Prologo

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Prologo

“- Scott: La razza umana combatte le pestilenze fin dall'inizio. Ci prendono a calci nel didietro per un po', ma poi contrattacchiamo. E' la natura che corregge se stessa, ripristina il suo equilibrio. 
- Rick: Vorrei poterlo credere.”

James lanciò uno sguardo verso il suo polso destro: l’orologio, un casio argentato che gli aveva regalato suo padre, segnava le 17 e difatti ad ovest il sole stava già iniziando la sua discesa verso le cime degli alberi più lontani. Il quadrante sbiadiva ogni giorno di più, era arrivata l’ora di morire anche per quell’attrezzo, ma che senso aveva ormai contare le ore? 
-Forza Leah, resisti..vedo qualcosa al di là degli alberi - urlò il ragazzo spronando il suo cavallo. Non ottenne nessuna risposta e quando si voltò a guardare l’altra bestia che trottava accanto all suo fianco la ragazza che la cavalcava era svenuta.
Fermò entrambi i cavalli e scese guardandosi attorno. Erano nella foresta da un paio di giorni e i loro destrieri facevano fatica ad andare veloce tra gli arbusti e i rami; ma avevano incontrato meno vaganti di quanti ne avessero trovati seguendo la strada.
Adesso Lincoln e Welles erano stremati ma tranquilli, segno che non c’erano pericoli nei prossimi dintorni. James si rilassò e controllò la ferita di Leah: la benda era zuppa di sangue e la pelle della ragazza scottava, aveva la febbre.
Il ragazzo si sentì montare la rabbia, urlò e tirò fuori il coltello: -Non puoi lasciarmi solo adesso!-
La lama del coltello di James si avvicinò pericolosamente alla gamba di Leah, Welles nitrì indispettito.
-Non abbiamo perso tutti per morire così, in una foresta nel bel mezzo del nulla!- cadde in ginocchio e gridò disperato al cielo, senza Leah non sarebbero sopravvissutti un’altra notte.

Quando raggiunsero la prigione erano passati altri due giorni dalla crisi di nervi di James. Prima di allestire un giaciglio per Leah, il ragazzo aveva visto la facciata dell’edificio in lontananza, tra gli alberi; ma un piccolo gruppetto di vaganti li aveva sorpresi spingendoli di nuovo all’interno della foresta per qualche miglio.
Carl fu il primo che li vide arrivare e non credette ai suoi occhi: non vedeva un cavallo dai tempi della fattoria e dubitava seriamente di vivere tanto a lungo da vederne altri. Non era di guardia, stava sistemando dei fiori sulla tomba di sua madre quando sentì il nitrito di Welles. Corse verso l’ingresso e fece un cenno a Meggie sulla torre d’avvistamento, lei si accorse che non c’erano solo i due cavalli.
-Vi prego fatemi entrare! E’ in fin di vita!- urlò James arrivando ai confini della prigione. Si bracciava e piangeva, quelle persone gli sembravano un miraggio. Aveva paura e sapeva che Leah non si sarebbe mai fermata, ma ora sua sorella non era cosciente e il gravioso compito di decidere spettava a lui. Vide il bambino al di là del recinto, gli stava urlando contro.
-E’ stata morsa?- urlò Carl. -Mi vuoi rispondere? E’ stata morsa?-
James vide la pistola di Carl alzarsi e puntare alla testa di Leah, Welles scalciò irrequieto..stavano arrivando anche dei vaganti.
-NO! E’ stata ferita!- urlò James. Estrasse la lama del suo coltello, -da questo!-

Il cancello si aprì di scatto, Carl si voltò e vide Daryl tenere in mano il meccanismo d’apertura. I cavalli entrarono al trotto.
Quando le porte si richiusero, Daryl prese il ragazzo per un braccio e lo trascinò giù dall’animale, -Dove avete preso i cavalli? - urlò.
- In una stalla, poco fuori da Atlanta. Un maneggio..vi prego salvate mia sorella,- piagnucolò esausto. Daryl fece cenno a Carl di occuparsi dei cavalli e Meggie si occupò di portare via la ragazza.
-Rispondi alle mie domande! Da quanto siete in giro??-
James fissava il campo con sguardo vacuo, gli girava la testa e sentiva la voce di Daryl molto lontana.
-Ho detto, rispondi alle mie domande!-
-Daryl!- urlò una voce dal cortile della prigione. Rick lo guardava da lontano, aveva le mani sporche del sangue della ragazza e gli stava facendo cenno di entrare.

Soli • Daryl Dixon • The Walking Dead • CompletaDove le storie prendono vita. Scoprilo ora