell'immondizia per via degli enormi strappi che gli ho procurato tirandole, mentre le coperte sono purtroppo tornate al suo posto, rimpiango la coperta con fantasia scozzese di Niccolò.

Sospiro seccamente e apro vari libri, provo a studiare ma poco dopo mi ritrovo a dover rileggere la stessa pagina senza capirne il significato, penso solo a lui.

Mi alzo e raggiungo la porta che da al balconcino, non esco ma rimango a fissare fuori, rimango a fissare quell'albero dove Niccolò si è nascosto dopo avermi seguita, quante cose sono cambiate così in poco tempo, allora per me Niccolò era solo un bel ragazzo troppo disordinato ed ora invece? Ora mi ritrovo qua in questa stanza che mi sta stretta, a guardare dalla finestra nella speranza di scorgere la sua presenza da qualche parte.

-Tesoro, posso entrare?-chiede mia madre da dietro la porta dopo aver bussato gentilmente, raggiungo la porta e la apro io stessa permettendole di entrare.

-Disturbo?-domanda notando i libri aperti.

-No.-la tranquillizzo richiudendoli tutti, se fino ad adesso sono riuscita a mantenere la media non sono sicura che ci riuscirò ancora, Niccolò era la mia più grande distrazione ma era lui che ogni pomeriggio mi ricordava di fare i compiti mentre io sbuffavo nervosa, preferivo passare le ore a coccolarlo piuttosto che stare china sui libri.

-Come va?-chiede accarezzandomi una spalla.

-Benissimo, non si vede?-rispondo sforzando un sorriso.

-No, non si vede.-disse lei sincera.

-Sto bene.-dico in fretta.

-Devi sapere che ci sono diversi tipi di ascoltatori, chi si limita alle parole e chi osserva il linguaggio del corpo.-mi informa seria.

-I tuoi occhi stanno urlando disperatamente il contrario di quello che dici.-afferma con comprensione.

-Cos'è successo con Niccolò?-domanda piano come se un tono più alto potesse far scoppiare una bomba nucleare ma non importa in quale tono lo dice, sentire il suo nome mi fa effetto comunque.

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